sabato 16 dicembre 2017

Il nuovo calendario-wallpaper «BCO e TATA 2018» (che però è più o meno uguale a quello dell'anno scorso) ed il III episodio di Star Wa... De “La lagna di Natale” di mamma BCO!


Scialve a tutti, e questo include anche gli extraterrestri!
Miss-Super-Fotografo nonostante il raffreddore e la raucedine -che la fa parlare come lo scoiattolo Banner (doppiato dalla bravissima Liù Bosisio) del cartone degli anni '80 (non è uno scherzo, è proprio uguale!)- difende a spada astratta il proprio posto di lavoro e il suo primate di categoria, il prono BCO (il ragazzo-meraviglia-di-muraglia), anche lui caduto vittima dell'infernale (refuso: leggasi «invernale») virus. Riuscirà il comico-duo a debellare raffreddore e clienti? Scopriremo (così prende il raffreddore pure essa) la risposta nei prossimi post. Per il momento noi ci accontentiamoci di scaricare come se piovesse (e infatti è da un po' che piove che il cielo la manda) il nuovo calendario-wallpaper «BCO e TATA 2018», pieno di inutili giorni, e di leggere la terza puntata del revisionato (appena uscito dal meccanico) racconto tratto dalla raccolta (di francobolli) di fiabe «I racconti di mamma BCO!» intitolato: La lagna di Natale!



Clicca sull'immagine per ingrandire ed eventualmente scaricare (cliccare con il tasto destro sull'immagine ingrandita e poi selezionare la voce: "Salva immagine con nome...") il il nuovo calendario-wallpaper «BCO e TATA 2018»!

La lagna di Natale
Un racchionto Nattalizio di mamma BCO
(dal racconto «A Christmas Carol» di Charles Dickens)

Riassunto delle puntate precedenti:
Ezechiele Scrocchetto, vecchio affarista felice di maltrattare il prossimo, alla vigilia di Natale riceve la visita del fantasma di quella buonanima (dannata) del suo ex-socio Giacobbe Mariuolino il quale, nel disperato tentativo di evitargli la stessa fine, lo avvisa che riceverà la visita riparatrice di tre spiriti. Scrocchetto incontra il primo dei tre spiriti, lo Spirito pubblicitario dei passati «Natali», che lo costringe ad affrontare ricordi piacevoli e meno piacevoli tra uno stacco pubblicitario e l'altro.

