mercoledì 29 aprile 2015

Il fresco Principe ranocchio cerca moglie!


Scialve a tutti!
Stavolta io e TATA abbiamo preparato una fiaba. Ma non leggetela ai vostri bambini a meno che non abbiano già compiuto i 25 anni d'età (o si addormenteranno per sempre)!

Il fresco Principe ranocchio cerca moglie!
Favola (vagamente ambigua) di Jakob e Wilhelm Grimm, scritta dopo una gara di bevute, finita in rissa.
Testo originale tratto da questa pagina.

Nei tempi antichi, quando desiderare serviva ancora a qualcosa e la schiavitù era legale, c'era un re, le cui figlie erano tutte belle, ma la più giovane era così bella che stava sulle palle un po' a tutti quanti ma soprattutto al re. Vicino al castello del re c'era un gran bosco tenebroso. Dovete sapere che tutti i re amano coltivare appena fuori dal loro castello un bosco tenebroso! E nel bosco tenebroso, sotto un vecchio tiglio tenebroso (ormai in pensione), c'era una fontana (tenebrosa): nelle ore più calde del giorno, quando i cowboy si sfidavano a duello e le pallottole cominciavano a fischiare da tutte le parti, la principessina andava nel bosco e sedeva sul ciglio della fresca sorgente; e quando si annoiava, prendeva due palle così, ma d'oro e a caso, e le buttava in alto e le ripigliava; e questo era il suo gioco preferito: far saltare le palle a chiunque.
Ora avvenne un giorno che le palle d'oro della principessa, che si chiamava Gaetano, non ricaddero nella delicata manina dalla presa erculea ch'essa tendeva in alto, ma caddero a terra e rotolarono proprio nell'acqua. La principessa le seguì con lo sguardo, ma le palle sparirono sprofondando assieme ad un brutto anatroppolo che stava scendendo pure lui a peso morto facendo: "Glug! Glug! Glug!", e la sorgente era profonda, profonda a perdita d'occhio. Non a caso l'acqua era piena di occhi di vetro, persi da chissà chi. Allora la principessa cominciò a piangere, e pianse sempre più forte che pareva che le fontane ora fossero due, e non si poteva proprio consolare. Ci provò anche un console che passava di là ma a causa di un pasticcio burocratico al consolato non gli riuscì proprio di consolarla.
E mentre così piangeva, qualcuno le gridò:
"Che hai, principessa? Tu piangi da far pietà ai sassi."
Ella si guardò intorno, per vedere donde venisse la voce, e vide una grossa rana, che si chiamava Giovanni, che sporgeva dall'acqua la grossa testa deforme:
"Ah, sei tu, vecchio sciaguattone!"[1], disse:
"Piango per la mie palle d'oro, che mi son cadute nella fonte."
"Cos'è uno sciaguattone?" chiese il ranocchio, che poi aggiunse:
"Chétati[2] e non piangere, ghe pensi mi; ma che cosa mi darai, se ti ripesco le tue palle?"
"Quello che vuoi, caro ranocchio," diss'ella:
"I miei vestitini, le mie perle e i miei gioielli, magari la mia corona d'oro."
Il ranocchio rispose:
"Le tue vesti, le perle e i gioielli e la tua corona d'oro io li voglio minga: ma se mi vorrai bene, se potrò essere il tuo amico e compagno di giuochi[3], specie a poker, seder con te alla tua tavolina, mangiare dal tuo piattino d'oro, bere lambrusco[4] dal tuo bicchierino, dormire nel tuo lettino, usare il tuo spazzolino da denti: se mi prometti questo; mi tufferò e ti riporterò le palle d'oro."
"Ah sì," diss'ella:
"Ti prometto tutto quel che vuoi, purché mi riporti le palle." l'apostrofò la principessina che essendo appunto senza palle era pure piuttosto vulnerabile.
Ma dentro di sè pensava:
«Cosa va blaterando questo stupido ranocchio, che sta nell'acqua a gracidare coi suoi simili, e non può essere il compagno di una creatura umana! Va bene che Kermit la Rana sta assieme a Miss Piggy[5], ma sono comunque entrambi animali, seppur di peluche. Ora che ci penso, come diavolo faccio a capire cosa sta dicendo questo ranocchio? Sarà mica qualcosa che ho mangiato? Cavolo mi si è smagliata una calza?!?...».
