mercoledì 20 dicembre 2017

Il tradizionale «Il cruciverba di Natale 2017 di BCO e TATA!» ed il IV (e penultimo) episodio de “La lagna di Natale” di mamma BCO intitolato: “La minaccia fantasma!” perché abbiamo fatto casino. Cavoli che titolo lungo!


Giusto per la cronaca (nera), la strip del post di oggi fu scritta ancora nel “lontano” 2009.
E sempre perché si seppia (refuso, forse per via del “nero” di prima)... Una nana bianca (o nana degenere) è una stella di piccole dimensioni, con una bassissima luminosità e un colore tendente al bianco. Nonostante le ridotte dimensioni, paragonabili a quelle della Terra, la massa dell'astro è simile o lievemente superiore a quella del Sole; è quindi un oggetto molto compatto, dotato di una elevatissima densità e gravità superficiale[fonte: Wikipeida].
La conoscenza è potere!

Scialve e buon Natale a tutti, perché siamo vicini al Natale e alla sua sofferenza!
TATA è ancora malata, il BCO pure, la patata purè e l'insalata russa... Altro non resta che presentarvi il tradizionale «Il cruciverba di Natale 2017 di BCO e TATA!»!

Il cruciverba di Natale 2017 di BCO e TATA!

Cruciverba di BCO e TATA 2017
Clicca qui per per ingrandire ed eventualmente scaricare il cruciverba!

La soluzione verrà pubblicata addirittura l'anno prossimo, e più precisamente nel post di:
Sabato, 6 gennaio 2018 (Epibefania)!

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ANTEPRIMA!
Nel prossimo post:
- Speciale compleanno di TATA: tutte le buone intenzioni del BCO per far passare un bel compleanno alla sua amata!
- La vignetta speciale per il compleanno di TATA - parte I (la parte seconda verrà pubblicata in anteprima per gli amici di «FacebooTW» la vigilia di Natale mentre sul BLOG verrà pubblicata assieme alla vignetta di Natale nel post di Natale, perché ci piace la coerenza).
- L'epico finale de “La lagna di Natale” di mamma BCO, intitolato: "Una nuova speranza colpisce ancora!". Ci piaceresse tanto sapere in quanti la stanno leggendo. Veramente, non stiamo scherzando!
- Come compilare correttamente la denuncia dei redditi evitando di sviluppare una malvagia seconda personalità (ma questo è in “forse”).
- I “retrocomputerosi” video-auguri-di-NataleTW (parte seconda) di BCO!
- Varie ed eventuali che adesso proprio non ci vengono in mente.

Ve l'avevamo detto che quest'anno c'erano parecchie sorprese di Natale (non abbiamo mai parlato di “belle” sorprese, però...)!

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E ora, il tanto sospirato IV (e penultimo) episodio de “La lagna di Natale” (e qui passiamo dai sospiri ai singhiozzi) di mamma BCO intitolato: “La minaccia fantasma” perché BCO non sa contare. Buona lettura!

La lagna di Natale
Una ballata Nataliziata di mamma BCO
(dal racconto «A Christmas Carol» di Charles Dickens)

Riassunto delle puntate precedenti:
Ezechiele Scrocchetto, vecchio affarista piuttosto bastardo, alla vigilia di Natale riceve la visita del dannato fantasma del suo ex-socio Giacobbe Mariuolino il quale, nel disperato tentativo di passare il tempo, lo avvisa che in soccorso della sua anima corrotta passeranno a trovarlo ben tre spiriti assortiti. Scrocchetto incontra il primo dei tre spiriti assieme al quale affronta alcuni ricordi più o meno piacevoli del suo passato. Dopo una breve colluttazione fa la conoscenza del secondo dei tre spiriti, lo Spirito del Natale Presente (sostituto ufficiale dello spirito del Natale assente per malattia) che più o meno gli insegna cosa ci si perde ad evitare la compagnia di amici e parenti il giorno di Natale. Ma la pacchia dura poco e Scrocchetto si ritrova faccia a faccia, o meglio faccia a “qualcosa” con il terzo e più terrificante spirito.

