mercoledì 13 dicembre 2017

Il secondo episodio de “La lagna di Natale” di mamma BCO!


Scialve a tutti, perché c'è sempre un “perché”!
Miss-Super-Fotografo sta combattendo una dura lotta contro il raffreddore, cosa questa che costringe il prodino (l'analcolico moro, perché non si lava i capelli) BCO (il ragazzo meraviglia-che-sbadiglia) a recarsi di continuo in missione al centro commerciale a fare la spesa. Riuscirà l'eroina più amata dagli italiani dopo Anita Garibaldi a riconquistare la salute in tempo per l'annuale ricerca dei regali di Natale al centro commerciale? Riuscirà BCO (il ragazzo meraviglia-di-frattaglia) a sopravvivere al centro commerciale? No.

Va ora in onda (su onda) la seconda puntata del quasi-nuovo (usato pochissimo) racconto tratto dalla raccolta (dei pomodori) di fiabe «I racconti di mamma BCO!» intitolato: La lagna di Natale!

La lagna di Natale
Un raconto Natallizio di mamma BCO
(dal racconto «A Christmas Carol» di Charles Dickens)

Riassunto della puntata precedente:
Ezechiele Scrocchetto, vecchio affarista con l'hobby della misantropia, maltratta sottoposto e nipote (sottoposto anche lui alle sue lagne) anche e soprattutto alla vigilia di Natale, ma riceve la visita di quel dannato fantasma del suo socio Giacobbe Mariuolino che gl'intima, al fine di evitargli di fare la stessa fine, di ascoltare le parole di tre spiritosi spiriti che verranno a visitarlo durante la Santa Notte, e di cambiarsi nell'intimo dell'anima.

Lagna Seconda

Lo spirito dei passati Natali

Il signor Scrocchetto si coricò e cocoricò, inquieto. Si girò e si rigirò nel letto che pareva il bucato nella lavatrice (anche il colore era simile), e nonostante il “bucato più bianco” (la tipica notte in bianco?) il suo sonno fu affollato da incubi oscuri. Verso mezzanotte finalmente trovò un po' di quiete e cominciò a russare 'sì forte che lo registrarono i sismografi (australiani). Ma quando l'orologio batté l'una (che accettò di buon grado la sconfitta), improvvisamente si svegliò.
Davanti a lui vide uno spirito che sembrava il figlio illegittimo di uno dei sette nani e di un cero votivo, con braccia forti, gambe da fotomodella, una testa chiomata e luminosa, un cappello a forma di spegnitoio sottobraccio e un ramo di agrifoglio in mano che usava per scacciare le mosche.
"Chi sei? Cosa vuoi?" chiese per nulla intimorito Scrocchetto.
"Sono lo Spirito pubblicitario dei passati «Natali»." e così dicendo, accompagnato da uno stacco musicale, mostrò con orgoglio una latta di ottimo passato di verzura, in vendita a soli 2,99 euri.
"Vieni con me!" aggiunse.
"Dove mi meni? Dove andiamo?"
"Chiudi gli occhi e aspetta." rispose lo spirito.
Scrocchetto chiuse gli occhi e rimase immobile fin quando un tremendo schiaffone lo stramazzò a terra. Lo spirito lo aveva effettivamente menato da qualche parte.
"Ora apri gli occhi e guardati intorno." disse nuovamente lo spirito, rianimandolo un poco.
"Ma... Ma questa è la città dove vivevo da ragazzo! Oh, le luci di Natale (erano tutte sue)... E i canti... E... E... Ecco i tacchini nel negozio del macellaio che tentano la fuga, com'era lor costume in questi giorni d'abbuffate!" disse incantato il vegliardo.
"Proprio così! Vedi? Ti sto mostrando un Natale di molti, molti, molti, molti, molti, molti..." così andava dicendo, ma lo spirito si interruppe non appena ebbe incrociato lo sguardo seccato di Scrocchetto; e riprese: "...anni fa. Ora guarda quel ragazzo solo nell'aula di quella fatiscente scuola statale in quanto tale.".
"Sono io! Sono io! Ero sempre solo, a leggere libri di avventure... l'unica persona che mi amava a quel tempo era mia sorella... Ma mia sorella ora non c'è più..." ed immediatamente si immalinconì al ricordo di sua sorella, quella dolce creatura, così Piccola e Fragile(Drupi, 1974), che lo picchiava ripetutamente con un vezzoso ombrellino d'acciaio (che chiamava affettuosamente Jeeg), e spesso canzonandolo.
"È vero, tua sorella non c'è più! Ma ricorda che c'è ancora il figlio di tua sorella, il grande Freddo(film di Lawrence Kasdan, 1983). È un po' sessantottino ma ti vuole bene, lo sai."
lo Spirito pubblicitario dei passati «Natali» prese un telecomando, schiacciò un pulsante e in un battibaleno (anche baleno, sportivamente, accettò la sconfitta) la scena attorno a Scrocchetto cambiò completamente. Si ritrovò (perché si era perso) a osservare dalla vetrina del negozio del vecchio Fuzzywig, pel quale avea lavorato come commesso per scommessa da ragazzo, una festa danzante di Natale alla quale avea partecipato pure lui, sempre per scommessa.
"Conosco quelle persone!" disse entusiasta Scrocchetto: "Ecco il mio amico Dick Etimandoio, e laggiù vedo il signor Holly Calli, il portalettere... E c'è anche Mary Torno, la sorella di Dick e... Spirito, posso parlare con loro?".
"Non possono vederti, né sentirti, Scrocchetto. Sono solo ombre." disse lo spirito (che era d'origini venete) con un cicchetto in mano.
Scrocchetto guardava avidamente (per sua stessa natura) i suoi vecchi amici. Si stavano divertendo e sembravano molto feliciccini, tutti intenti com'erano a gioucare allo schiaffo del soldato e a ballare il Gioca Jouer(Claudio Cecchetto, 1981)!
"Perché eravamo tutti così felici?" si domandò perplesso il vecchio Scrocchetto.
"Eravate felici perché eravate amati. Il vecchio Fuzzywig vi amava e il lavoro non vi pesava (forse un po' gli straordinari). L'amore dà e porta felicità in qualunque circostanza, cioè in qualunque stanza circolare occupata da clown." sentenziò lo spirito, che tosto pigiò un nuovo tasto del telecomando.
Scrochetto si ritrovò nel suo ufficio. Lì a pochi passi da lui, si stava svolgendo una scena che purtroppo ricordava fin troppo bene. In piedi davanti al suo alter-ego più giovane -ma ormai in età adulta- v'era una bella fanciulla vestita di (orso) bruno, rotta in lacrime.
"Che... Che c'è cara?" disse il giovane adulto Scrocchetto.
"Io non ti piaccio più, vero?" disse lei.
"Come puoi dire una cosa simile?" ribatté il giovane adulto Scrocchetto.
"Allora dimmi: cosa ci fai abbracciato a quel sacco di monete d'oro?" urlò la ragazza, inviperita.
"Ti... Ti stai sbagliando, questo è solo il mio orsacchiotto Babù!" cercò di riparare, impaperandosi, il giovane adultero Scrocchetto, che però dovette arrendersi all'evidenza di essere stato pizzicato a letto in compagnia di un sacco pieno d'oro (completamente nudo per giunta)!
"Spero che sarete felice nella vita che vi siete scelta!" e dettogli a lui medesimo questo, lo lasciò (lui) al suo amato oro e, come gemelli siamesi su un polsino durante un'operazione chirurgica, si separarono per sempre.
"Spirito!" disse Scrocchetto: "Non mostrarmi altro! Menami a casa: Ti diletti forse a torturarmi?".
Lo spirito, con le mani dietro la schiena, alzava gli occhi al cielo, fischiettando colpevolmente, e  trattenendo le risa nel contempo.
In quella, lo Spirito impietoso strinse il vecchio Scrocchetto fra le sue poderose e amorevoli braccia, e lo costrinse a guardare per intero una serie di spot pubblicitari ove la bella fanciulla -quella stessa vestita di (orso) bruno che avea prima rifiutato per seguire la sua sfrenata passione per l'oro- l'era ora legata (mani e piedi) a un distinto signore spagnolo, con il quale viveva felice in un bel mulino bianco, sfornando tutto il giorno ottimi biscotti per i loro bambini e per la loro gallina domestica. Nel frattempo l'alter ego giovanile-adultero del vecchio Ezechiele Scrocchetto, ormai invecchiato, ammuffiva solo soletto dentro al suo ufficio a contar schèi(termine veneto con il quale viene indicato in generale il denaro).
"Spirito!" esclamò Scrooge con voce soffrocata: "toglimi di qui!"
"Non è colpa mia!" disse lo spirito: "Hai fatto tutto tu!".
"Toglimi di qua!" tornò a pregare Scrooge: "Non resisto più!"
Si volse allo Spirito, e vedendo che questi lo guardava trattenendosi a stento dal ridergli in faccia, gli si scagliò addosso come un sol uomo.
"Lasciami in pace! Riportami a casa. Non m'importunare di più!" urlò il vecchio Scrocchetto.
Ora lo spirito, acceso come un faretto, rideva, rideva, rideva come se ridesse. Scrocchetto, pur di farlo smettere, gli calcò il cappello-spegnitoio in testa, ma più impegno e forza ci metteva a spingere giù il cappello più la luce dello spirito si faceva intensa, e più grasse ancor le risate.
Alla fine entrambi erano sfiniti: Scrocchetto dalla fatica e lo spirito dalle risa. Il vecchio si ritrovò alfine di nuovo nel suo letto a baldracchino ove sprofondò in un sonno sprofondo.