Ottenuta la promessa (perché era pure scout) il ranocchio mise la testa sott'acqua, si tuffò e poco dopo tornò remigando[6] alla superficie; aveva il cuore in gola per lo sforzo e le palle in bocca percé non ci stavano in nessun altro orifizio (e non aveva tasche, com'è logico) e le vomitò sull'erba. La principessa, piena di gioia al vedere i suoi gingilli e contemporaneamente disgustata nel constatare che erano coperti di bava di rospo, li raccolse con delle pinze d'oro all'uopo preposte e corse via.
"Aspetta, aspetta!" gridò il ranocchio:
"prendimi con te, io non posso correre come fai tu."
A dire il vero nemmeno la principessa avrebbe potuto correre in quel modo ma i pistoleri non avevano ancora finito di regolare i propri conti e la fanciulla dovette farsi strada tra le pallottole.
Ma a che gli giovò a quel povero rospo gracidare con quanta fiato aveva in gola, a parte vincere un paio di Grammy Award[7]? La principessa non l'ascoltò. Anzi la timida fanciulla lo centrò dritto in mezzo agli occhi con un sasso grosso quanto una palla da baseball, raccolto chissà dove mentre fuggiva. Poi corse come un sol uomo a casa e ben presto aveva dimenticata la povera bestia, che dovette essere ricoverata in prognosi riservata per trauma cranico.
Il giorno dopo, quando si fu seduta a tavola col re e tutta la corte (tutti visibilmente infastiditi dalla bella fanciulla), mentre mangiava dal suo piattino d'oro una fetta di pizza ai peperoni - plitsch platsch, plitsch platsch - qualcosa salì balzellon-balzelloni la scala a pioli di marmo del castello, e quando fu in cima bussò alla porta e gridò:
"Figlia di re (per non dir di peggio), piccina, aprimi!"
Ella corse a vedere chi c'era fuori, ma quando aprì con la sua manina il portone (che pesava diverse tonnellate) si vide davanti il ranocchio.
Allora sbatacchiò precipitosamente il portone (sempre con una mano sola) in faccia al povero rospo, e sedette di nuovo a tavola, piena di paura. Il re si accorse che le batteva forte il cuore, e visibilmente divertito della situazione (ricordiamo che la principessina suscitava le antipatie di tutti, soprattutto del re), disse con un simpatico tono da sfottò[8]:
"Di che cosa hai paura, bimba mia? Davanti alla porta c'è forse un gigante che vuol rapirti? No, lo dico perché, nel caso, io non ne so niente, eh?"
"Ah no," rispose ella:
"Non è un gigante, ma un brutto ranocchio. Però bello grosso."
"Che cosa vuole da te?"
"Ah, babbo mio, ieri, mentre giocavo nel bosco tenebroso vicino alla fonte tenebrosa, m'annoiai a tal punto che le mie palle d'oro rotolarono nell'acqua. E perché piangevo tanto, il ranocchio me le ha ripescate; e perché ad ogni costo lo volle, gli promisi che sarebbe diventato il mio compagno a poker; ma non avrei mai pensato che potesse uscire da quell'acqua specie dopo la sassata che gli avevo tirato. Adesso è fuori e vuol venire da me."
Intanto si udì bussare per la seconda volta e gridare:
"Figlia di re, piccina, aprimi! Sto sanguinando e mi gira la testa!" e aggiunse:
"Non sai più quel che ieri m'hai detto vicino alla fresca fonte (tenebrosa)? Figlia di re, piccina, aprimi!"
Allora il re disse, sempre più divertito:
"Quel che hai promesso, devi mantenerlo; va' dunque, e aprilo!"
Ella andò e aprì il portone; il ranocchio entrò e, sempre dietro a lei e in modo deliziosamente ambiguo, saltellò fino alla sua sedia.
Lì si fermò e gridò con un grido:
"Sollevami fino a te."
La principessa esitò, ma il re, trattenendo le risate, le ordinò di farlo. Appena fu sulla sedia, il ranocchio volle salire sul tavolo e, leggendo correttamente l'atmosfera, quando fu sul tavolo disse:
"Ora mi sento più sollevato!"
I commensali scoppiarono in una fragorosa[9] risata!
"Adesso avvicinami la tua padellina d'oro, cosicché io possa fare 4 salti in padella!"[10]
Ora tutti ridevano fino a spanciarsi.[11]
