sabato 27 giugno 2015

Polliclinica.


Scialve a tutti!
Oggi siamo in ritardo, quindi beccatevi questa nuova fiaba esclusiva e vagheggiante!

Polliclinica
Liberamente e sotto l'effetto di strane sostanze tratto dalla fiaba Pollicina di Hans Christian Andersen, che probabilmente ci querelerebbe se non fosse che è morto già da un po'.
Il racconto originale è tratto dal sito Le pagine di Pinu e le fiabe (LINK).

Molto tempo fa, viveva una donna che desiderava moltissimo avere un bambino. Non che fosse pedofila: semplicemente voleva un figlio. Disperando ormai di poterlo avere, si recò in una clinica specializzata a trovare una vecchia strega molto conosciuta:
"Vorrei avere un bambino; dimmi come posso fare." chiese la donna.
"Niente di più facile!", replicò la maga che in realtà si chiamava Rocco ed era un ex camionista.
E con diversi tocchi della sua «bacchetta magica» la strega Rocco mise in cinta la donna.
La donna, riconoscente, pagò la strega con dodicimila monete da un euro e poi ritornò a casa felice -seppur con qualche doloretto- e piena di speranza.
All'improvviso risuonò un leggero scoppio; erano le sue emorroidi.
Nove mesi dopo, la donna diede alla luce una creaturina, alta come una pulce, pelosa come una pulce, saltellante come una pulce... Gli infermieri del policlinico dovettero faticare parecchio per convincere la donna che non era una bambina ma che si trattava veramente di una pulce. Le fecero amorevolmente uno speciale trattamento antiparassitario.
Pochi giorni dopo la donna diede alla luce una bella bambina, alta come una pulce, forte come una pulce, graziosa come la principessa di una favola, ma che faceva le pulci a tutti.
In omaggio al personale del policlinico e visto che era alta più o meno un pollice, la bambina fu chiamata Polliclinica. Il suo lettino era una scatola (quasi) vuota di siringhe ipodermiche per anestesia; il materasso era di garza sterile; e la coperta un cerotto (però usato).
Di giorno la bambina giocava saltellando sul tavolo operatorio, ove v'era sempre un simpatico paziente sotto anestesia, ma non sempre lo stesso. Ogni giorno Polliclinica si sedeva sulle spalle del primario cantando:
"Uh! Ih! Uh! Ah-ah! Ting, tang, walla-walla bing bang!"[1]. Offriva così uno spettacolo affascinante mentre cantava con voce pura e melodiosa. Di solito il paziente moriva sotto i ferri, ma tutti erano comunque molto contenti!
Ahimè! Una notte, mentre dormiva, un brutto rospo saltò nella stanza. Enorme ed appiccicoso, vide Polliclinica, appiccicosa pure lei perché dormiva da tempo sotto il cerotto.
"Che graziosa bambina appiccicosa ho trovato, adatta a mio figlio!" disse il rospo. Impadronendosi della scatola di siringhe ipodermiche per anestesia, scappò dalla finestra. In fondo al giardino del policlinico, vicino alle autoambulanze, c'era un canneto. Il rospo abitava là, tra le canne, con il suo brutto figlio e con la compagnia di un altro brutto e grosso animale che aveva affettuosamente chiamato Brutto Anatroppolo.
"Crack! Crack!" gracidò il figlio, che era tossicodipendente, vedendo la scatola di siringhe ipodermiche. Poi si accorse anche della fidanzata che il padre gli aveva 'sì appropriatamente scelto.
"Svegliala dolcemente!" gli consigliò il vecchio rospo, consegnando al figlio una tromba da stadio.
"Agile com'è, potrebbe scappar facilmente. Mettiamola su quella grande foglia di canapa indiana[2] in mezzo al vicino ruscello. Sarà come su un isola felice e non potrà più scappare, nemmeno con il televoto![3]".
E così si fecero[4].
