mercoledì 11 dicembre 2019

La leggenda del pettirosso supereroe, la fiaba natalizia che rende felici i bambini quando non viene loro raccontata!

Strip BCO e TATA del 11/12/2019 - “BCO deve far ridere tutti quanti! È la sua missione nella vita.” (TATA)

Scialve a tutti perché c'è nell'aria una certa atmosfera Natalizia e salutare!
Potevamo mai mancare di pubblicare il tradizionale «Racconto (sepolto) sotto l'albero di Natale!» di Mamma BCO sotto le feste? Sì, ovviamente!
Ma noi siamo disgraziati ed ecco spiegatto il perché il post di oggi si concentra proprio su quel racconto (seppellito) sotto l'albero di Natale di Mamma BCO (il racconto è di Mamma BCO, ma a pensarci bene anche l'Albero di Natale) che risponde al nome di «La leggenda del pettirosso supereroe.».
Buona visione (perché la lettura di questo racconto causa effetti allucinogeni)!

La leggenda del pettirosso supereroe.
Una delicata leggenda (e anche un po' scrivenda) natalizia da leggere a tutti i bambini di Tim Burton(?) scritta da Mamma BCO, ovviamente ubriaca di vin brulé.

Era la notte di Natale in un'umile capanna zoo-riscaldata della Palestina. Attorno al Bambino Gesù appena nato si stringevano la mamma Santa Maria (assieme alle sue ancelle Niña, la più giovane, e Pinta, sempre ubriaca) ed il papà San Giuseppe (che in seguito fu appunto fatto Santo ma mai caravella), i quali, poverini, battendo i denti come se fossero nacchere, per scaldarsi si dimenavano e battevano le mani sul proprio corpo in un modo tale e con tanta abilità che, successivamente, vennero scritturati per esibirsi in un appassionato flamenco nella nota trasmissione televisiva: “Ballando con le Stelle Comete”. A parte l'alito fetente del bue e dell'asinello (i quali facevano allegramente filò dopo aver mangiato: spaghetti aglio-olio-peperoncino, frittata con le cipolle e sformato di gorgonzola e noci) a riscaldare l'ambiente v'era solo un piccolo fuocherello, acceso con i pochi sterpi e i pochi ramoscelli (ma con i numerosi fascicoli di carta dei tanti, troppi, volantini pubblicitari dei centri commerciali locali) che il nostro San Giuseppe era riuscito fortunosamente a rimediare.

In quella capanna, avea cercato e trovato riparo anche un simpatico uccellino. Era un uccellino molto piccolo (quasi come la TATA) col piumaggio marrone; se ne stava accovacciato in un piccolo angolo tra le tarlate travi che sostenevano il traballante tetto dell'umile capanna (perché non era una ca-panna ca-montata, n.d.BCO)(SBONK! N.d.TATA) pregando la Santa Famiglia che si trovava proprio sotto di lui che il suddetto tetto non gli cascasse in testa. Dalla sua posizione privilegiata l'uccellino aveva assistito con malcelata commozione alla nascita del portentoso Bambinello e all'infinita tenerezza e delicatezza con cui Maria e Giuseppe lo avevano curato e cullato, nonostante come detto fossero costantemente preda degli spasmi e dei tremori causati dall'intenso freddo notturno. Da parte sua, il povero Gesù Bambino era stato talmente shakerato (non mescolato) che credeva di essere nato per sbaglio in Giappone (paese noto per i frequenti terremoti).

Oltre all'uccellino, a un cuculo che segnava le ore, al bue e all'asinello, nell'ampia stanza c'era pure un freddo porco, ma nonostante tutto quel freddo porco (che era grosso maiale in preda a ipotermia), un po' perché sfiniti dalla lunga e faticosa giornata -ma soprattutto dall'involontario ballo di San Vito (che faceva loro da coreografo) causato come detto dalle basse temperature- e un po' per via del monossido di carbonio che stava saturando l'aria nella capanna, Maria e Giuseppe caddero addormentati, per non dire svenuti (battendo pure la testa a terra, perché alla sfortuna non c'è limite), e là rimasero. Il fuocherello che nonostante fosse molto piccolo (quasi come la TATA) garantiva quel minimo di riscaldamento si stava spegnendo, non essendoci rimasto molto ossigeno nell'ambiente ad alimentarlo. L'uccellino pensò che fosse finalmente giunto per lui il momento di “brillare” (cioè di comportarsi come il vero protagonista della storia), e cominciò a darsi da fare: volò sotto il nido del cuculo e posizionatosi davanti al fuocherello prese a sbattere le ali come un forsennato (tanto che venne notato pure lui da San Vito) per smuovere l'aria e attizzare così le braci.

