domenica 31 dicembre 2017

Il tradizionale (l'abbiamo trovato fra due dizionari) discorso di fine anno (2017) del presidente TATA.


Scialve a tutti, perché è onnicomprensivo!
Tutti in piedi per il tradizionale discorso di fine anno del presidente TATA!

Lettera a un neurone mai nato.

Cari italiani e care italiane (perché costiamo tanto!) buonasera o meglio: “scialve”!
Siamo infine giunti (di trasmissione) alla fine di questo 2017.
C'è voluto ben un anno ma anche quest'anno, come è per il sugo di pomodoro, è passato e oggi siamo qui per salutarlo degnamente con una serie più o meno colorita di improperi e banalità.
Il 2017 è stato un anno di 12 mesi, 52 settimane, 365 giorni, 8.760 ore, 525.600 minuti e 31.536.000 secondi, la maggior parte dei quali passati a respirare.
Il 2017 è stato un anno ricco: anche per quest'anno, infatti, abbiamo prodotto l'auto dell'anno, il film dell'anno, il libro dell'anno, ma il 2017, come tutti i suoi predecessori, non ci ha ancora pagato. E infatti v'è ancora la crisi con cui fare i conti, quando in realtà a noi sarebbe piaciuto di più fare i marchesi. Ci sono stati segnali positivi (come ad esempio alcuni segnali stradali che sono risultati positivi all'alcol test): è aumentata l'occupazione e infatti non c'è più un bagno libero; un po' sottotono è l'occupazione femminile ed infatti è aumentato il numero delle zitelle; il lavoro manca ancora al mezzogiorno, ma solo perché a quell'ora sono tutti in pausa pranzo. Abbiamo prodotto molto, nonostante la stitichezza e i bagni occupati. L'età media si è alzata (frequenta già le superiori) e ora se ne sta andando via, arrabbiata, sbattendo la porca, per via di un refuso: forse perché com'è noto si andrà in pensione più tardi, forse perché c'è stato un forte calo delle nascite qui in Italia (tutti i bimbi sono sottopeso), o forse perché il 2017 (pare) sia stato l'anno più secco dal 1800. BCO invece è ingrassato. È facile dunque capire dove sia finita la roba.

Al centro commerciale dei nostri pensieri ci sono le popolazioni che non hanno accesso al cesso, al cibo, all'acqua e alle cure essenziali. Ci guardiamo bene dal far qualcosa, ovviamente, ma li pensiamo molto.

Col piatto pieno e il bicchiere in mano brindiamo con un saluto... Cioè, tutto il contrario: salutiamo con un brindisi (doppio se siete assieme ad uno di Brindisi) il nuovo anno, sperando che per tutti sia un anno ricco, prospero e senza pensieri, che è un po' come augurare a tutti di vincere la lotteria di capodanno senza nemmeno comprare il biglietto.

Cosa ci aspetterà il prossimo anno? Una nuova auto dell'anno, un nuovo film dell'anno, un nuovo libro dell'anno, perché ci cascheremo di nuovo: saremo tutti occupati a cercare un'occupazione o un bagno libero; saremo tutte occupate a cercare un uomo bello, forte, gentile, comprensivo, bravissimo coi bambini ma che esista realmente. Mancherà ancora il lavoro al mezzogiorno e mancherà ancora il mezzogiorno dove gente affamata lavora come schiavi. Farà caldo e farà freddo, perché il tempo è galantuomo e snobba tutti, indifferentemente. BCO ingrasserà ancora, raggiungendo nuove vette.

In nostri propositi per il nuovo anno?
Li leggerete tutti in bell'elenco (e se ne avrete la voglia o, meglio, la forza) nel prossimo post ma lasciateci (con l'ascia sotto l'ascella) orgoglionamente dire fin d'ora (cioè attorno al cinquantanovesimo minuto) che da parte nostra ci sforzeremo di più, sia per vincere la stitichezza, sia per donarvi qualche bella e grassa risata, che è l'unica cosa -ultimamente-che ci dà la forza di andare avanti, oltre -beninteso- alle ferie pagate.
Buon anno!

