sabato 23 dicembre 2017

Speciale “Quello strano cunicolo spazio-temporale chiamato: «Il compleanno di TATA!»” ed il V (ultimo) episodio de “La lagna di Natale” di mamma BCO intitolato: “Una nuova speranza colpisce ancora” perché viviamo di gloria riflessa. Ecco un altro titolo lungo!


Scialve a tutti, perché siete stati tutti invitati (almeno una volta nella vita)!
Oggi (ma siamo sicuri che lo sapete già), 23 dicembre 2017, è il compleanno di TATA!
Cosa avrà escogitato il fido (nel senso del cane) BCO per festeggiare la sua amata TATA?
Sempre le solite banalissime cose...
Ecco a voi il dettagliato programma (sempre lo stesso, che BCO segue pedissequamente ormai da anni):
- Arrivo all'aeroporto.
- BCO si accorge di avere sbagliato strada e si dirige finalmente verso la casa di TATA.
- Arrivo (in aereo) alla casa di TATA.
- BCO suona il campanello del portoncino della casa di TATA e il campanello (che non è un vigliacco) reagisce e le suona a BCO a sua volta.
- TATA al citofono (ma non al BCO) annuncia: "Scendo tra cinque minuti!".
- Ventiquattro minuti dopo, BCO è ancora in macchina tutto intento a fare del karaoke per far passare il tempo.
- Arrivo di TATA (circa quaranta minuti dopo il tempo previsto) che sale in macchina dicendo: "Scusa se ti ho fatto aspettare ma stavo: ___________!" (inserire scusa a piacere, tanto: "Era inevitabile!").
- Segue dibattito aperto con interventi da parte del pubblico circa la scelta del ristorante per la cena, intitolato (il dibattito, non il ristorante): "Pizzeria Vs. Resto del mondo".
- Intervento della guardia giurata (di ronda al magazzino vicino alla casa di TATA) che non potendone più, per quietare gli animi, suggerisce un buon ristorante (molto distante da lì).
- Sit-in di protesta dello stomaco di BCO (che voleva andare in pizzeria). Sopraggiungono crampi.
- Arrivo al ristorante, di solito dopo circa un'oretta di viaggio in auto per vie impervie e poco battute (perché sono musone e non ridono).
- Son quasi le dieci di sera e BCO s'accorge che il locale sta per chiudere.
- Finalmente giunge il momento della cena, la quale è intervallata come di consueto dalla suoneria del cellulare di TATA (di solito è la mamma che chiama per sapere se per caso disturba quando la chiama mentre stiamo mangiando).
- Dopo aver cenato, BCO consegna a TATA il suo regalo-sorpresa (che però sa già cosa è perché l'ha scelto lei. La sorpresa sta nel fatto che ogni volta TATA si sorprende sul serio).
- Ritorno a casa di TATA alla casa di TATA, cioè la sua. Il viaggio dura due ore stavolta perché a causa della digestione BCO sbaglia strada.
- Il mattino seguente BCO (che durante la notte non ha fatto ritorno a casa) viene ufficialmente dichiarato disperso.
- Una settimana dopo BCO viene finalmente ritrovato in una pizzeria "All-you-can-eat!", dove viene rinvenuto anche il proprietario della pizzeria, in lacrime.

FINE!

Causa lunghezza, abbiamo deciso di ficcare «I “retrocomputerosi” video-auguri-di-Natale (parte seconda) di BCO!TW» in un post speciale che verrà pubblicato domani, alla vigilia di Natale.
Ne approfitteremo per farvi due auguri così... Come si deve, insomma!

E ora (giusto per ripeterci) il tanto discusso(?) quinto (ed ultimo) episodio de “La lagna di Natale” (...grazie al cielo è finita!) di mamma BCO, intitolato: “Una nuova speranza colpisce ancora” perché ad intitolarla: “STAR MARS - A new hype!” ci sembrava abbastanza irrispettoso nei confronti dei fans (SPOILER: Luke è fratello di sua sorella!).
Buona lettura!

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La lagna di Natale
Un racchionto Nattalizio di mamma BCO
(dal racconto «A Christmas Carol» di Charles Dickens, che nell'italiacano di BCO viene tradotto in: «Un carolo(malattia del riso) di Natale» di Carlo Pistoloni)

Riassunto delle puntate precedenti:
Ezechiele Scrocchetto, vecchio affarista stronzo (francesismo, sorry!), alla vigilia di Natale riceve la visita del fantasma del suo ex-socio Giacobbe Mariuolino il quale lo avvisa teatralmente che in soccorso della sua anima corrotta passeranno a trovarlo ben tre spiriti natalizi. Scrocchetto li incontra uno ad uno meditando sulla sua condotta, ma è con la visita risolutrice del tenebroso Spirito (leggermente Hip-Hop) del Natale futuro che finalmente raggiunge l'illuminazione. Scrocchetto capissie infine che dovrà essere più generoso, godersi maggiormente il Natale e che potrà importunare il prossimo in modo completamente diverso.

