lunedì 6 gennaio 2020

11 strafatti di Nonno BCO sulla Befana che probabilmente avrete già letto un sacco di volte a letto!

Strip BCO e TATA del 06/01/2019 - Fra' Intendimenti. Ci starebbe bene se in background ora suonasse il tema di Terminator.

Scialve a tutti perché tutte le feste si porta via!
Oggi pubblichiamo felici e contenti: «11 strafatti di Nonno BCO sulla Befana che probabilmente avrete già letto un sacco di volte a letto!».
Ci scusiamo per la scrittura più oscena del solito, ma BCO ci ha un po' di febbre (potete immaginarvi come sta messo il suo cervello).

11 strafatti di Nonno BCO sulla Befana che probabilmente avrete già letto un sacco di volte a letto!
Perché 11 e non 10? Perché a Nonno BCO a un certo punto gli è salita la nostalgia.

1) Il nome “Befana” deriva da Epifanìa, trasformato in “Beffanìa” od ancora in “Strega di Beffanìa” per il sovrapporsi (cosa di moda al tempo) con la leggenda delle divinità pagane Abùndia e Sàtia (rispettivamente: “Abbondanza” e “Sazietà”, dee minori -quindi sotto i 18 anni- rappresentanti probabilmente della dea romana Diana e dei vari buffet “All-you-can-eat”) che volavano di notte sopra ai campi per renderli fertili (probabilmente usando la stessa tecnica dei piccioni). Dopo l'incidente contro l'auto di BCO e TATA, la “Beffanìa” perse le lettere “f”, la “ì”, la faccia, molti denti, il parziale uso degli arti inferiori e diventò finalmente Befana.

2) La parola (che vale un millesimo d'una immagine) “Epibefania” deriva invece dal BCO che come suo solito non ci ha capito il classico “tubo”, ma che siccome che alla TATA ci faceva ridere assai l'ha tenuta così.

3) Secondo alcune interpretazioni (primo qualificato: non pervenuto) largamente accettate in centro e nord Europa, la Befana si richiamerebbe (non rispondendosi) alla figura celtica di Perchta, assimilabile a sua volta alle figure di: Frigg in Scandinavia, Holda in nord Europa, Bertha in Gran Bretagna, Berchta in Austria, Svizzera, Francia e Nord Italia; è intesa come personificazione al femminile della natura invernale e viene rappresentata come una vecchia gobba con naso adunco (tra l'altro non sapevamo che le gobbe avessero il naso), capelli bianchi spettinati e piedi abnormi, vestita di stracci e scarpe rotte (probabilmente per via dei piedi abnormi), che aleggiando sopra i campi e i terreni di notte ne propizia la fertilità e viene festeggiata nei 12 giorni che seguono il Natale, culminanti in coincidenza con l'Epifania. Insomma è una specie di BCO, ma donna.

4) La sua figurina Panini-con-la-cotoletta-ecc... attuale nasce probabilmente (ma potrebbe essere solo un nostro delirio) attorno al 1200, ma a giudicare dal suo aspetto grinzoso dev'essere nata molto, ma molto prima. Il Cristianesimo ha caritatevolmente trasformato le sopraccitate divinità pagane nella figura di una malefica strega (che in quanto perversa e malvagia porta doni ai bambini) e il reparto marketing l'ha poi associata all'immagine della classica Strega per Amore(cit.) di Halloween...

5) ...Ma a differenza della tipica strega dell'immaginario collettivo, la Befana cavalca scì una bella scopa, ma a rovescio (con la punta del manico verso terra e con il mazzo di ramaglie rivolto verso l'alto), e non ha il cappello a punta ma un fazzoletto (o bandana) sulla testa, che come ogni Biker che si rispetta abbassa coprendo naso e bocca quando la Route 66 si fa troppo polverosa.

