sabato 1 ottobre 2016

Hänsia e Gratin - Terza parte.


Scialve “a-tutti-voi-simpatizzanti-del-panino-con-la-cotoletta”!
Per voi sognatori amanti del rosa e delle mucose sane va ora in onda (la famosa grande onda di Kanagawa) la terza e ultima parte della quasi-semi-nuova straordinaria (nel senso che è stata scritta durante le ore notturne) fiaba di Mamma BCO (in tre parti, altrimenti la TATA non ci si appassionava) intitolata: «Hänsia e Gratin»!
Buona illuminazione! Namasté e karkadè a voi tutti!

Hänsia e Gratin!
Rivisitazione in chiave (più o meno) umoristica della quasi omonima fiaba dei fratelli Grimm intitolata: «Hänsel e Gretel».
(testo originale tratto -di mare- da internet e rimaneggiato stupidamente da BCO)

(cliccare qui per leggere la prima parte)
(cliccare qui per leggere la seconda parte)

Riassunto delle puntate precedenti:
La madre dei piccoli Hänsia e Gratin Boscaiolo, residenti in provincia di Firenze, al fine di risolvere tutti i suoi problemi economici decide di abbandonare, nonostante il parere contrario del marito (il sig. Boscaiolo che è anche il padre dei pargoli) la propria prole in mezzo al bosco. I bambini dispersi nel bosco trovano dopo varie peripezie una casina fatta di pane e cotoletta alla milanese e ricoperta di focaccia unta alle cipolle (ma con le finestre di vetro di Murano) e vengono accolti caldamente da una gentile vecchina che farebbe schifo anche al mostro di Lockness!

Terza e ultima parte.

La vecchia era in realtà una strega cattiva di nome Grimilde che attendeva con impazienza l'arrivo dei bambini e che, per attirarli, aveva costruito la sua casetta di panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai e focaccia unta alle cipolle. C'era una puzza di fritto peggio che a stare dentro alla cucina di una friggitoria clandestina d'estate e con le finestre chiuse!
Quando un bambino cadeva nelle mani della strega cattiva, ella lo purgava, lo uccideva, lo puliva (al giorno d'oggi non puoi mai sapere dove può essere stato un bambino), lo cucinava e lo mangiava perché era comunista (lei, non il bambino); poi lo digeriva e grazie a un potente lassativo... Per lei quello era un giorno di festa!
Era proprio felice che Hänsia e Gratin fossero capitati lì perché era stanca di focaccia alle cipolle e c'era già una voragine nel tetto. Di buon mattino, prima che i bambini fossero svegli, ella si alzò, andò ai loro lettini, e quando li vide riposare così dolcemente, si rallegrò e mormorò a sé stessa:
"Saranno un buon bocconcino per me!" ma non si capì con sé stessa perché era anche sorda e mormorava troppo piano. Poi afferrò Hänsia con ansia e lo rinchiuse in Stia (frazione del comune sparso di Pratovecchio Stia, sempre in Toscana). Quando questi si svegliò, si trovò ansiosamente circondato da una grata (che non era un'altra sua sorella ma una rete di ferro molto riconoscente), come un pollo da ingrassare, e poteva fare solo pochi passi montani. Poi la vecchia svegliò Gratin con uno scossone, grazie all'ausilio di un paio di defibrillatori, e le gridò con un filo di voce (che in realtà era una prolunga elettrica di ventri metri):
"Alzati, poltrona Fräu-lein! Prendi dell'acqua e vai in cucina a preparare qualcosa di buono; tuo fratello è là in Stia (in provincia di Arezzo) e voglio ingrassarlo per poi mangiarmelo; tu dovrai dargli da mangiare."
Gratin si spaventò, e tanto per cambiare pianse, ma dovette fare quello che voleva la strega.

Ora ad Hänsia venivano cucinati ogni giorno i cibi più squisiti: tonno in scatola al naturale, croccantini per gatti, bustine di ketchup e del buon dado da brodo, perché Gratin non sapeva proprio cucinare. Gratin invece non riceveva altro che gusci di gambero (è così anche nell'originale, noi non c'entriamo stavolta! N.d.BCO e TATA). Ogni giorno la vecchia veniva, nonostante l'età (sic!), e diceva:
"Hänsia, sporgi il tuo dito mignolo, che voglio capire se sei ingrassato!"
Ma Hänsia porgeva invece, sempre impazientemente, alla megera un'altra parte anatomica molto importante e ad ogni volta lei si meravigliava di come quel «dito mignolo» fosse così piccolo, caldo e molliccio; in realtà la vecchia maga palpeggiava ogni giorno il lobo dell'orecchio sinistro di Hänsia (a cosa stavate pensando?). Dopo quattro settimane di dieta forzata, una bella sera la befana fuori stagione disse alla piccola Gratin:
"Non startene lì impanata! Vai a prendere dell'acqua, svelta! Grasso o magro che sia, domani ammazzerò il tuo tremolante fratellino e lo cucinerò! Nel frattempo, per ingannare l'attesa, mi dedicherò al mio hobby preferito: impastare il pane da cuocere nel forno."
Con il cuore grosso per via della valvola mitrale spanata, Gratin portò faticosamente in casa l'acqua (che era appunto acqua pesante, ricca di deuterio) minerale gassata nella quale doveva essere bollito Hänsia. Dovette poi alzarsi di buon mattino sapendo di dover correre più forte o verrà uccisa dal leone, ma anche per accendere il fuoco e appendere il paiolo pieno d'acqua sul gancio della catena del focolare per la cena della vecchiaccia!
"Ora fai attenzione!" disse la strega rivolta al muro perché era pure orba come una talpa morta:
"Accendo distrattamente il fuoco nel forno per cuocere il pane."
Gratin era in cucina e piangeva a calde lacrime (perché s'era messa nuovamente troppo vicina al fuoco) mentre pensava:
"Ci avessero divorato quei simpatici lupi con i blue-jeans saremmo almeno morti insieme, senza dover sopportare questa pena e ben cinque film di Twilight, e io non dovrei far bollire l'acqua che deve servire per la morte di mio fratello. Buon Dio, aiuta noi, miseri bambinelli, perché potrebbero fare anche un sesto film!"