Il vostro presidente (a vita),

TATA

Il vicepresidente, factotum, portabosette e soprammobile ufficiale,

BCO

Le mascotte ufficiali,

WINSTON e LULÙ

E tutto lo staff:

l'eroico cassiere SIMON,
l'elefante al Polo,
l'appretto con il manicotto Maritozzo,
gli schizzi di BCO,
i Ferrero Rockets,
mamma BCO,
il formaggino SUO!,
i piedini di BCO,
il computer Appiè Macininotosh (dei piedini del BCO, tra l'altro),
il computer PiCcì con il sistema operato Doors 10,
il computer PiCcì con il sistema operato Linusitato,
il Commodore VIC 20 (questo c'è sempre!),
il Commodore C=64 (pure questo!),
il computer MSX (che assieme al VIC 20 è il computerino della nostra infanzia),
l'Amiga 500 (pure questo, a dire il vero),
il famigerato centro commerciale,
la crema da bagno Dov'è?,
il Discoverto Channel n°5,
le sorpresine del Mulino Stanco,
i biscotti Fingo e i Fingo Boys (che è un gruppo di ragazze travestite da ragazzi),
il tostapanne,
l'astuccio delle elementari con i pennarelli Giottovolante o Caraoka,
il gel per calli Studiopoco Line (che scolpisce i tuoi calli ma che ti fa sbagliare agli esami),
il detersivo Mirapanza,
le videocasette dei videopuffi,
la merendina Siesta (che ti pesa tre volte tanto),
la macchinetta fotografica (che ti segue sempre) Collaroid,
i pupazzi di Her-Mano e i domiciliari dell'universo,
le care vecchie mille lire,
le vecchie sale giochi,
la macchina del futuro Supercarrozzone,
il B-Team (retrocesso qualche anno fa),
i cugini Bobo e Luca della contea di Biohazard,
il gettone del telefono,
il telefilm Puppy Days,
la serie televisiva Love Inflatable Boat,
i fratelli Righello con la canzone Le Strade Stan Finendo,
e FIOCCO!

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Frase celebre del giorno:
Come volevasi dimostrare.
È Uclide

Proverbio del giorno:
Non c'è peggior sordo di chi urla.

L'amore NON è...
...svegliare lui/lei (accendendo la luce) solo per chiedere se abbiamo spento la luce.

Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se stiamo ancora aspettando Godot, please stay tuned!

mercoledì 27 dicembre 2017

Una piccola pausa!


Scusateci ma per questo post ci prendiamo una pausa (non vi preoccupate, poi ve la restituiamo), causa epidemie varie e stanchezza accumulata. Pertanto, dunque, perciò, appunto per questo, per tutto ciò, per questo motivo, quindi, di conseguenza, ci si rivede al post speciale dell'ultimo giorno dell'anno con il tradizionale discorso di fine anno (per coerenza) del Presidente TATA.

Per chi se l'è persa (ed è normale, visto che è insignificante) pubblichiamo qui di seguito (perché non starebbe bene in nessun altro posto) la strip celebrativa della festività nota col nome di Natale pubblicata a Natale, appunto, in anteprima per gli amici di Faceboo:



E visto che è un posto un po' così, pubblichiamo questa roba:

La Saga di Ciro Laruota - Parte VI (Il ritorno di Ciro)
Le avventure di Natale Bianco
(storia generata casualmente che avrebbe dovuto essere pubblicata nel post di Natale ma che poi ci è andato tutto in  “vacca”)

C'era una volta Natale Bianco.
Natale Bianco era gentile con tutti ma aveva un difetto: stare al telefono con Ciro Laruota per ore senza dire una parola.
Un giorno uno scienziato pazzo disse a tutti di quanto fosse strano quel suo modo di stare al telefono con Ciro Laruota per ore senza dire una parola e Natale Bianco cominciò ad accusare forti dolori allo stomaco anche dopo aver smesso di bere superalcolici.
In preda alla disperazione Natale Bianco cercò giorno dopo giorno di migliorarsi.
Morale: tieni pulito l'ambiente, potrebbe salvarti la vita, un giorno!