“Continua...” in giapponese!
(“Continua...” in giapponese!)


BONUS:

La Saga di Ciro Laruota - Parte II

C'era una volta Ciro Laruota.
Ciro Laruota era gentile con tutti ma aveva un difetto: entrare nel bagno (occupato) urlando: "Al fuoco! Al fuoco!".
Un giorno un re disse a tutti di quanto fosse strano quel suo modo di entrare nel bagno (occupato) urlando: "Al fuoco! Al fuoco!" e Ciro Laruota perse i capelli nonostante portasse da tempo la parrucca.
In preda alla disperazione Ciro Laruota si trasferì in un regno più ospitale.
Morale: tieni pulito l'ambiente, la verità è il bene supremo!

Ma non è finita, Qui-k (tieni duro, c'è speranza)!
Qui-k, il noto avverbio teutonico!
(Qui-k, il noto avverbio teutonico! L'immagine è censurata per via che il paperetto è minorenne.)

Giusto perché abbiamo già tutto pronto, vi segnaliamo alcune entusiastiche (ma fasulle) recensioni da parte di giornali e ammiratori del nostro blog.

Che il Signore abbia pietà delle loro anime.
Scarso Avvenire

È la cosa più bella che abbiamo visto in tanti anni di lavoro.”
Associazione Spurghi di Sottofungo in provincia di Terraumida

Bellissimo! Meraviglioso! Fantastico! Eccezionale!
La Fandonia

Fermate questo orrore.
Medici Senza Fioriere

Una strip che racconta l'amore di una donna per un appendiabiti narcolettico.
Il Secolo Scorso
...
Non sappiamo più cos'altro scrivere.
Il Secolo Scarso

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Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se dovremmo proprio sbarazzarci del cadavere, please stay tuned!

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