mercoledì 24 maggio 2017

Terremotino - seconda parte.


Scialve a tutti e un po' anche ai prosciutti!
Va ora in movimento oscillatorio o vibratorio che si propaga in un mezzo senza trasporto del mezzo stesso, e cioè in onda la seconda parte (un po' breve a dire il vero ma comunque compromettente) dell'ultimo ma non ultimo (perché c'è sempre qualche ritardatario) racconto-di-mamma-BCO intitolato con il titolo nobiliare di Terremotino!

Terremotino.
Dalla fiabalabuziente originale Tremotino dei Super Grimm Bros sofisticata in modo fraudolento (cioè leggendo lentamente un trattato di Freud) da Mamma-BCO che per questo motivo verrà condannato ad una vita di supposte effervescenti.

Riassunto della puntata (di cinquanta euro) precedente:
Il piccolo mugnaio bianco di Spagna Tonino Bandiere mette nei guai la di lui figlia Clementina raccontando al suo Re, il Re-Ale di Spagna, che la fanciulla sarebbe capace di trasformare la paglia in oro semplicemente filandosela. Messa alla prova dal monarca, Clementina è costretta a filare tutta la paglia del regno, compresi corde, cappelli, cestini e borse, ma non potendoci riuscire fa quello che ogni brava fanciulla delle fiabbe farebbe in un'occasione simile: si mette a piangere più del telefono di Domenico Modugno[1]. In suo pronto soccorso arriva un ometto bianchiccio, che trema più di una foglia con il parkinson ma che in cambio del suo aiuto pretende non solo tutta la bigiotteria di Clementina ma anche il suo primogenito. Disperata Clementina accetta, ma quando l'omino bianco viene a reclamare il marmocchio coraggiosamente Clementina si dispera ancora di più, piangendo come un salice. Impietosito e sul punto di affogare per via delle lacrime, l'omino bianco vibrante s'impietosisce(...giusto!) e dice alla Clementina, sbucciandola:
"Ti lascio tre giorni di tempo: se riesci a scoprire come mi chiamo, potrai tenerti il bambino."

Terremotino - Seconda puntata.

La regina passò la notte cercando di ricordare tutti i nomi che mai avesse udito; inviò un messo nelle sue terre a domandare in lungo e in largo, cioè prima dimagrendo e poi ingrassando, quali altri nomi si potevano trovare. Il giorno seguente a quello precedente, quando venne l'omino, ella cominciò con questa lista di nomi: Melchiorre, Baldassarre, Gaspare e Zuzzurro, Innocente, Liberato, Santo, Natale, Sabato, Pasquale, Orso, Bruno, Celestino, Pio, Desiderio, Elmo, Scipio, Gustavo, Fico, Modesto, Narciso, Donato, Amando, Terzo, Pellegrino, Remo, Placido, Savio, Severo, Cristoforo, Colombo, Dino, Sauro, Sabatino, Domenico, Urbano, Secondo, Silvestro, Titti, Vero, Bruto, Giusto, Addolorato, Davide, Golia, Oscar, Ottone, Amabile, Candido, Barbaro, Villano, Olmo, Amato, Atlante, Cosmo, Cristiano, Crocifisso, Angelo, Custode, Capitolo, Primo, Felice, Cornuto, Leone, Fulvio, Fosco, Reato...
E così disse tutta la lunga sfilza di nomi, ma ogni volta l'omino diceva:
"Non mi chiamo così."
Il secondo giorno, ella mandò il messo là, a chiedere come si chiamasse la gente nei dintorni.
Il messo male, perché era stanco del lungo viaggio, tornò da lei messo male, perché era veramente stanco del lungo viaggio, e dicendo:
"Mi hanno detto che si chiamano con un fischio!" e la regina fece frustare il messo, che fu così messo alla tortura.
Disperata, La regina autoreggente propose all'omino i nomi più insoliti e strani quali: Santo Cielo, Lino Baratto, Bianco Natale, Franco Fono, Apollo Ariosto, Orinawa Suimuri, Hadokojo kojo, Pietro Pane, Casco De Panza, Souscito Nakakata, Andrej Perboski, Italo Americano, Hofuso Lamoto, Salame-E-Leck, Guido Bene, Tim Pallin, Cin-Ciam-Pai, Kagapoco Kifapocomoto, Fiore Secco, D'Alì A-Lah, Frank O'Boll, Pino Tagliato, Fur-Gon-Cin, Anem Aber Albar, Massimo Della Pena, Otto Mani, Tekuro Nakarye, Pritt Bostik, Mobuto Nabomba, Alì Mentari, Tekucio Sumisura, Paul Pette, Oscar Pello, Ciohi Kioski, Paul Mon, Ivano Bagagli, Nakaseta Dikaki, Felice Bastardo, Nabir Al-Bar, Marimba Mbito, Otto Strudel, Minoaro Sappo, Furio Cavallo, Akira Kuriosava, Armando Lanave, Sonasega Suisughi...
Ma egli rispondeva sempre:
"Non mi chiamo così (per fortuna)."