Fine

Frase celebre del giorno:
Hoka Hey! È un buon giorno per morire!
Callo Pazzo dal podologo

Proverbio del giorno:
Ride bene chi ha denti d'oro.

L'amore NON è...
...farsi belle se sei il suo “lui”, farsi bulli se sei la sua “lei”.

Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se il torrone è un vero duro, please stay tuned!

lunedì 25 dicembre 2017

GLI AUGURI DI NATALE 2017!


BCO, TATA e tutto lo staff de Lo Zibaldone di BCO e TATA, e cioè:
BCO,
TATA,
WINSTON,
LULÙ,
SIMON,
le belle cornicette ASCII,
la Pubblicità Regresso,
il Commodore 64 (vero ed emulato via software),
Miss Super Fotografo e BCO, il ragazzo meraviglia che se la piglia (al centro commerciale),
l'MSX computer (vero ed emulato via software),
il Commodore VIC-20 (sempre senza le cartucce, ma pasiensa),
Qui-KO, Quo-KO e QuacKO (i noti avverbi di luogo teutonico con il raffreddore)!
il raffreddore (con Qui-KO, Quo-KO e QuacKO),
la peristalsi intestinale,
i mattoncini LEGGO,
il Mercante Fiero,
le carte bollate da gioco,
la pista delle macchinine piumate Pollistile,
i Pochimòn,
i Digitalizzatimòn,
l'Allegro Chirurgo Plastico,
la Barba, il Keniota e la piccola sorellina di Barba: Skipass,
il Big Gimmi,
il Gioco della Porca l'Oca che: "Vive la vida l'oca!"(cit.),
il "Mio Mini-Paniny (with the Cotoletta that the TATA likes so much)!",
il Dolce Forno di BCO (si mangia la vostra pizza prima ancora di averla cotta),
la pasta (al dente) modellabile Pungo,
i pattini con le pattine (per non rigare il parquet),
il Forza Quattrino,
il MonoPoli MonoNord e MonoSud...

...vi augurano

Buon Ferragos...

Happy Hallow...

BUON NATALE!

(Cornicetta di Natale)
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Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se i fondi di caffè sono stati stanziati, please stay tuned!

domenica 24 dicembre 2017

I retrocomputerosi-video-auguri-di-Natale (parte seconda) di BCO!


È quasi Natale! E cosa si fa quando si è a casa... tutti soli... come al solito... alla vigilia di Natale?
Si guarda questo tradizionale (anche se è una tradizione vecchia di cinque minuti è pur sempre una tradizione!) video retrocomputeroso e beneaugurante, frutto dell'indegno ingegno di BCO che le inventa tutte pur di non andare a lavorare!



Il programma è stato realizzato con il BASIC del computer MSX (a parte la musica in sottofondo, che è un file midi che ho trovato in rete) e "gira" sull'emulatore OpenMSX.
Il sorgente sarà disponibile a breve sul sito (4)Seasons (non abbiamo avuto ancora il tempo di pubblicarlo, sorry).

E per chi se l'è persa (ed è probabile) pubblichiamo qui di seguito (perché ha parecchi sagaci seguaci) la strip celebrativa del ...eeesimo compleanno di TATA, pubblicata ieri in anteprima e anche anteseconda per gli amici di FacebooTW:



A domani, per gli auguri di NATALE del BLOG! Non mancate! Centratelo!

Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se c'è da aspettare un "momentino", please stay tuned!

sabato 23 dicembre 2017

Speciale “Quello strano cunicolo spazio-temporale chiamato: «Il compleanno di TATA!»” ed il V (ultimo) episodio de “La lagna di Natale” di mamma BCO intitolato: “Una nuova speranza colpisce ancora” perché viviamo di gloria riflessa. Ecco un altro titolo lungo!


