mercoledì 14 gennaio 2015

Il brutto anatroppolo


Non so cosa scrivere quindi vado con un racconto a caso!

Il Brutto anatroppolo
(veramente molto liberamente tratto dalla nota fiaba di Hans Crhistian Andersen)

NOTA: Scusate le scurrilità ma sono di casa negli action-movie come questo! Non è proprio una fiaba per bambini questa!

L'estate era appena iniziata anche se per i Righeira stava già finendo; i campi agitavano le loro spighe dorate, minacciandole con i fucili e seminando il panico, mentre il fieno tagliato profumava la campagna e appestava le persone affette da allergia.
Vicino ad un laghetto, proprio sopra a un covone di paglia, Mamma-Anatra aveva iniziato la nuova cova (il che non fa una piega). Ad un certo punto Mamma-Anatra si ruppe le… uova di covare sul covone e, finalmente, uno dopo l'altro, uscirono dalle uova rotte alcuni adorabili anatroccoli gialli, perché già avevano problemi di fegato.

"Pip! Pip! Pip!" esclamarono i nuovi nati.
"Bau! Bau! Bau!" rispose Mamma-Anatra, che era un po' stanca (e confusa): "Ci siete tutti?" domandò.
Ad un certo punto, notò un uovo grande come un pallone da football che non si era ancora schiuso e se ne meravigliò: "Ecco perché mi faceva così male al c***!", disse e, armata di Preparazione-H, si mise nuovamente a covare: "Quando nascerà, lo chiamerò anatroppolo!".
Finalmente il grosso uovo si aprì e lasciò uscire un anatroccolo grigio così grasso che si spostava rotolando.
Il giorno seguente Mamma-Anatra portò la sua piccola famiglia al vicino laghetto. Mamma-Anatra saltò subito nell'acqua. Gli anatroccoli, spavaldi, la seguirono tutti, compreso il brutto anatroppolo.
"Come va piccini?" chiese Mamma-Anatra: "Bene!" disse il primo anatroccolo. "Ottimamente!" disse il secondo. "Benissimo" esultò il terzo! "Glug! Glug! Glug!" disse infine anatroppolo, che era affondato come un sasso.

Dopo aver salvato e rianimato il brutto anatroppolo, la piccola comitiva raggiunse (a piedi) l'altra riva del laghetto. Gli anatroccoli salutarono le altre anatre che ivi abitavano.
"E quello cosa diavolo è?" chiesero stizzite le altre anatre quando videro il brutto anatroppolo: "Foie gras?". E tutte giù a ridere. Un'anatra lo prese e cominciò a farlo rimbalzare sul becco: "Guardatemo!" disse: "sono o non sono una bella foca?". L'ilarità era alle stelle! Cominciarono poi a prenderlo a calci e ad insultarlo. Volavano così tanti insulti e calci che sembrava di essere alla penultima di campionato tra le due prime in classifica.
Intervenne Mamma-Anatra: "Non fategli male!" gridò alle altre anatre! "Ma fa veramente schifo!" risposero in coro le anatre, continuando a prendere a calci anatroppolo: "Sembra la ruota di scorta di un SUV!".
"Non sarà bello adesso ma può darsi che, crescendo, dimagrisca!" disse Mamma-Anatra: "E poi ha un buon carattere e sa nuotar… Sa trattenere il respiro per dieci minuti!" assicurò.
"La bellezza, per un maschio, non ha importanza" concluse, e lo accarezzò con il becco.
Le altre anatre si guardarono stupite: "Era un maschio?!?" e cominciarono ad aggiustarsi il trucco.
"Andate, piccoli miei, divertitevi e nuotate bene!" disse infine Mamma-Anatra ai suoi piccoli.
"Grazie mamma!" disse il primo anatroccolo, tuffandosi. "Ciao mamma!" disse il secondo mente scendeva in acqua. "Ci vediamo dopo, mamma!" cinguettò il terzo con un quadruplo carpiato coefficiente 4.1! "Glug! Glug! Glug!" disse infine anatroppolo, che era di nuovo affondato come un sasso.
"Gioca a fare il palombaro!" disse Mamma-Anatra alle altre anatre, sforzandosi di sorridere.

L'anatroppolo, da quel giorno, purtroppolo, fu malmenato da tutti gli animali del cortile: le galline e le anatre lo picchiavano, mentre il tacchino, gonfiando le sue piume, lo gonfiava di botte. Perfino il fattore, quando lo vedeva, non resisteva alla tentazione di dargli quattro calci e palleggiare un po'.