Lagna Quinta

Una nuova speranza colpisce ancora (La fine della storia)!

"Sono vivo! Sono vivo! Che culo!" disse Scrocchetto 'sì elegantemente.
"Mangerò passato più spesso, sarò sempre presente nel presente e ritornerò al futuro con una DeLorean!" disse Scrocchetto, alzandosi così di scatto dal letto che pareva una macchina fotografica tenuta in mano da Usain Bolt.
"I tre Spiriti mi hanno dato un'altra possibilità! Posso ancora cambiare! Posso ancora cambiare! Posso ancora cambiare!" disse a sé stesso (ricordandosi delle lezioni di guida per la patente B) piuttosto spesso (cosa che non gli accadeva spesso), e infatti decise di cambiare frase e disse: "Ancora cambiare posso!".
Era talmente euforico da non riuscire nemmeno ad entrare come si conveniva nei suoi vestiti, nemmeno bussando o suonando il campanello. Optò quindi per una tuta di pile, più comoda e facile da indossare (l'unico fastidio erano proprio le pile, che spingevano un po' sul didietro).
Saltellava e gioiva come un bambino con qualche problema di sviluppo, senza pensieri né affanni (anche se dopo mezz'ora di saltelli un po' in affanno lo era), quando a un certo punto udì le campane suonare a Festà (parte del comune di Marano sul Panaro, in provincia di Modena, nella bella Emilia-Romagna).
Corse alla finestra, l'aprì e mise fuori la capoccia.
"Fa davvero fresco oggi, nevvero? Forse è perché il sole non è ancora sorto?" si disse lo Scrocchetto, e solo dopo qualche minuto si rese conto di aver solamente aperto il frigo e di averci infilato la testa dentro. Non si perse d'animo, corse alla finestra (per davvero stavolta), l'aprì, mise fuori la capoccia e cadde di sotto per via dell'eccessivo slancio.
Scrocchetto si rialzò dal marciapiede come se nulla fosse, spazzolandosi con cura la tuta con la sola imposizione delle mani.
"Per fortuna l'asfalto ha attutito la caduta!", si disse sissì. L'aria era più frizzante di una gazzosa, ma nonostante il sole splendente tutto sommato si stava bene con il riscaldamento globale acceso.
"Che è oggi?" gridò Scrocchetto con entusiasmo e con un megafono all'uopo preposto ad un ragazzetto che era là a un centimetro da lui e che s'era fermato per capire come il vecchio fosse sopravvissuto alla caduta.
"Eh?" fece il ragazzo spalancando la bocca (che si riempì di mosche) dalla maraviglia.
"Che è oggi, bambino mio?" ripeté Scrocchetto così raggiante che sembrava la ruota di una bicicletta.
"Oggi? È una rivista settimanale italiana!" rispose prontamente il ragazzo, esibendo la sua cultura wikipedica!
"Intendevo dire: 'Che giorno è oggi?' ragazzo mio!" precisò Scrocchetto, divertito al pensiero che fino a ieri, per una risposta così, avrebbe preso tranquillamente il giovane a bastonate.
"Oggi..." sentenziò il ragazzo: "...È Natale, oggi!".
"È Natale, cacchio!" disse Scrocchetto sospiroso a sé stesso.
"Bravo, sono in tempo! Gli Spiriti hanno fatto ogni cosa in una notte! Che spirito d'iniziativa!".
Chiese al ragazzino se, dietro giusto compenso, potesse fargli la cortesia di fare un salto fino al supermercato a comprare un po' di roba.
Il ragazzo giustamente rifiutò perché bisogna sempre di "NO" alla droga, e Scrocchetto ci andò da solo... Era stato frainteso ma era felice lo stesso!
Camminando per il Via e ritirando come di consueto le 500 € del Monopoli incontrò i signori con i cappellini da baseball colorati che alla Vigilia gl'avevano chiesto l'elemosina per i poveri. Si fece coraggio e andò loro incontro grazie a un doppio tiro di dadi.
Nonostante i trascorsi della vigilia, i tre furono molto cordiali con Scrocchetto e ricambiarono (perché erano in garanzia) gli auguri che l'anziano uomo d'arraffi porse sinceramente loro.
Poi in perfetto stile mafioso "fece loro un'offercia che non pocierono rifiuciare": diede infatti loro, per i bisognosi, tanti di quei soldi, ma tanti di quei soldi in buoni pasto che d'un botto s'alzò la glicemia a tutti i poveri malati di diabete della città. Fatto ciò, si congedò da loro con altri numerosi auguri e strette di mano, ed essi lo ringraziarono e lo salutarono a loro volta: "Ciao-ciao, zio Paperone!". Scrocchetto non capì il perché di quello strano saluto, ma era felice lo stesso!