Quando il mattino seguente la sfortunata bambina si risvegliò, scoppiò in singhiozzi non trovando via di fuga ma anche perché le era andata della saliva di traverso e le era appunto venuto il singhiozzo. Le onde provocate dai due rospi che si leccavano il dorso l'un l'altro[5] agitarono pericolosamente la foglia dalle punte seghettate. Poi il più vecchio di loro, inspirando profondamente davanti a Polliclinica, con le pupille visibilmente dilatate le disse:
"Uh..." e dopo qualche decina di secondi di pausa, riprese:
"Ecco mio figlio, il tuo futuro sposo; abiterai con lui assieme a Tito Stagno[6]. Adesso ti metteremo con la tua bellissima scatola di siringhe ipodermiche per anestesia su quella bellissima foglia multicolore!".
Fu così che Polliclinica capì che i rospi erano strafatti. Rimasta sola, la bambina scoppiò in pianto, pensando al suo triste futuro probabilmente legato alla tossicodipendenza.
I pesciolini che avevano sentito le parole nonsense del vecchio rospo, accorsero intorno alla bambina.
"...!" esclamarono in coro[7].
Tagliando il gambo della foglia di canapa la liberarono e, portata dalla corrente, Polliclinica si allontanò dal suo brutto fidanzato.
Mentre navigava, passando davanti agli alberi che ornavano le rive, la bambina sentiva cantare gli uccelli:
"Come sail away, come sail away, come sail away with me lads"[8]. Evidentemente la foglia di canapa indiana cominciava ad avere qualche effetto sulla bimba...
Cammin facendosi[9], un'incantevole farfalla tutta bianca incominciò ad avvoltoieggiare intorno al fragile scafo. Polliclinica fece un nodo scorsoio con la sua cintura attaccandone un'estremità alla foglia. L'altra la legò alla vita della farfalla. La vita della farfalla ora era letteralmente appesa a un filo.
La farfalla, riprendendo il volo, trascinò rapidamente la barca e la sua felice (ma era una felicità chimica) passeggera.
L'acqua dorata scintillava sotto il sole, mentre Polliclinica canticchiava:
"In the navy! Yes, you can sail the seven seas. In the navy! Yes, you can put your mind at ease!"[10].
All'improvviso un grosso maggiolino color arancio metallizzato e con la bandiera degli Stati Confederati d'America dipinta sul tetto si gettò sulla bambina e, bruscamente, la afferrò con i parafanghi anteriori. Poi si alzò in volo strombazzando «Dixie»[11], mentre la foglia continuava la sua rotta, tenendo prigioniera la farfalla legata al suo gambo. Che spavento per la bambina, e che dispiacere per la farfalla in pericolo. Sarebbe morta di fame prigioniera della foglia o avrebbe mangiato la foglia? In ogni caso sarebbe finita male!
Il maggiolino, dopo essersi schiantato con Polliclinica su di un ramo di acacia le fece mille complimenti e le servì per cena fagiani arrosto cacciati con il suo fucile d'acacia.
"Mmmm... È strana! Così piccola, molliccia e con le cerniere delle porte e le saldature (mascherate dai gocciolatoi) a vista. E poi è stata tenuta male: ha le foderine piene di pulci! Abbandonala!"
Così dichiarò la tribù dei maggiolini dello stato della Georgia, riunita in assemblea intorno alla nuova venuta. S'erano tutti infatti convinti che Polliclinica fosse una Mini-Minor del '59[12]. Contrariato per lo sdegno che manifestava la sua famiglia, il grosso volkswagen prese Polliclinica ed urlando: "Yeee-ha!" con un salto la depose ai piedi dell'albero.
Per alcune settimane la piccola bambina visse felicemente, nutrendosi di cinghiali, cervi ed orsi che cacciava a mani nude nella foresta.
Ahimè! ben presto arrivò il vento freddo e con esso le fredde piogge, seguite dalla fredda neve che cadde copiosa sulla spoglia foresta fredda e poi ancora arrivò un comico che sparava freddure di ogni tipo; infine arrivò pure Freddie Mercury[13] che cantava a squarciagola «Dee do dee do day!» tutto il santo giorno.
Poiché stava per morire di fame e di Freddie, Polliclinica si arrischiò ad entrare in un grande campo di grano gelato. Un topo di campagna vi aveva fabbricato, assieme ai suoi cugini di campagna, il suo chioschetto di gelati macrobiotici al gusto di grano. Sottoterra aveva arredato una confortevole cucina, seguita da un salone e da una cassaforte piena di grana. Il ricco topo, impietosito dall'infelicità della bambina, le offrì un caffè d'orzo, poi le disse:
"Se mi racconterai belle favole e mi curerai la casa, ti concederò di trascorrere l'inverno qui con me al caldo!".