La principessa obbedì, ma si vedeva benissimo che lo faceva controvoglia.
Il ranocchio mangiò con appetito, ma a lei per il nervoso quasi ogni boccone rimaneva in gola.
"La principessa ha forse un rospo in gola?"[12] chiese il rospo al re che stava quasi cadendo dalla sedia dal gran ridere!
Infine lo rospo disse, tutto d'un rutto:
"Ho mangiato a sazietà e sono stanco; adesso portami nella tua cameretta e metti in ordine il tuo lettino di seta: andremo a «dormire»."
E lo disse fissandola ed alzando ripetutamente e celermente le sopracciglia.
La principessa si mise a piangere: aveva paura del freddo ranocchio, che non osava toccare per paura della salmonellosi[13] e che ora doveva dormire nel suo bel lettino pulito.
Ma il re che ormai non tentava più nemmeno di trattenersi dal riderle in faccia, le disse:
"Non devi disprezzare chi ti ha aiutato nel momento del bisogno."
Allora ella prese la bestia con le famose pinze d'oro, la portò di sopra e la mise in un angolo. Lei si mise nell'altro angolo e al suono del gong l'incontro cominciò.
Il ranocchio venne saltelloni (qui i doppisensi si sprecano) e disse:
"Sono stanco, voglio dormir bene come te: tirami su, o lo dico a tuo padre."
E lo disse nuovamente fissandola ed alzando ripetutamente e celermente le sopracciglia.
Allora la principessa si in****ò come una vipera, lo prese con le solite pinze e lo gettò con tutte le sue forze contro la parete, sfondandola e vincendo così l'incontro per K.O. alla prima ripresa:
"Adesso starai zitto, brutto ranocchio!"
Ma quando cadde a terra, non era più un ranocchio: era un fresco principe di Bel-Air[14] e dai begli occhi ridenti. E in mezzo ai begli occhi ridenti aveva un enorme secondo bozzo. Ora, con due enormi bozzi sulla fronte, più che un rospo sembrava un capretto.
Per volere del padre (che come abbiamo visto era un gran burlone), egli era il suo caro compagno e sposo.
Le raccontò che era stato stregato da una cattiva maga (sadica) e nessuno, all'infuori di lei - unica persona in tutto il reame alla quale riusciva di lanciare palle d'oro di due chili a 150Km/h - avrebbe potuto lanciarlo contro un muro e così liberarlo. Il giorno dopo sarebbero andati insieme nel suo regno. Poi, contuso e felice, il povero principe perse finalmente i sensi e, visto che non c'era nient'altro da fare, anche la principessa si addormentò.
La mattina dopo, quando il sole li svegliò provocando loro un'ustione di secondo grado, arrivò una carrozza con otto cavalli fiscali[15] bianchi, che avevano pennacchi bianchi sul capo e pure sotto e i finimenti d'oro bianco; e dietro c'era il servo del giovane re, il fedele Emilio, che però era nero.
Il fedele Emilio si era così afflitto, quando il suo padrone era stato trasformato in ranocchio, che si era fatto mettere tre cerchi di ferro intorno al... chiamiamolo «cuore», va', affinché non gli «scoppiasse». Insomma, praticamente dei veri e propri piercing[16], che vanno tanto di moda oggigiorno. Ma ora la carrozza doveva portare il giovane re nel suo regno; il fedele
Emilio vi fece entrare i due giovani, salì dietro ed era pieno (di gioia) per la liberazione. Quando ebbero fatto un tratto di strada, il principe udì uno schianto, come se dietro a lui qualcosa si fosse rotto. Erano i suoi pantaloni.
Allora si volse e gridò:
"Emilio, qui va in pezzi il... chiamiamolo «cocchio»!
"No, padrone, non è il tuo «cocchio», bensì:
Un cerchio del mio... chiamiamolo «cuore»,
ch'era immerso in gran dolore,
quando dentro alla fontana
tramutato foste in rana
."
Per due volte ancora si udì uno schianto durante il viaggio; e ogni volta il principe pensò «AHIO!» e che il suo «cocchio» andasse in pezzi; e invece erano soltanto i cerchi, che saltavano via dal... sì insomma, dal «cuore» del fedele Emilio, perché il suo padrone era libero e felice anche se un po' dolorante, davanti e dietro.

