sabato 20 maggio 2017

La prima parte di Terremotino, l'ultimo (si spera) racconto di mamma BCO!


Signore e signori e amici cuccioli, si siamo!
Il tanto sospirato (perché porta depressione acuta) racconto-di-mamma-BCO è finalmente qui, per voi!
Ed eccolo qui, travestito:

Qui, il noto avverbio di luogo!

Mentre questo è il racconto falso e altrui (da non confondere con il racconto vero e proprio):

Terremotino.
Dalla fiabba originale Tremotino dei Grimm Brothers alterata da Mamma-BCO che per questo motivo verrà picchiato duramente e ripetutamente.

Terremotino - Prima puntata.
C'era una volta un piccolo mugnaio bianco[1] che si chiamava Tonino Bandiere[2]. Egli era povero (per modo di dire) ma aveva una bella figlia e una bella gallinella, che era la sua compagna e con la quale interloquiva per ore. Un giorno, tanto per cambiare, gli capitò di parlare con il Re-Capitato anziché con la gallina Rosita[2b] e gli disse la prima cosa che gli passò per la mente:
"È l'ora di un abbraccio!"
I due si abbracciarono, poi il mugnaio Bandiere continuò:
"Ho una figliuola che sa potare l'aiuola e filare l'oro dalla paglia, tutto di fila!"
Al Re-Ginetto, cui piaceva solo l'oro in bocca (da cui il proverbio: “Il mattino ha i denti d'oro in bocca!”), la cosa piacque, allargando così la cerchia dei suoi interessi. Come scrivevasi, interessato, il Re-Pressivo ordinò che la figlia del piccolo mugnaio bianco-di-Spagna[3] fosse condotta in catene di sant'Antonio (da neve) innanzi a lui e a lui soltanto.

Così il Re-Matore condusse la figlia del piccolo mugnaio in una stanza piena di paglia, le diede il filatoio per filare e l'aspo[4] per... aspare(?), e disse:
"Se in tutta la notte, fino all'alba, non fai di questa paglia oro filato, morirai cotta nello zucchero filato, di filato."
Poi la porta fu chiusa, sbattendola; fu così che rimase sola. Anche la povera figlia del povero mugnaio rimase sola e un po' sbattuta; se ne stava là senza sapere come salvarsi, poiché‚ non aveva la minima idea di come filarsela o di come filare l'oro dalla paglia; la sua paura crebbe tanto che finì col mettersi a piangere, di sperata.
D'un tratto di biro la porta si aprì -con una buona sbattuta- ed entrò un omino, tutto bianco e tremolante, che pur essendo minuto non stava fermo un minuto. L'omino bianco[5] le disse:
"Buona sera, madamigiana mugnaia, perché piangi tanto?"
"Ah," rispose la fanciulla, "devo filare l'oro dalla paglia e non sono capace! Insomma, non so come filarmela!"
Disse allora l'omino, saltellando da tutte le parti:
"Che cosa mi dai, se te la filo del discorso io?"
"La mia vera collana di perle finte," rispose la fanciulla.
L'omino bianco e tremolante prese la collana, sedette davanti alla rotella e frr, frr, frr tirò il filo tre volte e il fuso era pieno. Poi ne introdusse un altro e frr, frr, frr, tirò il filo tre volte e anche il secondo fuso era pieno; andò avanti così fino al mattino, quando pure lui fu fuso: ed ecco tutta la paglia era filata e tutti i fusi erano pieni d'oro fuso.