Polliclinica accettò riconoscente.
Poco tempo dopo andarono a visitare il signor Talpa, grande amico e vicino di casa, che letteralmente non vedeva l'ora di ricevere gli amici. A dire il vero il signor Talpa non vedeva e basta.
In seguito Polliclinica trovò, in fondo alla sua stanza, una rondinella che stava morendo.
"Che siano ancora gli effetti della prolungata esposizione alla canapa?" pensò Polliclinica. In seguito la rondinella tentò di mangiarsi Polliclinica e la bimba si rese conto che l'uccellino era reale.
Polliclinica, probabilmente per via del padre, adorava gli uccelli e siccome soffriva di vivere quasi al buio, si affrettò ad aiutarla. Grazie ad un paio di defibrillatori che la bimbetta portava sempre con sé e memore dell'esperienza maturata in sala operatoria, Polliclinica riuscì a rianimarla e durante tutto l'inverno, all'insaputa dei suoi due amici, le portava cibo ogni notte.
In effetti la talpa confessava spesso di detestare gli uccelli, perché troppo imprevidenti: in estate cantavano molto: "Chip! Chip!" mentre in inverno cantavano poco: "Microchip! Microchip!". Però giravano per le strade statunitensi su grosse moto della polizia[14]. I due roditori ritenevano una maledizione nascere uccelli, obbligati a vivere nell'aria. Quando arrivò la primavera la rondinella si accomiatò dalla bambina, tentando un'ultima volta di mangiarsela:
"Vuoi salire sulle mie spalle e raggiungere la foresta, o buona e croccante Polliclinica? Questi luoghi sotterranei sono così tristi!".
La bambina rifiutò garbatamente, sapendo che il topo le si era molto affezionato; infatti quando lei si allontanava da casa, lui le cantava spesso, assieme ai suoi cugini, «Anima mia, torna a casa tua! Ti aspetterò dovessi odiare Altamura!»[15][16]. Ma soprattutto rifiutò perché non era completamente convinta dell'onestà di intenti della rondinella.
"Maledizione! Maledizione! Maledizione!"[17] cantava la piccola Polliclinica. Dopo qualche tempo, infatti, al signor Talpa venne la malaugurata idea di domandarla in moglie ed il topo, felicissimo, le fece il corredo. Durante i lunghi mesi estivi in cui la natura era lussureggiante e l'aria piena di zanzare, Polliclinica, con tristezza e prurito, tagliò, cucì e orlò sotto lo sguardo paterno e vigilante del topo e dei suoi cugini di campagna il proprio corredino. Il grano del campo di grano che dirvi non so, divenuto alto, assieme agli alti papaveri che al sole brillavano[18], formavano sull'entrata del sotterraneo una foresta impenetrabile per la minuscola bambina, diventata così d'oppiamente[19] prigioniera. Come sospirava, la poveretta, caduta nuovamente nella trappola degli stupefacenti! Il signor Talpa, pretenzioso, orbo come se stesso e panciuto per via del meteorismo, non le era mai stato simpatico. L'idea di passare tutta la vita in una galleria a doppia carreggiata, piena di quadri d'autore, scura e soffocante(sic!) la rattristava.
Una bella sera, Polliclinica, si avvicinò all'uscita della tana del topo. Sentì sopra di sé una voce: "Cip! Cip!" e la musica della serie CHiPs[20]. Due ali nere ed uno squassante peto tagliarono l'aria fresca di quella bella serata d'autunno, mentre la rondinella amica si schiantò vicino alla bambina meravigliata del fatto che effettivamente una rondine non fa primavera.
"Parto verso i paesi caldi!" disse l'uccello.
"Vieni con me, piccola cara, dove il sole risplende: l'estate è eterna, i soldati sparano coi cannoni e i numerosi fiori profumano l'aria leggera!"
"Accetto con gioie!" disse Polliclinica e si pagò il viaggio della libertà regalando alcune gioie che aveva con sé.