Lagna Terza

Lo spirito del Natale presente

"Ah, Eh, Ih, Oh, Uh... È stato tutto un sogno! Solo un sogno..." vocalizzò appena svegliatosi lo Scrocchetto.
Credeva fosse mattino ma l'orologico s'avea appena sbattuto in singolar tenzone le due della notte. Ma allora cos'era quel bagliore rossastro che credeva di veder giungere dalla stanza accanto alla sua? Un test nucleare, forse?
Si mise a sedere, svegliandosi completamente. La luce era reale e così, spinto dalla sua tipica curiosità femminile, decise di guardare dallo spiraglio oltre l'uscio che usciva sull'altra stanza.
"Vieni avanti cretino! Non è stato un sogno!" disse una poderosa voce dall'interno della camera.
Scrocchetto entrò ma non poté credere a ciò che vide: un intero reparto alimentari del supermercato, agghindato (licenza poetica) come quando ci sono le offerte speciali per il cenone di Natale. La stanza era tutto un fiorire di salmone in smocking, forme di soldo di cacio, polli, gran tocchi e manate di carne, porcellini a forma di salvadanaio, lunghe ghirlande di salsicce, prosciutto tagliato fino-fino... Ho fatto mezz'etto in più, che faccio? Lascio?... E ancora foche, focacce e pasticcini e pinguini, castagne bruciate dal sole, mele, pere, peppe, pé, arance succose, succhi arancioni, pere di pecorino per gastronomi tossici, formaggio con le pere, contadini, ciambelle per il water, tazzoni di ciccolata bollente (sempre per il water) che annebbiavano la camera col loro delizioso vapore radioattivo. In mezzo a tutto quel ben di Dio c'era un gigante, il quale brandiva con la destra una torcia elettrica a pile, con la quale illuminò il povero Scrocchetto come si fa a teatro con un occhio di bue (sempre se il bue è d'accordo).
"Entra!" gridò lo Spirito.
"Chi sei!?" pigolò come un pulcino di archaeopteryx il vecchio Scrocchetto.
Il gigante giganteggiando disse:
"Sono lo Spirito del Natale Presente. Sostituisco lo Spirito del Natale Assente Per Malattia.".
Lo Spirito indossava una semplice veste verde-palude-al-tramonto-ma-non-del-tutto-sera, orlata di pelo bianco d'er Mellino (un suo amico “de Roma”), dalla quale l'ampia panza del gigante sporgeva nuda e pelosa. Anche i piedi, erano ignudi; e sul capo, nessun altro cappello che una ghirlanda d'agrifoglio -che gli faceva un prurito tremendo- abbellita da ghiacciuoli scintillanti all'amarena. Aveva riccioli sulla nera chioma; belli, belli, belli e liberi, liberi, liberi, dalla forfora, come il viso era aperto, sgranato l'occhio, ferma la mano, popolare la voce, franchi i tiratori, tedeschi i pastori.
"Ti mostrerò qualcuno che conosci molto bene. Vieni con me!" disse infine il gigante gigante.
Un momento dopo, Scrocchetto e lo Spirito del Natale presente a sé stesso erano nella casa di Roberto
Scaracchio. La torcia elettrica del gigante illuminava tutta la scena: la signora Scaracchio stava preparando il tacchino, mentre uno squadrone di bambini, ormai da parecchio tempo, apparecchiavano parecchio la tavola con radio, televisioni e altri apparecchi.
Il secondo Spirito disse solennemente: "Guarda bene, Scrocchetto!".
"Non sapevo che Scaracchio avesse settantacinque figli! Oh, e quel bambino? Non cammina proprio bene..." disse Scrocchetto osservando uno dei bambini che zoppicava vistosamente. S'aiutava con una stampella che zoppicava pure lei. Era il piccolo Telemaco, che tutti chiamavano affettuosamente Tele(ma)com (im)mobile perché era sciancato e non si spostava molto velocemente; ma siccome il suo era un soprannome piuttosto lungo, tutti l'abbreviavano in Tim, anche per risparmiare sulla bolletta.
"Spirito, tu non ci puoi farci qualcosa?" chiese speranzoso il vecchio taccango, che aggiunse: "Gigante! Pensaci tu!".
"Io non posso, ma tu puoi fare molto per lui!" rispose il rubicondo gigante (perché aveva un Cubo di Rubik in mano), nonostante avesse colto la citazione.
"Io? In che modo?" si chiese lo Scrocchetto.
"Se le cose rimarranno così come sono vedo una stampella vuota dove adesso vedi un bimbo. Quel bambino morirà, perché i suoi genitori sono troppo poveri per pagare il dottore e le tre civette di quella sgualdrina di sua figlia. Ma tu hai i mezzi e anche gli interi per aiutarli.".
In realtà Scrocchetto si stava preoccupando più della stampella, ma anche le sorti del piccolo Tim in fondo gl'interessavano. Stranamente se ne stupì. Poi si stupì del suo stupore. Poi infine s'accorse che il ragazzo era ora in piedi -si fa per dire- davanti alla finestra.
"Sta arrivando papà!" disse tutto eccitato il piccolo Telemaco.
"Papà è tornato" urlò entrando Roberto Scaracchio, respingendo eroicamente gli assalti ad arma bianca dei figli. Poi si rivolse al piccolo Tim:
"E tu come stai, piccolino?".
"Sto seduto papà, come al solito." rispose il piccolo Tim.
"Ma guarda là: abbiamo il tacchino più grosso della città!" aggiunse il ragazzino, indicando un enorme volatile che avevano invitato a pranzo e che s'era appena accomodato alla tavola -festosamente imbandita con pietanze a base di tonno e ketchup, accompagnati da crackers- subito dopo che la mamma lo avea preparato, vestito con lo smoking e pettinato.