Quando il Re-Divivo andò a vedere, si meravigliò di quella meraviglia e ne fu molto soddisfatto (e meravigliato), ma il suo cuore divenne ancora più avido e ricco di colesterolo. Così fece condurre Clementina[1b], la figlia del mugnaio, in una stanza molto più grande, piena di cappelli di paglia e di animali impagliati, e anche questa volta la paglia doveva essere filata in una notte, se aveva cara l'assicurazione sulla vita. La fanciulla non sapeva a che santo votarsi e piangeva, piangeva, piangeva come se piangesse; ma all'improvviso, sbattendo, si aprì la porta e l'omino bianco e vibrante entrò dicendo:
"Cosa mi dai se ti filo l'oro dalla paglia?"
"Prendi pure l'anello che ho al dito," rispose la fanciulla.
"Ma questo non è un anello!" disse allora l'omino.
"Se è solo per quello, questo non è nemmeno il mio dito" incalzò con il calzascarpe la fanciullo.
L'omino prese (con sospetto) “l'anello” (che somigliava più a un ball-closure-ring[6b] per il piercing[6], a dire il vero), la ruota cominciò a ronzare come la ruota di un'ape[7] e al mattino tutta la paglia si era mutata in oro splendente e appaiato. A quella vista il Re-Tribuito andò in visibilio ma, non ancora sazio, fece condurre ruttando la figlia del mugnaio in una terza stanza ancora più grande delle precedenti, piena di cappelli di paglia, di animali impagliati e di premi in paglia, e disse:
"Dovrai filare anche questa paglia entro stanotte; se ci riesci sarai la mia sposa, se non ci riesci sarai mia moglie."
Infatti egli pensava che da nessun'altra parte avrebbe trovato una donna tanto ricca e con un padre talmente idiota da andare a spifferare al Re-Citato di avere una figlia che fila che è una meraviglia, invece di tenersela per sé e vivere da na-babbo. Quando la fanciulla fu sola, si levò una scarpa. Quando anche la scarpa fu suola, ritornò per la terza volta l'omino tutto bianco e tremolante, che disse:
"Che cosa mi dai se ti filo da torcere la paglia anche questa volta?"
"Non ho più nulla," rispose la fancinulla.
"Allora promettimi," disse l'omino, "quando sarai regina in cucina, di darmi il tuo primo bambino."
"Certo che sono proprio fortunata!" pensò la figlia del mugnaio Bandiere e, del resto, messa alle strette nonostante la stanza fosse bella larga, non sapeva che altro fare, perciò accordò la sua promessa all'omino che, anche questa volta, le filò l'oro dalla paglia. Quando al mattino venne il Re-Cettore e trovò che tutto era stato fatto secondo i suoi desideri, la sposò; e la bella mugnaia divenne regina con il titolo di Re-Ginetta.

Dopo un anno sabbatico[8] diede alla luce un bel maschietto e non si ricordava neanche più dell'omino, quando questi le entrò d'un tratto nella stanza -sbattendo la porta- a reclamare ciò che gli era stato promesso, tremando e saltellando come se stesse tremando e saltellando contemporaneamente. La regina inorridì inorridita e gli offrì tutte le ricchezze del ragno (che era un aracnide molto ricco), purché le lasciasse il bambino; ma l'omino disse:
"No, perché come disse un tempo un saggio: 'Felicità è mangiare un panino con dentro un bambino!'[9] e il panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai mi è più caro di tutti i tesori del mondo rotondo."
Allora la regina incominciò a piangere e a lamentarsi, a singhiozzare e a vomitare, a muoversi sul pavimento dal motivo a scacchiera in diagonale, orizzontale e verticale, tanto che il tremante omino s'impietosì e disse:
"Ti lascio tre giorni di tempo: se riesci a scoprire come mi chiamo, potrai tenerti il bambino."

Riuscirà la Re-Ginella Clementina a indovinare il nome del misterioso personaggio e vincere così il premio di cento gettoni d'oro messo in paglia? O il suo Bambino diventerà un panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai? La vita è un sogno o i sogni aiutano gli psicanalisti a viver meglio? E nato prima l'uovo o il batterio della salmonellosi? BCO è un completo idiota o gli manca ancora qualcosa? Troverete tutte le risposte a queste domande e a molte altre domande non poste ma telegrafi nella prossima puntata!