Lagna Quarta

La minaccia fantasma (L'ultimo degli Spiriti)

Lento, grave, silenzioso, fungiforme, s'accostò il fantasma. Una vera “apparizione”. Scrocchetto, nel vederselo davanti, cadde in ginocchio odorante, perché in verità questo degli Spiriti era il più odoroso. Non era infatti nebbia quel gas verdognolo che s'usciva lentamente da sotto una felpa in stile Hip-hop, la quale, quest'ultima, avvolgeva completamente lo spirito, tanto da farlo apparire come un enorme involtino primavera andato a male (anche l'odore era simile). Il capo di buona speranza del fantasma era nascosto dal grosso cappuccio della felpa, e purè la faccia, e purè ogni altra forma (però, che felpa lunga!): solo una mano morta sporgeva da una manica (e subito infatti toccò il sedere di Scrocchetto). Tanto per coerenza, lo spettro ci aveva pure il passo felpato.
Sentì Scrocchetto che lo Spirito era alto e forte, forse solo un tantino peloso (impressione probabilmente data dalla felpa). Sentì che la misteriosa presenza gl'incuteva un terrore da cagarsi addosso (francesismo), e così in effetti feci (refuso). Lo Spirito rimaneva là a fissarlo come un chiodo al muro, muto e immobile come un comodino rinchiuso in un armadio, chiuso a sua volta a chiave nel piccolo ripostiglio di una casa chiusa (nel senso di "non accessibile").
"Sono io in presenza dello Spirito del Natale futuro?" chiese Scrocchetto timidamente.
Non rispose lo Spirito, e solo accennò con la mano un “pollice in su” in puro stile “Facebook”.
"Mi mostrerai il futuro?" chiese ancora Scrocchetto.
Lo Spirito, rispose nuovamente con un “pollice in su”.
"Non sai dire o fare altro, vero?" chiese infine Scrocchetto, con tono un po' meno intimorito.
Ci fu una pausa piuttosto imbarazzante. Poi per la terza volta: “pollice in su”.
Non sapeva fare altro.
"Andiamo va'!" disse infine Scrocchetto, e preso ch'ebbe per manina lo spirito i due, miseri miseri, si misero in camino più di Babbo Natale (che era al lavoro poco più in là, tra l'altro).
Camina camina per le sette vie che gli erano note, Scrocchetto e il fantasmone arrivarono a un tiro di sputo (è il caso di dirlo) alla casa del suo commesso, Roberto Scaracchio. Ma l'atmosfera non era allegrosa e piena di gas come l'altra volta. Tutto era silenzioso e pieno di gas, un po' come quando BCO ha fatto la battuta e nessuno ride (seguono cinque minuti buoni di silenzio). Anche il tacchino se ne stava chino, senza tacchi, zitto zitto, appartato in un angolo acuto della casa (perché era un angolo intelligente). Scrocchetto fece una rapida stima a occhio e croce (perché, come sappiamo, uno era di vetro): settantaquattro figli, la moglie, il tacchino chino e senza tacchi... C'erano tutti, meno che il Roberto, il piccolo Tim e la tenera stampella malata.
Lo spirito del Natale futuro indicò quindi al vecchio avaraccio una scala a chioccia, piena di piume, che covava e che portava logicamente alle stanze di sopra, dimostrando così (il fantasma) che poteva effettivamente fare qualcos'altro oltre al solito “pollice in su”, e che BCO non sa scrivere.
Il fantasma e Scrocchetto salirono come la pressione fiscale al piano di sopra, solo per trovarvi Roberto Scaracchio intento a dare l'ultimo tenero (perché soffriva di ragadi alle labbra) bacio d'addio al piccolo Tim -che avendo esaurito il credito nella SIM, giaceva nel suo lettino privo di vita (il piccolo Tim, non il lettino)- e un bacio anche alla stampella (anche lei non ce l'aveva fatta a farcela, purtroppo).
Scrocchetto fu talmente sconvolto alla vista di quella vista che manco s'accorse di essere finito -non si sa come e onestamente non c'interessa- in un cimitero.
"Sei stato tu a portami qua?" disse Scrocchetto al fantasma incappucciato, il quale rispose col solito “pollice in su”.
Si trovavano vicino a una lapidaria lapide. C'erano molte persone intorno alla tomba (vive, s'intende) intente a grattarsi i paesi bassi tanto freneticamente che sembrava stessero ospitando un intero mercatino delle pulci là sotto.
"Non era un uomo buono, l'ho assaggiato una volta." disse un signore distinto e di gran fame (refuso).
"Tanti soldi e niente cuore rendono il vecchio un morto solitario." disse un altro signore d'istinto.
"You know it's thriller! Thriller at night! AW!" disse un altro, piroettando e ballando sulle punte.