Saltò sul dorso dell'uccello[21] e attaccò la sua cintura al collo della rondinella che rapidamente perse i sensi, mezza strangolata. Allentata un po' la presa, la rondinella si riprese e, preso il volo, abbandonando per sempre quel triste luogo sotterraneo! Ed il matrimonio? Per salvare la faccia, il topo di campagna si spacciò per Polliclinica e sposò il signor Talpa, che fortunatamente era cieco come un proteus anguinus[22]. Entrambi vissero felici e contenti per il resto dei loro giorni.
Stendiamo un velo pietoso e torniamo ad occuparci di Polliclinica e della rondine.
Nel cielo, a quella altezza, faceva troppo freddo e l'aria pungente arrossì la punta del naso di Polliclinica che ora assomigliava moltissimo a Rudolph, la renna dal naso rosso[23]; con il corpicino minuscolo, si rifugiò fra le calde piume, piene di pulci. Polliclinica non capiva bene il perché ma si sentiva a casa. La fanciullina si guardò bene dal riparare il visino per poter ammirare l'incantevole spettacolo della terra vista da quella altezza: i ghiacciai rosati dal sole che si scioglievano a causa del riscaldamento globale, il susseguirsi di verdi foreste incendiate dalle multinazionali e le sinuosità di lunghi e calmi fiumi trasformati in laghi da dighe di cemento armato! Peccato solo per la miriade di moscerini che le si stampavano inesorabilmente sulla faccia. Del resto la rondine doveva pur mangiare ogni tanto.
Sia come sia, le due amiche si fermavano ogni notte per ristorarsi e riposarsi in malfamati locali country western. La rondinella Thelma, armata di pistola, si preoccupava di sistemare Polliclinica al sicuro, nel retro della loro Ford Thunderbird per proteggerla da camionisti ubriachi che avrebbero potuto tentare di violentarla là, nell'oscurità del parcheggio[24].
Dopo alcune settimane  punteggiate da simpatici omicidi, arrivarono nei paesi caldi, là dove la vite cresce in tutti i fossati mentre bande di narcotrafficanti e militari si sparano amichevolmente fra loro e i frutteti di aranci e limoni si stendono a perdita d'occhio. Lungo le strade polverose i bambini giocavano con grosse farfalle variopinte, cercando contemporaneamente di sfuggire a ricchi signori sudaticci, giunti lì per fare del simpatico turismo sessuale. La meta del loro viaggio era un chiaro lago, in cui si specchiava un antico castello di marmo. Colonne slanciate si ergevano nel parco che discendeva dolcemente verso il lago. La rondinella depose a terra Polliclinica:
"Piccola amica, siamo arrivati alla fine del nostro viaggio!" le disse.
"Ommioddio! Lo sapevo! Stiamo per morire!" urlò Polliclinica.
"Ma no, idiota! Siamo arrivati dove dovevamo arrivare!" le rispose la rondinella e proseguì:
"Il mio nido è deposto sopra un'alta e sonora colonna e sarebbe troppo pericoloso per te. Scegli tu stessa un buco dove infilarti e io ti ci porterò." disse, strillando come solo le rondini sanno fare.
Polliclinica scelse una grande cassetta del pronto soccorso, sopra ad una barella coperta dal tipico lenzuolo verde-ospedale.
"Ho sempre sognato una cassetta immersa nel verde!" sospirò la piccola Polliclinica.
Quando l'uccello se ne andò scuotendo rassegnato la testa, dopo aver tentato un'ultima volta di mangiare la piccola, Polliclinica rimase stupefatta nel vedere vicino alla barella ammantata di verde un omino tutto bianco, trasparente come il vetro. Aveva sulla testa una corona d'oro e due paia d'ali di madreperla sulle spalle. Era il genio dei gigli, il famoso Beniamino Gigli[25], il re di ogni minuscola coppia che viveva in quei fiori.
Quando annunciarono il loro matrimonio, Polliclinica ricevette in regalo un paio d'ali trasparenti, mentre coppie lillipuziane, danzando su tutti i fiori dei dintorni, le rendevano omaggio, e le offrivano altri regali.
"Adesso ti chiamerai «Ape Maia»[26]!" le disse il genio:
"Un nome degno della tua bellezza. Ed io sarò conosciuto a tutti come «Actarus»[27]! Ascolta! Sento un uccello che sta cantando per noi."
Era Thelma, la rondinella che stava cantando «Spread your little wings and fly away! Fly away, far away!»[28], assieme al mitico Freddie accompagnato dai Queen al completo.