Accadde tutto in un lampo: l'incendio divampò a causa di alcune faville sprigionate dai tizzoni del fuocherello, le quali, spostate poi dal vento prodotto dal piccolo (quasi come la TATA) uccellino, aveano raggiunto un cumulo di paglia veramente troppo vicino, il quale a sua volta produsse ed alimentò tali fiamme che aggredirono facilmente le tarlate travi di legno della capanna, accendendole (e facendo scappare tutti i tarli, tra l'altro); e così via per il resto dell'abitazione.
«Volevo brillare, ma non così!» si disse l'uccellino che, preso dal panico, cercò di portare fuori gli occupanti della catapecchia, ma inutilmente perché logicamente era troppo piccolo (quasi come la TATA)! Fu in quella che l'uccellin s'accorse che il chiarore delle fiamme gialle (che lo costrinsero tra l'altro a una bella auto-verifica fiscale), passando per la finestrella tonda visibile in alto sulla facciata della capanna, proiettava un fascio di luce proprio sulle nuvole di fumo prodotte dall'incendio stesso. Non ci pensò due volte: spalancò le alucce, le posizionò un modo a dire il vero un po' atipico per lui e si mise impettito proprio davanti al fascio di luce, proiettando così nel cielo... Il simbolo di BATMAN! Esausto, alla fine l'uccellino perse i sensi pure lui.

Epilogo.
Guidato dall'improvvisato bat-segnale del piccolo (quasi come il cervello di BCO) uccellino, BATMAN arrivò come un sol-uomo a salvare non solo tutti gli animali presenti ma soprattutto la Santa Famiglia, la quale, rimasta senza casa, dovette in seguito essere ospitata nella stalla del bue e dell'asinello per l'Epifania (la qual cosa fu un bene perché il re Erode già li stava cercando per far “la festa” al piccolo).
Il porco guarì dall'ipotermia, ma per miracolo si trasformò in porchetta.
Il cuculo volò sopra il suo nido, in Svizzera, portando con sé i tarli. Da allora tradizionalmente lo stato elvetico produce orologi a cucù e formaggio coi buchi.
...E il nostro amico pennuto?
L'uccellino dopo aver ripreso (con una telecamera di sicurezza) i sensi, vergognandosi di aver involontariamente causato l'incendio, decise che sarebbe diventato un uccel-di-bosco e che si sarebbe dato alla macchia: si era infatti accorto di avere un talento naturale per le macchie, visto che se ne era procurata una grande e rossa sul petto probabilmente causata dall'eccessiva esposizione al calore che gli aveva arrossato tutte le piume, e una piccola e nera verso sinistra, probabilmente causata dalla fuliggine (macchia che tra l'altro ricordava vagamente una “erre”).
«Addio BATMAN! Fuggirò lontanto (cioè: “Tanto lontano!”. Gli uccellini parlano e scrivono sulla tastiera molto in fretta, e quindi ogni tanto s'inventano le parole). Ma grazie per avermi salvato la vita... Ed anche il Natale!», disse imbarazzato (anche di stomaco) l'uccellino.
«Cos'è il Natale?» si chiese il super-detective BATMAN che sentiva quel termine per la prima volta. Poi aggiunse ieratico: «Qual è il tuo nome, ragazzo?».
«Non ho un nome...», rispose il piccolo (quasi quanto la TATA) volatile.
Il nostro supereroe, guardando l'uccellino (attenzione ai doppi-sensi) dritto nelle palle degli occhi disse: «Da oggi in poi sarai il mio partner. Ti chiamerai ROBIN, il pettirosso!».
Il “pettirosso” non stava più nelle sue piume: «Per i mille abeti-decorati di Bethlehem-City... Grazie BATMAN!» pigolò, e pigolando (vide una barca in mezzo al mare, era una barca che andava a vapore, e alzava una bandiera tricolore) aggiunse: «Ma cos'è un pettirosso?».
«Qualcosa legato al Natale.» rispose laconico il super-amico, accennando un sorriso al piccolo (quasi quanto... Avete capito!) pennuto. E i due si librarono nella notte, portando poi bambini a tutti i doni del mondo, in ricordo perenne dell'avventura che vide nascere in quella magica notte una solida amicizia ma soprattutto il famoso Dinamico-Duo.

Larga la foglia, grossa la spesa,
per Natale BCO riceverà una convocazione in tribunale per violazione plurima di copyright da parte di DC comics assieme alla scomunica da parte della Chiesa.


THE END



Va ora in onda la strip che detiene il primato d'esser stata la prima ad essere anteprimata su FacebooTW (per gli amici di FacebooTW) in anteprima da quel primate del BCO (che ha reso quella dell'evoluzione una teoria del cavolo) senza che il BCO combinasse qualche pasticcio (cosa che di soltio fa):



Frase celebre del giorno:
Beep! Beep!
Segnalatore acustico elettrico da auto (citando Road Runner)

Proverbio del giorno:
Gli avari bugiardi hanno braccia e gambe corte.

L'amore NON è...
...abilità con Photoshop.

Il “pensierino del giorno” di BCO:
Ho scoperto di amare il pericolo quando ho capito che mi piace togliere dal PC le chiavette USB senza la "rimozione sicura".

Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se non siamo mica qua a fare la ceretta al pelo nell'uovo, please stay tuned!

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