6) Il racconto ufficiale della sua leggenda è il seguente (per gentile concessione de «I racconti di Mamma BCO»):
Come tutti sanno, la Befana si festeggia il 6 gennaio, giorno dell'Epifania, festa religiosa che ricorda la visita psichiatrica dei tre Re Magi (avvenuta molto prima di trasformarsi in dadi da brodo) a Gesù bambino. I quattro: Melchiorre, Baldassarre, Gaspare e Zuzzurro attraversarono molti paesi guidati da una stella (tra l'altro primo esempio di navigatore satellitare) e in ogni luogo da essi raggiunto e visitato gli abitanti accorrevano per unirsi a loro, anche in matrimonio (perché probabilmente erano molto belli); ci fu soltanto una vecchietta che in un primo momento voleva venire (vista l'età era anche comprensibile), ma che al novantesimo minuto su segnalazione del guardialinee cambiò idea e si rifiutò di seguirli. Il giorno dopo, pentita, cambiò nuovamente idea (perché in quanto donna era “mobile qual piuma al vento”, ma secondo noi più come un comodino) e, stavolta rifiutandosi di rifiutare, cercò di raggiungere i Magi che però erano ormai troppo lontani, perché i loro cammelli erano veloci assai avendo essi vinto più e più volte il Camel Trophy. La vecchietta non vide mai Gesù bambino, ma solo un'umile catapecchia bruciata e due aitanti figure, l'una con ali di pipistrello, l'altra simile a un pettirosso, dileguarsi nella notte. Da allora, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, volando su una scopa (perché era molto brava a scopa) e con il suo sacco sulle spalle (per via del catetere), passa per le case a portare ai bambini buoni i doni che non ha dato a Gesù.

7) Esistono molte diverse versioni (circa quindici o addirittura venti, dipende dalla ventilazione) della filastrocca che inizia colla celebre scrofa strofa: "La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte...", ma noi ricordiamo solo quella “Trullallà!” cantata da Gianni Morandi.

8) In principio fu in parte associata alla figura di Santa Lucia (che già portava i doni ai bambini prima che ci pensasse la Coccola-Cola), per questo è molto buona coi bambini (e stranamente con la TATA in particolare).

9) La figura (o figurina Panini-con-la-cotoletta-ecc..., perché piccola e perché amante del salame) di “vecchina” deriva molto probabilmente da una personificazione simbolica dell'anno vecchio, appena sì trascorsosi lui, eh!

10) In molte zone è tradizione bruciare un fantoccio con vestiti vecchi, proprio per simbolizzare in modo simbolico la fine dell'anno vecchio e l'inizio dell'anno nuovo nuovamente iniziato. Dalle nostre parti per esempio si usa “Brusare la strìa!” (che, per i non bilingue, in veneto significa: “Bruciare la strega!” o “Bruciare il BCO!”).

11) Il buon (e compianto) papà Giovanni (il papà di BCO, anche noto con il nome di “Papà Giovanni XXIII” o “Papà buono!” o ancora “Sig. Giovanni!” come usava chiamarlo la TATA) ci raccontava spesso di come quando da piccolo l'unica festività in cui i bimbi ricevevano doni era proprio l'Epifania (o appunto “la Befana”); di solito si trattava di un numero imprecisato di bagigi, noci, arance, mandarini e se andava di mulo(refuso) anche qualche caramella, infilati in una calza (proprio un calzino vero)... E ai suoi tempi (immaginatevi com'era la vita nel primo dopoguerra) per un bambino questo era il “paradiso” (probabilmente anche degli acari).
Pensiamoci due volte, perché per noi e per voi che state leggendo è un altro giorno in paradiso. Meditiamo su questo (cit. Collins)!

E ora l'ennesima strip già pubblicata in anteprima su FacebooTW per gli amici di FacebooTW ma che nonostante tutto rimane comunque uno schifo:




Frase celebre del giorno:
Can che abbaglia non morde.
A.N.A.S.

Proverbio del giorno:
L'erba del vicino è sempre più verde perché è sintetica.

L'amore NON è...
...riuscire a indovinare cosa pensa il/la partner.

Il “pensierino del giorno” di BCO:
Ma quando un Puffo cambia casa con quella vecchia ci fanno il risotto?

Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se una rondine da sola si annoia, please stay tuned!

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