"Addio!" disse la rondinella:
"Andrò a raccontare la tua storia a tutti i bravi ragazzi del mondo. Cip! Cip! Regina Maia!"...

FIN.

Com'è andata realmente:
Quando la rondinaccia aveva depositato la bambinella sulla grande cassetta del pronto soccorso immersa nel telo verde, Polliclinica era finita senza volerlo sopra ad una siringa ipodermica piena zeppa di ketamina[29]: il divenire l'ape regina «Ape Maia», il matrimonio col genio dei gigli «Actarus», il mitico Freddie ed i Queen che cantavano, erano solo un sogno stupefacente, prodotto dalla sostanza stupefacente, che le era stata accidentalmente iniettata endovena.

"Larga la foglia, stretta la proda,
dai retta a me, meglio star sempre lontani dalla droga!
"

FINE!

Note:
[0] Do, re, mi, fa, sol, la, e si!
[1] Witch Doctor è una canzone interpretata da Ross Bagdasarian Senior, pubblicata nel 1958 dall'etichetta Liberty Records.
[2] La Cannabis o canapa è un genere di piante angiosperme della famiglia delle Cannabaceae. Attualmente comprende un'unica specie, la Cannabis sativa, la pianta storicamente più diffusa in occidente, che a sua volta comprende diverse varietà e sottospecie. Al di là delle controversie sull'uso della canapa come stupefacente e come stoppa per sigillare i tubi, va considerato che essa è stata per migliaia di anni un'importante pianta medicinale, fino all'avvento del proibizionismo della cannabis e degli idraulici.
[3] Il riferimento è a L'isola dei famosi, un reality show italiano andato in onda su Rai 2 dal 2003 al 2012 e su Canale 5 dal 2015, basato sul format Celebrity Survivors ideato da Charlie Parsons, del quale non sappiamo nulla.
[4] Il lettore capirà...
[5] Alcune specie di rospi, come il Bufo per esempio, hanno delle ghiandole che secernono sostanze allucinogene. La specie Incilius alvarius le ha sulla schiena.
[6] Tito Stagno (Cagliari, 4 gennaio 1930) è un giornalista e conduttore televisivo italiano.
[7] I pesci, si sa, sono muti come pesci!
[8] Come Sail Away è un brano del gruppo rock-progressivo americano Styx, presente nel settimo album della band The Grand Illusion, del 1977.
[9] Il lettore capirà, di nuovo...
[10] In the Navy è una nota canzone disco incisa dai Village People nel 1979 e facente parte dell'album Go West. Autori del brano sono Jacques Morali, Henri Belolo e Victor Willis.
[11] Il riferimento a cui BCO fa riferimento è il Generale Lee, ma non Robert Edward Lee, il famoso generale della guerra di secessione americana, ma l'auto dei Dukes di Hazzard, serie televisiva statunitense prodotta dalla Lou Step Productions, Piggy Productions e Warner Bros. Television, andata in onda sul canale televisivo CBS dal 1979 al 1985. L'auto in questione è una Dodge Charger arancione del 1969, con una bandiera degli Stati Confederati d'America (cosiddetti "sudisti") sul tetto, la scritta "GENERAL LEE" ai lati del tetto, i numeri "01" sulle fiancate, i cerchi in lega American Racing modello Vector 8x15" o 8,5x15" (un lusso per quell'epoca dato che le auto di serie di quegli anni non erano dotate di cerchi in lega bensì di acciaio), il propulsore HEMI (altro lusso assoluto), il clacson che suonava la melodia dell'inno degli Stati Confederati d'America ed il roll-bar interno a sei attacchi come una vera auto da corsa. Il BCO l'ha colpevolmente trasformata in maggiolino per fare scena.
[12] La Morris Mini-Minor è una Berlina prodotta dal 1959 al 2000 (sostituita da Mini dal 2001) sotto l'egida iniziale della British Motor Corporation; il modello è stato anche realizzato e venduto su licenza nel mondo da varie altre case automobilistiche. A metà degli anni cinquanta la neonata BMC aveva l'esigenza, alla luce della crisi di Suez del 1956 che aveva portato aumenti sensibili nei prezzi dei carburanti, di realizzare una vettura da città, piccola ed economica, ma in grado di trasportare almeno 4 persone.