(“Continua...” in giapponese!)

NOTE (cioè le note su cose non proprio note):
1) Il Piccolo Mugnaio (1983-1988) è un personaggio televisivo molto immaginario e molto popolare tra noi bimbi mai cresciuti degli anni ottanta, creato dal gruppo Barilla per promuovere i propri prodotti da forno, merendine e biscotti, distribuiti tutt'oggi sotto il marchio Mulino Bianco (1974). Il Piccolo Mugnaio (molto piccolo) vive nel Mulino (che si trova nell'erba molto alta) e prepara dolci e prodotti vari per il suo amore, una persona più grande di nome (1b) Clementina, nella vana speranza di essere da lei notato. E per la cronaca non siamo sponsorizzati da loro, quindi poche storie.
2) Traducete questo nome di fantasia nella bella lingua (abbiamo controllato: è proprio bella!) spagnola ed otterrete il nome dell'attore, regista, doppiatore e produttore cinematografico spagnolo -pure bravo- che da qualche anno a questa parte presta la propria immagine per pubblicizzare nell'amatodiata TV i prodotti del Mulino Bianco. (2b) Negli spot poc'anzi citati, Rosita è la simpatica gallina che affianca l'attore poc'anzi citato. NOTA FINALE ALLA NOTA: Abbiamo il sospetto che per tutto questo verremo citati pure noi. Il limone, invece, è in parte citrato (di potassio e di calcio).
3) Il bianco-di-Spagna è meglio conosciuto con il nome di gesso in polvere. Viene venduto in farmacia o in drogheria, e viene soprattutto usato per la lucidatura finale dei metalli, perché è poco abrasivo e non graffia le patine. In pittura noi fantastici artisti lo usavamo come fondo di base per i quadri.
4) Nella filatura domestica, l'aspo è un utensile non dissimile dall'arcolaio[4a], dal quale si distingue per avere l’asse di rotazione orizzontale. (4a) L'arcolaio è un apparecchio di uso domestico o artigianale adoperato, specialmente in passato, per ridurre in gomitoli le matasse di filo, lana e simili.
5) L'Omino Bianco è il noto logo di un noto additivo per bucato (perborato) creato nel lontano e noto 1954 (per maggiori informazioni consigliamo una ricerca col vostro motore di ricerca preferito).
6) Piercing o body-piercing (dall'inglese to pierce, "perforare") indica la pratica di forare alcune parti superficiali del corpo allo scopo di introdurre oggetti in metallo (talvolta ornati con pietre preziose), osso, pietra o altro materiale, quale ornamento o pratica rituale. (6b) Il ball-closure-ring, anche detto captive-bead-ring è un anello chiuso da una pallina, frequentemente utilizzato per il piercing del lobo, del setto nasale, del capezzolo e ai genitali.
7) Il Piaggio Ape è un veicolo a tre ruote prodotto dalla Piaggio fin dal 1948.
8) Un anno sabbatico è un periodo di interruzione nella carriera lavorativa di una persona, preso allo scopo di dedicarsi ad una particolare attività diversa dall'attività lavorativa o di esaudire un desiderio (per esempio partecipare a un sabba[8b]). (8b) Secondo la tradizione, il sabba (o Akelarre in basco) sarebbe un convegno di streghe, praticato di solito di sabato, durante il quale verrebbero compiute pratiche magiche, orge diaboliche e riti blasfemi come giocare la schedina, leggere Lo Zibaldone di BCO e TATA o condire la pastasciutta con il ketchup.
9) Cit. battuta di Jerry Calà che parodiava la nota canzone Felicità[9b], pronunciata nel film Bomber, con Bud Spencer. (9b) Felicità è una canzone del 1982 del duo Albano Carrisi e Romina Power.


Anche se, a guardar bene, per trovare le cose basta guardar bene, please stay tuned!

Nessun commento:

Posta un commento