Il terzo giorno tornò il messo-male (sappiamo il perché) e raccontò: "Nuovi nomi non sono riuscito a trovarne, ma ai piedi di un gran letto, alla svolta del bosco, dove la volpe e la lepre si dicono buona notte ma in lingue diverse, vidi un centro commerciale a forma di fungo (perché si sa che i centri commerciali spuntano come funghi, n.d.TATA) e fatto di marzapane, marzasalame e marzamaionese; e davanti all'entrata nord del centro ardeva un fuoco di copertoni d'auto, intorno al quale ballava un omino pallido quanto mai puffo, che gridava, tremando come una foglia spaventata e saltellando come un pazzo su di una sola delle sue tre gambe:

"Oggi faccio il pane, la pizza domani,
e il meglio per me è aver dopodomani
il panino col figlio del re.
Nessun lo sa, per questo avrò il panino,
Ch'io porto il nome di Terremotino!"

All'udire queste parole, la regina si avvilì un poco, perché avrebbe potuto arrivarci da sola (leggendo il titolo della fiaba, per esempio) visto che quel Terremotino non stava mai fermo e tutte le foto infatti venivano mosse.
Poi si rallegrò e dopo un'intera giornata stava ancora ridendo come una pazza! Smisero finalmente di farle il solletico quando l'omino entrò vibrante e le disse sprezzante:
"Allora, Regina o Re-Gia, come mi chiamo?"
Ella da principio, domandò:
"Ti chiami Corrado?"
"No."
"Ti chiami Enrico?"
"No."
"Ti chiami con un fischio?"
"Eh? No!"
"Ti chiami forse... Terremotino?"
"NO," mentì, e si mangiò il bambino-Panino perché aveva fame!

FINE

Va ora in onda il finale presente solo nel BLU-RAY:

...Ella da principio, domandò:
"Ti chiami Corrado?"
"No."
"Ti chiami Enrico?"
"No."
"Ti chiami con un fiasco?"
"Eh? No!"
"Ti chiami forse... Tramezzino?"

L'omino che aveva tanta fame, cedette ai suoi istinti, e si mangiò fino all'ultimo boccone.

FINE

Va ora in onda il finale della versione “director's cut” (la “versione del regista” occulto):

...Ella da principio, domandò:
"Ti chiami Corrado?"
"No."
"Ti chiami Enrico?"
"No."
"Ti chiami con il vischio?"
"Eh? No!"
"Ti chiami forse... Terremotino?"

A quelle parole la regina-cieli provocò il vero e proprio Terremotino, che per la rabbia prese a tremare sempre più e più forte -sbattendo anche a più riprese la porta- e al grido di “Muoia Sansone con tutti i fili-stei!”[2] finì per far crollare il castello, seppellendo la Re-Gina, il Re-Presso, il figlio di lei: bambino-Panino, tutto l'oro fuso e il Terremotino stesso.

E così fortuna volle che da allora di questi squilibrati nessuno seppe più nulla.

FINE

"Larga è la foglia, il sentiero è “strettino”,
non conviene usar la paglia per farsi un buon panino!"

NOTE (Do, Re♭, Mi, Fa, Sol, La♭, Si, Do... e altre cose non così note):
[1] Piange... il telefono/L'avventura è un singolo di Domenico Modugno e Francesca Guadagno pubblicato nel 1975 da Carosello.
[2] “Muoia Sansone con tutti i filistei” è una frase simpatica che trae origine dall'episodio biblico della morte di Sansone, personaggio dalla forza sovrumana con un unico punto debole: i capelli. Fu per vendicarsi dell'inganno ordito ai suoi danni dai Filistei che, gridando proprio queste parole, fece crollare il tempio ove si trovava assieme ai suoi carcerieri.



Frase celebre del giorno:
Vivi questo giorno come se fosse l’ultimo.
Don Vito Corleone

Proverbio del giorno:
L'arancia la mattina è oro, a pranzo è argento, la sera va a divertirsi.

Anche se tempo fa la gente diceva che “Tempo fa tutto era molto meglio!” molto meglio di adesso, please stay tuned!

PS: Pubblichiamo anche questa strip, pubblicata in anteprima solo su FB.


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