[13] Freddie Mercury (nome d'arte di Farrokh Bulsara; Zanzibar, 5 settembre 1946 – Londra, 24 novembre 1991) è stato un cantautore, musicista e compositore britannico. Freddie Mercury fu fondatore nel 1970 dei Queen, gruppo rock britannico di cui fece parte fino alla morte. Dee do dee do day!
[14] Vedi nota 18.
[15] Anima mia è un famoso successo del 1973 del gruppo musicale pop italiano I Cugini di Campagna.
[16] Altamura (Yaltamaur, in dialetto barese) è un comune italieno di 70.369 abitanti della città metropolitena di Beri in Puglia.
[17] Da Pace, Pace Mio Dio, aria per soprano tratta dall'opera italiana La Forza Del Destino composta da Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave tratto a sua volta da Alvaro o la forza del destino di Ángel de Saavedra.
[18] Vaneggiamento di BCO liberamente tratto dalla canzone papaveri e papere (n.d.BCO). Papaveri e papere è un brano musicale composto da Mario Panzeri, Nino Rastelli e Vittorio Mascheroni, classificatosi al secondo posto del Festival di Sanremo 1952 nell'interpretazione di Nilla Pizzi.
[19] Il lettore capirà, ancora...
[20] CHiPs è una serie televisiva statunitense andata in onda tra il 1977 e il 1983 sulla rete televisiva NBC. In Italia viene spesso riproposta da diverse emittenti. La serie racconta le avventure di due Chippies (agenti della California Highway Patrol) di pattuglia sulle immense Freeway di Los Angeles.
[21] Sappiamo a cosa state pensando ma vi sbagliate!
[22] Il proteo (Proteus anguinus Laurenti, 1768) è un anfibio urodelo appartenente alla famiglia dei Proteidi ed è praticamente cieco come una talpa visto che ha il suo habitat unicamente nelle grotte, sempre al buio.
[23] Rudolph la renna dal naso rosso (in inglese Rudolph the Red-Nosed Reindeer) è un personaggio immaginario creato da Robert L.May, apparso per la prima volta nel 1939 in un libretto pubblicato dalla Montgomery Ward. Rudolph è una renna che utilizza il suo naso rosso e luminoso per illuminare e rendere visibile il sentiero, spesso offuscato dalle tempeste di neve, alle renne trainanti la slitta di Babbo Natale durante la consegna dei regali.
[24] Trama di Thelma & Louise ricomposta alla bell'e meglio da BCO. Thelma & Louise è un film (che BCO non ha ancora visto, per questo ha fatto casino, n.d.TATA) del 1991, diretto da Ridley Scott ed interpretato da Susan Sarandon, Geena Davis e Harvey Keitel.
[25] Beniamino Gigli (Recanati, 20 marzo 1890 – Roma, 30 novembre 1957) è stato un tenore e attore italiano, uno dei più celebri cantanti d'opera del XX secolo.
[26] L'ape Maia (Mitsubachi Maya no bōken) è un anime per bambini (kodomo) co-prodotto nel 1975 dalla giapponese Nippon Animation e dall'austro-tedesca Apollo Film, tratto dal romanzo L'Ape Maia dello scrittore tedesco Waldemar Bonsels. Nel 1980 l'anime arrivò anche in Italia e venne trasmesso su Rai 2, riscuotendo un enorme successo; nei primi anni ottanta è passato anche su Canale 5, e successivamente su Junior Tv, Cinquestelle, Rai 2 e Italia 1.
[27] Duke Fleed (Dyūku Furīdo), anche noto con lo pseudonimo di Actarus (Umon Daisuke, in originale: Daisuke Umon), è uno dei protagonisti e personaggio principale del manga e dell'anime Ufo Robot Goldrake creato dal famoso disegnatore giapponese Go Nagai (autore anche delle serie Mazinga Z e Il Grande Mazinga).
[28] Spread Your Wings è una canzone dei Queen scritta da John Deacon ed estratta il 2 febbraio 1978 come secondo singolo dall'album News Of The World, dell'anno precedente.
[29] La ketamina è un farmaco principalmente utilizzato come anestetico dissociativo per uso sia umano che veterinario, e più recentemente a livello sperimentale contro il disturbo bipolare e l'alcolismo.

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