Scialve a tutti, perché siete stati tutti invitati (almeno una volta nella vita)!
Oggi (ma siamo sicuri che lo sapete già), 23 dicembre 2017, è il compleanno di TATA!
Cosa avrà escogitato il fido (nel senso del cane) BCO per festeggiare la sua amata TATA?
Sempre le solite banalissime cose...
Ecco a voi il dettagliato programma (sempre lo stesso, che BCO segue pedissequamente ormai da anni):
- Arrivo all'aeroporto.
- BCO si accorge di avere sbagliato strada e si dirige finalmente verso la casa di TATA.
- Arrivo (in aereo) alla casa di TATA.
- BCO suona il campanello del portoncino della casa di TATA e il campanello (che non è un vigliacco) reagisce e le suona a BCO a sua volta.
- TATA al citofono (ma non al BCO) annuncia: "Scendo tra cinque minuti!".
- Ventiquattro minuti dopo, BCO è ancora in macchina tutto intento a fare del karaoke per far passare il tempo.
- Arrivo di TATA (circa quaranta minuti dopo il tempo previsto) che sale in macchina dicendo: "Scusa se ti ho fatto aspettare ma stavo: ___________!" (inserire scusa a piacere, tanto: "Era inevitabile!").
- Segue dibattito aperto con interventi da parte del pubblico circa la scelta del ristorante per la cena, intitolato (il dibattito, non il ristorante): "Pizzeria Vs. Resto del mondo".
- Intervento della guardia giurata (di ronda al magazzino vicino alla casa di TATA) che non potendone più, per quietare gli animi, suggerisce un buon ristorante (molto distante da lì).
- Sit-in di protesta dello stomaco di BCO (che voleva andare in pizzeria). Sopraggiungono crampi.
- Arrivo al ristorante, di solito dopo circa un'oretta di viaggio in auto per vie impervie e poco battute (perché sono musone e non ridono).
- Son quasi le dieci di sera e BCO s'accorge che il locale sta per chiudere.
- Finalmente giunge il momento della cena, la quale è intervallata come di consueto dalla suoneria del cellulare di TATA (di solito è la mamma che chiama per sapere se per caso disturba quando la chiama mentre stiamo mangiando).
- Dopo aver cenato, BCO consegna a TATA il suo regalo-sorpresa (che però sa già cosa è perché l'ha scelto lei. La sorpresa sta nel fatto che ogni volta TATA si sorprende sul serio).
- Ritorno a casa di TATA alla casa di TATA, cioè la sua. Il viaggio dura due ore stavolta perché a causa della digestione BCO sbaglia strada.
- Il mattino seguente BCO (che durante la notte non ha fatto ritorno a casa) viene ufficialmente dichiarato disperso.
- Una settimana dopo BCO viene finalmente ritrovato in una pizzeria "All-you-can-eat!", dove viene rinvenuto anche il proprietario della pizzeria, in lacrime.

FINE!

Causa lunghezza, abbiamo deciso di ficcare «I “retrocomputerosi” video-auguri-di-Natale (parte seconda) di BCO!TW» in un post speciale che verrà pubblicato domani, alla vigilia di Natale.
Ne approfitteremo per farvi due auguri così... Come si deve, insomma!

E ora (giusto per ripeterci) il tanto discusso(?) quinto (ed ultimo) episodio de “La lagna di Natale” (...grazie al cielo è finita!) di mamma BCO, intitolato: “Una nuova speranza colpisce ancora” perché ad intitolarla: “STAR MARS - A new hype!” ci sembrava abbastanza irrispettoso nei confronti dei fans (SPOILER: Luke è fratello di sua sorella!).
Buona lettura!