Stretta la foglia, il viale selciato,
Principe o rospo, finirai sbatacchiato.

NOTE:
[1] Sciaguattone: colui che sguazza in un liquido (in generale meglio non sapere di che si tratta, n.d.BCO).
[2] Chétarsi: passare da uno stato di agitazione a uno stato di calma, sinonimo di calmarsi.
[3] Giuoco: gioco, ma con la bocca più stretta, a mo' di anellino di totano (n.d.BCO).
[4] Lambrusco: il termine Lambrusco indica una serie di vitigni differenti e il vino prodotto con questi. Le uve del Lambrusco sono rosse, coltivate maggiormente in Emilia-Romagna nelle province di Modena e Reggio Emilia ed in Lombardia nella Provincia di Mantova. Vengono utilizzate per produrre vini frizzanti e spumanti, sia rossi che rosati. In inglese lambrusco indica un agnello italiano maleducato (questa è una cavolata del BCO, n.d.BCO).
[5] Kermit la Rana (Kermit the Frog) e Miss Piggy sono personaggi immaginari del gruppo dei Muppet di Jim Henson.
[6] Remigare: raro sinonimo di remare.
[7] Il Premio Grammy (Grammy Award) è uno dei premi più importanti degli Stati Uniti, per i risultati conseguiti nel settore della musica.
[8] Sfottò: Presa in giro vivacemente umoristica.
[9] Fragoroso: assordante (talvolta leggermente al gusto di fragola, n.d.BCO).
[10] 4 Salti in Padella è una linea di primi piatti, secondi di carne e contorni precotti, lanciata nel 1996 dall'azienda Findus e molto apprezzata da TATA.
[11] Spanciarsi: farsi dolere la pancia per il gran ridere o tuffarsi di pancia in una piscina piena di mattoni (n.d.BCO).
[12] Avere un rospo in gola: l’espressione viene usata per indicare uno stato di ansia o malessere dovuto all’impedimento ad esprimere un sentimento forte o a dire qualcosa che si ritiene importante. Il rospo è un anfibio che risulta generalmente poco simpatico (anche se in questo caso...). In tal senso, immaginare di averne uno in gola suscita sensazioni sgradevoli. Collegato a questo perché si dice c’è anche sputa il rospo.
[13] La salmonellosi è un'infezione dell'apparato digerente provocata dai batteri di forma bastoncellare appartenenti alla famiglia delle Enterobacteriaceae, del genere Salmonella. Paradossalmente si contrae più facilmente dalla maionese che dal salmone a cui è spesso accompagnata (n.d.BCO).
[14] Willy, il principe di Bel-Air (The Fresh Prince of Bel-Air) è una popolare sit-com statunitense andata in onda sul canale NBC dal 10 settembre 1990 al 20 marzo 1996. Lo show lanciò l'attore Will Smith.
[15] La potenza fiscale dei motori a ciclo Otto o a ciclo Diesel a quattro tempi installati sugli autoveicoli e sugli autoscafi è contrariamente al nome un indice solo di cilindrata, come ultimamente stabilito dalla formula indicata nell'art. 9-ter del D.L n. 691/1976, convertito con modificazioni dalla Legge n. 786/1976. Per i motori a ciclo Otto e per i motori a ciclo Diesel a due tempi, i risultati della formula precedente dovranno essere moltiplicati per il coefficiente 1,4, come stabilito dall'art. 3, punto 2 del D.P.R. n. 39/1953. Il D.P.R. citato contiene anche le formule per il calcolo nel caso di altri tipi di motore (motori a ciclo diverso dal ciclo Otto e dal ciclo Diesel, motori a vapore, motori elettrici). Che casino, però (n.d.BCO)...
[16] Piercing o body piercing (dall'inglese to pierce, "perforare") indica la pratica di forare (dolorosamente) alcune parti superficiali del corpo allo scopo di introdurre oggetti in metallo (talvolta ornati con pietre preziose), osso, pietra o altro materiale, quale ornamento o pratica rituale (o per puro masochismo, n.d.BCO).

Stay allowed!

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