Il brutto anatroppolo se ne stava ore sul fondo del laghetto. Era l'unico posto dove si sentiva al sicuro. Ma era molto infelice. Un giorno, stanco della situazione, scappò.
Rotola, rotola, il brutto anatroppolo si rifugiò, esausto, in una palude abitata da anatre selvatiche le quali, dopo averlo menato ben bene, accettarono di lasciarlo vivere in un posticino fra le canne. Fu così che il brutto anatroppolo scoprì le droghe leggere, passando da 'strapazzato' a 'strafatto'.
Arrivarono due oche selvatiche che, appena lo videro, suonarono come una campana il povero anatroppolo già di per sé abbastanza rintronato.
Improvvisamente, risuonò uno sparo. Poi un altro e un altro ancora. Insomma, c'erano spari ovunque e le due oche tosto caddero morte nell'acqua. Vennero raccolte dal cane pixelloso e ridanciano della Ninendo!

Il brutto anatroppolo approfittò della cortina fumogena per rotolare via il più velocemente possibile. Attraversò campi e prati, monti, mari e un centro commerciale (dove incontrò anche la TATA). Il tutto mentre infuriava una violenta tempesta!
Dopo qualche ora, arrivò ad una catapecchia la cui porta era socchiusa: l'anatroppolo vi si infilò dentro, sfondandola. Era la dimora di una vecchia donna che viveva con un gatto ed una gallina, alla faccia delle più elementari norme igieniche.
Alla vista dell'anatroppolo, il micio cominciò a chiocciare e la gallina cominciò a miagolare, tanto che la vecchietta, che aveva la vista scarsa ma naso buono, esclamò: "Cavoli non sentivo un odore di fumo così intenso dai tempi di Woodstock! Oh, guarda… Che ci fa qui la ruota di scorta di un Cherokee? Nooo! Non ci credo… È… È un'anatra! Che bellezza, avrò anche le uova… Purché non sia un'anatra maschio, naturalmente!"…
"Ho un brutto presentimento" pensò il brutto anatroppolo. Del resto non avrebbe potuto aver un bel presentimento nemmeno volendo, essendo lui brutto per definizione.
La vecchia attese tre lunghe settimane ma delle uova nemmeno l'ombra. Cominciò a domandarsi se fosse davvero un'anatra! A dire il vero il dubbio lo aveva avuto fin da subito.
Un giorno, il micio e la gallina, che finalmente si erano ripresi e che, se ancora non era stato detto, erano coloro che dettavano veramente legge nella stamberga, interrogarono l'anatroppolo:
"Sai deporre le uova?" domandò la gallina.
"No…" rispose l'anatroppolo un po' stupito.
"Sai fare la ruota?" domandò il gatto.
"Questo sì! O almeno, è da quando sono nato che dicono tutti che sembro una ruota…" rispose l'anatroppolo.
"Allora se non vuoi fare la ruota bucata, vai a sederti in quell'angolo e non muoverti più!" gli intimarono i due animali impugnando una calibro nove. Improvvisamente, un raggio di sole e un alito di brezza entrarono dalla porta, ancora sfondata, e proprio in quest'ordine.
L'anatroppolo ebbe subito una grande nostalgia della sua palude piena di canne; gli venne pure una gran voglia di nuotar… andare a fondo della faccenda e quindi scappò, rotolando lontano da quegli animali stupidi e cattivi (ma con un'ottima mira)!

L'autunno era alle porte. Le foglie degli alberi, imbarazzate, diventarono prima rosse e poi caddero, ancora più imbarazzate.
Una sera, il brutto anatroppolo vide alcuni bellissimi uccelli bianchi dal lungo… collo che volavano alti nel cielo, probabilmente diretti verso Casablanca.
Li guardò a lungo, girando come un gommone impazzito sull'acqua del laghetto: erano cigni!
Puntuale come l'orologio di Chuck Norris (che arriva primo spaccando il secondo), l'inverno arrivò freddo e più pungente che mai; l'anatroppolo faceva ogni giorno un bel po' di esercizi nel ruscello per riscaldarsi e non congelare. Da principio provò col nuoto sincronizzato… Ma non c'era nessuno a nuotare con lui! Poi provò con lo sci nautico ma rinunciò anche a quello perché il ruscello non era in discesa. Una sera dovette agitare molto forte le sue piccole zampe affinché l'acqua intorno a lui non gelasse: ma il ghiaccio lo accerchiava di minuto in minuto… finché, esausto e ghiacciato, svenne. Sembrava un'oliva in un martini.