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La lagna di Natale
Un racchionto Nattalizio di mamma BCO
(dal racconto «A Christmas Carol» di Charles Dickens, che nell'italiacano di BCO viene tradotto in: «Un carolo(malattia del riso) di Natale» di Carlo Pistoloni)

Riassunto delle puntate precedenti:
Ezechiele Scrocchetto, vecchio affarista stronzo (francesismo, sorry!), alla vigilia di Natale riceve la visita del fantasma del suo ex-socio Giacobbe Mariuolino il quale lo avvisa teatralmente che in soccorso della sua anima corrotta passeranno a trovarlo ben tre spiriti natalizi. Scrocchetto li incontra uno ad uno meditando sulla sua condotta, ma è con la visita risolutrice del tenebroso Spirito (leggermente Hip-Hop) del Natale futuro che finalmente raggiunge l'illuminazione. Scrocchetto capissie infine che dovrà essere più generoso, godersi maggiormente il Natale e che potrà importunare il prossimo in modo completamente diverso.

Lagna Quinta

Una nuova speranza colpisce ancora (La fine della storia)!

"Sono vivo! Sono vivo! Che culo!" disse Scrocchetto 'sì elegantemente.
"Mangerò passato più spesso, sarò sempre presente nel presente e ritornerò al futuro con una DeLorean!" disse Scrocchetto, alzandosi così di scatto dal letto che pareva una macchina fotografica tenuta in mano da Usain Bolt.
"I tre Spiriti mi hanno dato un'altra possibilità! Posso ancora cambiare! Posso ancora cambiare! Posso ancora cambiare!" disse a sé stesso (ricordandosi delle lezioni di guida per la patente B) piuttosto spesso (cosa che non gli accadeva spesso), e infatti decise di cambiare frase e disse: "Ancora cambiare posso!".
Era talmente euforico da non riuscire nemmeno ad entrare come si conveniva nei suoi vestiti, nemmeno bussando o suonando il campanello. Optò quindi per una tuta di pile, più comoda e facile da indossare (l'unico fastidio erano proprio le pile, che spingevano un po' sul didietro).
Saltellava e gioiva come un bambino con qualche problema di sviluppo, senza pensieri né affanni (anche se dopo mezz'ora di saltelli un po' in affanno lo era), quando a un certo punto udì le campane suonare a Festà (parte del comune di Marano sul Panaro, in provincia di Modena, nella bella Emilia-Romagna).
Corse alla finestra, l'aprì e mise fuori la capoccia.
"Fa davvero fresco oggi, nevvero? Forse è perché il sole non è ancora sorto?" si disse lo Scrocchetto, e solo dopo qualche minuto si rese conto di aver solamente aperto il frigo e di averci infilato la testa dentro. Non si perse d'animo, corse alla finestra (per davvero stavolta), l'aprì, mise fuori la capoccia e cadde di sotto per via dell'eccessivo slancio.
Scrocchetto si rialzò dal marciapiede come se nulla fosse, spazzolandosi con cura la tuta con la sola imposizione delle mani.
"Per fortuna l'asfalto ha attutito la caduta!", si disse sissì. L'aria era più frizzante di una gazzosa, ma nonostante il sole splendente tutto sommato si stava bene con il riscaldamento globale acceso.
"Che è oggi?" gridò Scrocchetto con entusiasmo e con un megafono all'uopo preposto ad un ragazzetto che era là a un centimetro da lui e che s'era fermato per capire come il vecchio fosse sopravvissuto alla caduta.
"Eh?" fece il ragazzo spalancando la bocca (che si riempì di mosche) dalla maraviglia.
"Che è oggi, bambino mio?" ripeté Scrocchetto così raggiante che sembrava la ruota di una bicicletta.
"Oggi? È una rivista settimanale italiana!" rispose prontamente il ragazzo, esibendo la sua cultura wikipedica!