"Non amava l'amore e l'amore non lo amava!" disse infine uno che era arrivato là per puro caso, ma che voleva dire comunque qualcosa di efficace, giusto per darsi un tono pastello.
Scrocchetto continuava a chiedere ai presenti (perché gli assenti giustificati erano a casa) a chi appartenesse quella tomba, ma ovviamente -manco a dirlo, ma abbiamo la giustificazione della mamma- nessuno lo poteva udirlo, a lui.
"Non ci sono fiori sulla sua tomba, perché era moschino (refuso), avaro e visigoto." disse una quinta persona (non meglio identificata) dietro alle quinte.
"Nessuno rimpiangerà mai la sua scomparsa!" assestò infine una sesta persona, parlando di Hadolf Hitler.
Scrocchetto sbottò tutto d'un botto: "In nome di Dio, Spirito, di chi parlano? Di chicchirichì è questa tomba?"
Lo spirito, conscio che il suo momento di gloria era finalmente arrivato, indicò dapprima la lapide, poi Scrocchetto, poi la lapide, poi Scrocchetto, poi la lapide, poi Scrocchetto, poi infine si stancò.
Scrocchetto si trascinò fino alla lapide là, tremando come un budino malato di Parkinson posto sopra a una vecchia lavatrice in funzione a pieno carico e dispersa in un tornado; e grazie all'indice, cioè al dito indice dello Spirito del Natale futuro, trovò e lesse sulla pietra della tomba, prima muta come una tomba, il proprio nome per esteso: Ezechiele Lupo Scrocchetto.
Scrocchetto lanciò un grido così forte che cadde molto più in là, a diversi metri di distanza; lo Spirito del Natale futuro senza accorgersene gli aveva infilato il suo scheletrico dito nell'occhio buono. Ripresosi ma ancora un po' dolorante, lo Scrocchetto si rivolse lapidario (è il caso di dirlo) al fantasmone in black:
"Perché mostrarmi tutto questo, se per me non c'è più speranza?" disse osservando attonito lo spirito che un attimo prima avea aperto l'impermeabile di scatto, nel tipico gesto dell'esibizionista (ma poi non portava una felpa, comunque? BCO sei un incoerente! N.d.BCO).
La mano dello spirito dei Natali futuri tremò come una foglia mossa a compassione, anche perché più di questo non poteva fare.
"Grazie o buon spirito, tu hai pietà di me anche se io non ti vedo di buon occhio." e infatti non ci vedeva ancora bene-bene per via della ditata di cui sopra: "Dimmi, assicurami con una assicurazione sulla vita ch'io posso ancora, mutando vita, cambiare questo futuro di mer..." ma non finì la frase perché lo spirito aprì l'impermeabile una seconda volta.
Scrocchetto afferrò l'ossuta e rigida mano (si spera) del fantasma e cominciò a baciarla e a ringraziare: "Oh grazie, buon spirito di spirito buono! Mille, mille volte grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie..." e andò avanti così, ringraziando, per altre mille volte. Lo Spirito del Natale futuro avrebbe voluto dire qualcosa per farlo smettere già al trentaquattresimo “Grazie”, ma gli riuscì solo di prodursi nel solito “pollice in su” (accecando Scrocchetto una seconda volta, tra l'altro).
E così fando, il vegliardo ringraziava lo Spirito e lo baciava, e lo baciava e lo ringraziava finché, con la lingua ruvida e la gola secca, Scrocchetto s'accorse che stava leccando da almeno dieci minuti buoni la colonnina di legno pregiato del suo letto a baldracchino. Era tonnato nella sua camera, lo spirito era scomparso e con lui anche il presagio di un futuro 'sì nefasto.

“Continua...” in giapponese!
(“Continua...” in giapponese!)


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La Saga di Ciro Laruota - Parte IV (una nuova speranza)
Le avventure di Renato Morto.

C'era una volta Renato Morto.
Renato Morto era gentile con tutti ma aveva un difetto: scrivere frasi indecenti sui muri, tutte contro Ciro Laruota.
Un giorno un pollo disse a tutti di quanto fosse strano quel suo modo di scrivere frasi indecenti sui muri, tutte contro Ciro Laruota, e Renato Morto si inacidì.
In preda alla disperazione Renato Morto, perdonato dal buon Ciro, cercò giorno dopo giorno di migliorarsi.
Morale: tieni pulito l'ambiente, potresti averne bisogno prima o poi!

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Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se l'etichetta ci impone di lavarci in lavatrice a 30°, please stay tuned!

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