Il giorno seguente, un contadino lo trovò quasi senza vita; ruppe il ghiaccio che lo circondava con un paio di battute simpatiche tipo: "Cosa chiede un'anatra ad un'altra anatra quando non la vede più? «Sei QUA? Sei QUA?»" e lo portò ai suoi ragazzi che subito lo circondarono per giocare con lui a pallone. Volevano proprio giocare con lui a pallone! Ahimè, il poveretto si c**ò addosso e si gettò prima dentro un bidone di latte e poi nella cassa della farina, trasformandosi in una specie di enorme Krapfen. Finalmente riuscì ad uscire e prese il volo inseguito dalla moglie del contadino che nel frattempo si era innamorata del brutto anatroppolo.

Ancora una volta il brutto anatroppolo scappò ben lontano per rifugiarsi, esausto, in un buco nella neve. Come a dire che era definitivamente passato alle droghe pesanti. Adesso sembrava veramente una ruota bucata. O un bucaneve. Si pippò pure quelli, comunque.
L'inverno fu lungo e le sue sofferenze molto grandi… Finalmente le allodole, che si erano distratte comprando degli specchietti da alcuni venditori, un bel giorno cominciarono a cantare ed il sole riscaldò così la terra nel tentativo di farle smettere. In men che non si dica, la primavera era arrivata!
L'anatroppolo si accorse che le sue ali, piene di buchi, battevano meglio di quelle di un ballerino di flamenco e che erano anche molto più robuste di prima. Avrebbe potuto volare molto più lontano, se non fosse stato per le leggi internazionali antidroga (era ricercato anche dall'interpol). Partì dunque per cercare nuovi luoghi e si posò in un prato fiorito a circa otto metri da dove stava prima. Un salice maestoso pucciava i suoi rami nell'acqua di uno stagno dove tre bellissimi cigni dal lungo… collo facevano evoluzioni graziose sulle note di Tchaikovsky. Conosceva bene quei meravigliosi uccelli! L'anatroppolo si lanciò disperato verso di loro gridando: "Ammazzatemi ragazze, non sono degno di voi!".

Improvvisamente si accorse del suo riflesso sull'acqua: che sorpresa! Che felicità! Non osava crederci: trentatrè centimetri di lungo… collo! Non era più un brutto anatroppolo grigio e ciccione… A causa di tutti quegli esercizi invernali era diventato un cigno snello e muscoloso: come loro!
I tre cigni si avvicinarono e lo accarezzarono con il becco (con la lingua), dandogli così il benvenuto, mentre alcuni ragazzi attorno allo stagno declamavano a gran voce la sua bellezza e la sua eleganza.
Mise la testa sotto le ali, quasi vergognoso di tanti complimenti e tanta fortuna, e ne estrasse un grosso bazo-oka: lui che era stato per tanto tempo un brutto anatroppolo era finalmente diventato come Schwarzenegger e Stallone messi insieme! Fu così che tornò da sua madre e dai sui fratelli ammazzando tutti quelli che in passato lo avevano maltrattato.

Stretta la foglia, la via a dorso di mulo,
Attento a non maltrattare gli anatroppoli o in futuro potrebbero farti il c***!

Poi...

Ho fatto un altro simpaticissimo quanto inutile video del nostro antico, antichissimo, mummificato giochino puzzle-arcade per Amiga 500: Top Tilers! In questo video, il secondo di una serie di ben tre video, possiamo bearci della schermata e della musica (di TYN!) del titolo del gioco!
Ed eccolo qua:




Veramente, quanto tempo perso...
Tempo che avremmo potuto impiegare meglio...
Andando al cinema per esempio (n.d.TATA)!

Nel prossimo episodio Nel prossimo post pubblicheremo l'ultimo video.

Ed ora, la nuova serie Biancaneve e i 777 nani!

Biancaneve e i 777 nani!
(dalla versione giapponese a puntate degli anni '70)
Episodio 2 - Viottolo, il nano di campagna (o di montagna).
In questa puntata, censurata in Italia, Biancaneve si rilassa calpestando Viottolo. Viottolo è felice di essere utile.

Cosa manca? Ah, già! Il proverbio del giorno:
"A tutto c'è rimedio fuorché alla forfora."

Stay discovered!

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