Fece varie spese a sue spese e poi fece spedire tutti gli acquisti a casa di Roberto Scaracchio.
"Chissà che sorpresa!" pensò Scrocchetto: "Ho comprato loro un sacco di cracker, di scatole di tonno e di bustine di ketchup!... Ho visto che gli piacciono tanto!".
Poi si recò alla casa di suo nipote Freddo. Passò davanti alla porta una settantina di volte, prima di trovare il coraggio di salire e bussare. Alla fine, trovato il coraggio, si accorse che la porta era già aperta e che tutti lo stavano fissando da un bel pezzo.
"Freddo!" disse Scrocchetto.
"Per forza, non abbiamo la porta d'ingresso all'ingresso!" disse cordialmente Fredda, la moglie del nipote, che a suo tempo l'avrebbe voluta comprare all'ingrosso.
"Ma no, mia cara! Stavo solo salutando il mio caro nipote! È tardi per accettare il tuo invito a pranzo Freddo?" così disse, e quando Freddo finalmente si riprese dallo svenimento dovuto allo shock dell'improvvisa improvvisata -grazie a una cinepresa utile proprio per le riprese- pranzarono assieme e passarono un lieto Natale ma col passamontagna, perché la porta continuava a mancare al suo dovere (per forza: non c'era!).
Il giorno dopo Scaracchio arrivò in ritardo in ufficio, alle nove e un quarto. Questo fatto il furbo Scrocchetto di fatto se l'aspettava e progettò di fargli un bello scherzo. Roberto Scaracchio entrò trafelato nell'ufficio e si mise subito al lavoro sulle sudate (a ragion veduta, perché aveva corso un pasto) carte.
"Ohe!" grugnì ingrugnato scrocchetto, ma fingendo spietatamente: "Che vuol dir ciò? A quest'ora si viene in ufficio?".
"Mi dispiaceresse molto, signore..." rispose Scaracchio: "Abbiamo puffato una festicciola ieri sera. Mi è anche salita inspiegabilmente la glicemia!".
"Bravo, adesso ve la puffo io la festicciola!" disse Scrocchetto, cercando di essere il più minaccioso possibile.
"Non son più disposto a tollerare oltre, capite, e quindi mi vedo costretto..." e così dicendo diede una amichevole pacca sullo stomaco a Scaracchio così forte che il poverino sputò sangue, macchiandosi ulteriormente la canottiera (già macchiata di ketchup): "...Mi vedo costretto ad aumentarvi il salario!".
"Ho capito, sto morendo!" pensò Scaracchio, che in effetti aveva un principio di emorragia interna ed era rimasto di sale (per via dell'aumento di salario).
"Buon Natale, Roberto! Anche se in effetti “Natale” era ieri!" disse Scrocchetto battendogli ripetutamente sulla spalla -con una cordialità schietta, ma pure con una eccessiva forza- dislocandogliela.
"Vi aumenterò lo stipendio, e assisterò con un occhio di vetro di riguardo la vostra famiglia, in particolare mi curerò di curare il piccolo Tim! Poi vi farò mio socio in arraffi, e..." ma Scaracchio non poteva più sentirlo: egli l'era svenuto, un po' per la gioia, un po' per la sorpresa, un po' per l'inspiegabile alto tasso di zucchero nel sangue, e un po' in seguito al forte dolore provocato dalle amichevoli pacche allo stomaco e alla spalla. Ma, come Scrocchetto, era felice lo stesso!

"E che Dio benedica tutti quanti!" disse infine il piccolo Tim -sbucato fuori da chissà dove, perché prima non c'era- questa volta sì al momento giusto, ma nel posto sbagliato (giusto perché doveva apparire per contratto).

FINE

BONUS - BONUS - BONUS - BONUS - BONUS --- 8< --- ! --- >8 --------------

La Saga di Ciro Laruota - Parte V (Ciro colpisce ancora)
Le avventure di Super Robot Z-H65

C'era una volta Super Robot Z-H65.
Super Robot Z-H65 era gentile con tutti ma aveva un difetto: gesticolare con la lingua quando parlava con Ciro.
Un giorno la portinaia del suo stabile disse a tutti di quanto fosse strano quel suo modo di gesticolare con la lingua quando parlava con Ciro e Super Robot Z-H65 perse i capelli nonostante portasse da tempo la parrucca.
In preda alla disperazione Super Robot Z-H65 promise a tutti gli abitanti della foresta di non farlo più.
Morale: non scherzare con il fuoco, è per il tuo stesso bene!

FINE

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Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se fosse, please stay tuned!

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