La vecchia gridò, sempre rivolta al muro:
"Gratin, vieni subito qui al forno o ti cucino al gratin!" e quando Gratin arrivò, la babbiona disse:
"Dai un'occhiata dentro se il pane è ben cotto e dorato; i miei occhi sono eufemisticamente deboli e io non arrivo a vedere fin là dove l'uomo non è mai stato prima. E se anche tu non ci riesci, siediti sull'asse: ti spingerò dentro, così potrai controllare meglio."
Ma la perfida fattucchiera (di tanto in tanto emetteva anche fattura, quando non lavorava in magia in nero) aveva chiamato là Gratin perché‚ pensava, una volta cacciatala dentro al forno, di chiuderlo e di farla al gratin per mangiarsi pure lei. Ma Dio che su queste cose ne sa una più del libro ispirò alla fanciulla un'idea, ed ella (la fanciulla non l'idea) come una sola donna e con voce seducente rispose:
"Non so proprio come fare! Fammi vedere tu per prima, cara bacucca: siediti sull'asse e io ti spingerò dentro."
La vecchiarella, conoscendo le capacità della piccola piagnona ai fornelli, non ebbe il benché minimo sospetto e si sedette sull'asse e, siccome era diventata leggera per via della succitata dieta forzata di quattro settimane, Gratin poté spingerla facilmente dentro e il più in fondo possibile; poi chiuse in fretta la porta del forno e mise il paletto di Braccio di Ferro. Allora la vecchia incominciò a gridare e a lamentarsi nel forno bollente, ma Gratin scappò via al grido di:
"Burn baby burn! Disco inferno! Burn baby burn! Burn that mother down!"[1] ed ella, la strega cattiva, dovette bruciare miseramente!

Gratin corse da Hänsia, gli aprì la porticina di scatto e gridò:
"Salta fuori Hänsia, siamo liberi!"
Ad Hänsia venne un principio d'infarto ma si riprese quasi subito e saltò fuori come un lontano parente alla lettura del testamento del caro estinto-re(?). Ed essi piansero di gioia e si baciarono appassionatamente, in modo un tantinello incestuoso a dire il vero. La cameretta della vecchia era piena di giarrettiere, parrucche ma soprattutto di ori, perle e di pietre preziose: essi se ne riempirono le tasche ed infine uscirono per cercare la (lunga) via che li avrebbe ricondotti a casa. La casa di pane e cotoletta alla milanese e ricoperta di focaccia unta alle cipolle esplose con gran fragore alle loro spalle, mentre i due ragazzi, con fare deciso, si allontanavano da essa come in una scena al rallentatore.
Giunsero a un gran fiume inquinato da metalli pesanti (probabilmente l'Arno d'argento che specchia il firmamento) che non erano in grado di attraversare. Allora la sorellina al gratin vide un'anatroppolo grigio di settantacinque chili rotolare di qua e di là sul fondo del fiume, e gli gridò:

Ah, caro anatroppolo,
dacci una mano ad attraversare,
oppure ti spappolo!
"

Udite queste parole, l'anatroppolo, che era anche parecchio brutto, si avvicinò rotolando e li salutò con un caldo sorriso e con un: "Glug! Glug! Glug!". Poi trasportò prima Gratin e poi Hänsia dall'altra parte del fiume. Inutile dire che si bagnarono, ma gliela fecero ad attraversare.
Dopo otto mesi ritrovarono finalmente la loro casa: il padre si rallegrò di lì-quore quando li ri-vide poiché non aveva più avuto un giorno di felicità da quando i suoi bambini non c'erano più, ma soprattutto da quando il dottore gli aveva assolutamente proibito di bere alcolici. La madre invece era morta di crepacuore alla notizia della dipartita della sorella Grimilde, trovata carbonizzata dentro a un forno, vestita come John Travolta in La febbre del sabato sera e con i capelli vezzosamente vaporosi e cotonati.

Epilogo...

Grazie ai tesori sgraffignati dalla casa della strega, Hänsia potè finalmente pagarsi l'analisi e uscire dal suo stato d'ansia; ebbe però presto una crisi di identità, ma superò anche quella.
La piccola Graten divenne una grande cuoca, famosa per i suoi tagliolini al pesto. Lo sappiamo, siamo un po' delusi anche noi.
E vissero tutti felici e contenti, ma soprattutto il Sig. Boscaiolo ch'avea finalmente vinto la sua battaglia contro l'alcolismo!

Larga la foglia, stretto il viale,
non tormentate i bambini o finirete male!


Pinna.
(che in inglese si scrive «Fin.»)

NOTE:
[1] Disco Inferno è il secondo album dei The Trammps, pubblicato nel 1976 per l'etichetta Atlantic Records; contiene la canzone Disco Inferno, inserita nella colonna sonora de La febbre del sabato sera.

Anche se cercando meglio non trovaste di meglio, please stay tuned!

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