"Povero tacchino... Se solo ci fosse qualcosa di più meglio da mangiare..." pensò Scrocchetto impietosito.
"A tavola, bambini!" urlò col megafono a pile la moglie di Scaracchio.
Scaracchio stoppò tutti alzando orgoglionamente il suo bicchierino di plastica e dicendo: "Per l'onore di Grayskull(He-Man, 1981)! Facciamo un brindisi, prima di tutto, al signor Scrocchetto!".
"No! È un uomo cattivo!" disse il tacchino.
Gli rispose Scaracchio:
"Suvvia, è Natale.".
"E poi il signor Scrocchetto non è cattivo: è solo che lo disegnano così." aggiunsero in coro la stampella e il piccolo Tim, a soli tredici centesimi al minuto.
"Hai ragione piccolo mio ! Bambini, facciamo un brindisi al signor Scrocchetto. Possa avere una felice Pasqua!" disse infine la signora Scaracchio, già ubriaca come un marinaio affogato nel Porto.
"E che Dio benedica tutti quanti!" disse infine il piccolo Tim, ma fuoritempo.
"Sono davvero brave persone..." disse con un nodo alla gola il vecchio Scrocchetto. Era la prima volta da anni che si sentiva così bene. Evidentemente l'apparecchio acustico aveva ripreso a funzionare.
Lo spirito del Natale presente distolse la luce della pila da là e la scena svanì. Scrocchetto osservò fino all'ultimo il povero Tim, domandandosi come riuscisse a stare in equilibrio.
Il gigante disse alfine con fare bonario:
"E ora Resta Cu' Mme(Domenico Modugno, 1956) e osserva ancora..." e riaccese la sua pila che ora illuminava una nuova scena.
Erano ora in casa di Freddo, il nipote di Scrocchetto.
"Ascoltali." disse il gigante.
"Che peccato che lo zio Scrocchetto non sia qui con noi. Ha detto che era troppo vecchio per venire." disse freddo Freddo. Era visibilmente, sinceramente e forse esageratamente dispiaciuto, nonostante facesse di tutto per sembrare allegro.
"Come può lavorare il giorno di Natale? Sono così dispiaciuta per lui: è ricco, ma non ama nessuno. Deve essere molto, molto, molto, molto..." e passò un buon quarto d'ora, poi: "...molto, molto, molto infelice..." sentenziò la moglie di Freddo, Fredda, così a Freddo. E Freddo la pensava proprio come lei.
Scocchetto era visibilmente commosso. Sentì il suo cuore fare addirittura un battito. Poi non lo udì più e un po' si preoccupò, a dire il vero.
La serata continuò tra canti e giuochi da ragazzi, ed anche se non poteva essere u'dito, Scrocchetto continuava a indicare al nipote le risposte ai quiz dell'Eredità. Alla fine pure loro fecero un brindisi col vino caldo al vecchio e impotente (perché non era potuto venire) zio Scrocchetto. Scocchetto era ri-visibilmente ri-commosso, e se avesse potuto avrebbe partecipato volentieri al brindisi caldo, soprattutto perché ora aveva un po' più Freddo nel cuore e avea finalmente capito la battuta sull'impotenza.
"Andiamo Scrocchetto! Abbiamo molte altre persone da visitare." e cominciarono a girare per i Night Club più esclusivi della City. Dappertutto le persone erano felici e festeggiavano il Natale in serenità.
E tutti, chi più chi meno (soprattutto i matematici che studiavano l'algebra), avevano una buona parola per il vecchio Scrocchetto, così ricco ma così solo.
Allo scoccare della mezzanotte, il gigante -che purtroppo rappresentando il natale Presente avea vita breve- non fu più Presente: ridiventò zucca e poi scomparve alla vista di Scrocchetto, trainato da sei topini, mentre due lucertoline verdi scappavano da tutte le parti in causa. Il vecchio Ezechiele si ritrovò solo in mezzo al nulla, con addosso i suoi soliti stracci e con una sola pantofola di cristallo ai piedi. Chissà dove l'avea persa l'altra! Nel tentativo di ricordare, gli tornò in mente, bella come sei(cit.), la predizione del vecchio Giacobbe Mariuolino e, alzando gli occhi, scorse un solenne fantasma, ammantato e incappucciato, il quale s'avanzava lento ma inesorabile, un po' come s'avanzano gli avanzi del cenone di Natale.

“Continua...” in giapponese!
(“Continua...” in giapponese!)



BONUS! BONUS! BONUS!

La Saga di Ciro Laruota - Parte III
Le avventure di Isacco Inspalla.

C'era una volta Isacco Inspalla, un amico di Ciro Laruota.
Isacco Inspalla era gentile con tutti ma aveva un difetto: premere ogni volta tutti i pulsanti dell'ascensore.
Un giorno uno scienziato pazzo disse a tutti di quanto fosse strano quel suo modo di premere ogni volta tutti i pulsanti dell'ascensore e Isacco Inspalla intuì che qualcosa non andava nella sua vita.
In preda alla disperazione Isacco Inspalla capì che era giunto il momento di combattere e vincere.
Morale: pensa prima di agire, ogni giorno sarà un giorno felice!

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Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se l'industria ha fatto passi da gigante ma è in crisi perché non li compra nessuno, please stay tuned!

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