"Intendevo dire: 'Che giorno è oggi?' ragazzo mio!" precisò Scrocchetto, divertito al pensiero che fino a ieri, per una risposta così, avrebbe preso tranquillamente il giovane a bastonate.
"Oggi..." sentenziò il ragazzo: "...È Natale, oggi!".
"È Natale, cacchio!" disse Scrocchetto sospiroso a sé stesso.
"Bravo, sono in tempo! Gli Spiriti hanno fatto ogni cosa in una notte! Che spirito d'iniziativa!".
Chiese al ragazzino se, dietro giusto compenso, potesse fargli la cortesia di fare un salto fino al supermercato a comprare un po' di roba.
Il ragazzo giustamente rifiutò perché bisogna sempre di "NO" alla droga, e Scrocchetto ci andò da solo... Era stato frainteso ma era felice lo stesso!
Camminando per il Via e ritirando come di consueto le 500 € del Monopoli incontrò i signori con i cappellini da baseball colorati che alla Vigilia gl'avevano chiesto l'elemosina per i poveri. Si fece coraggio e andò loro incontro grazie a un doppio tiro di dadi.
Nonostante i trascorsi della vigilia, i tre furono molto cordiali con Scrocchetto e ricambiarono (perché erano in garanzia) gli auguri che l'anziano uomo d'arraffi porse sinceramente loro.
Poi in perfetto stile mafioso "fece loro un'offercia che non pocierono rifiuciare": diede infatti loro, per i bisognosi, tanti di quei soldi, ma tanti di quei soldi in buoni pasto che d'un botto s'alzò la glicemia a tutti i poveri malati di diabete della città. Fatto ciò, si congedò da loro con altri numerosi auguri e strette di mano, ed essi lo ringraziarono e lo salutarono a loro volta: "Ciao-ciao, zio Paperone!". Scrocchetto non capì il perché di quello strano saluto, ma era felice lo stesso!
Fece varie spese a sue spese e poi fece spedire tutti gli acquisti a casa di Roberto Scaracchio.
"Chissà che sorpresa!" pensò Scrocchetto: "Ho comprato loro un sacco di cracker, di scatole di tonno e di bustine di ketchup!... Ho visto che gli piacciono tanto!".
Poi si recò alla casa di suo nipote Freddo. Passò davanti alla porta una settantina di volte, prima di trovare il coraggio di salire e bussare. Alla fine, trovato il coraggio, si accorse che la porta era già aperta e che tutti lo stavano fissando da un bel pezzo.
"Freddo!" disse Scrocchetto.
"Per forza, non abbiamo la porta d'ingresso all'ingresso!" disse cordialmente Fredda, la moglie del nipote, che a suo tempo l'avrebbe voluta comprare all'ingrosso.
"Ma no, mia cara! Stavo solo salutando il mio caro nipote! È tardi per accettare il tuo invito a pranzo Freddo?" così disse, e quando Freddo finalmente si riprese dallo svenimento dovuto allo shock dell'improvvisa improvvisata -grazie a una cinepresa utile proprio per le riprese- pranzarono assieme e passarono un lieto Natale ma col passamontagna, perché la porta continuava a mancare al suo dovere (per forza: non c'era!).
Il giorno dopo Scaracchio arrivò in ritardo in ufficio, alle nove e un quarto. Questo fatto il furbo Scrocchetto di fatto se l'aspettava e progettò di fargli un bello scherzo. Roberto Scaracchio entrò trafelato nell'ufficio e si mise subito al lavoro sulle sudate (a ragion veduta, perché aveva corso un pasto) carte.
"Ohe!" grugnì ingrugnato scrocchetto, ma fingendo spietatamente: "Che vuol dir ciò? A quest'ora si viene in ufficio?".
"Mi dispiaceresse molto, signore..." rispose Scaracchio: "Abbiamo puffato una festicciola ieri sera. Mi è anche salita inspiegabilmente la glicemia!".
"Bravo, adesso ve la puffo io la festicciola!" disse Scrocchetto, cercando di essere il più minaccioso possibile.
"Non son più disposto a tollerare oltre, capite, e quindi mi vedo costretto..." e così dicendo diede una amichevole pacca sullo stomaco a Scaracchio così forte che il poverino sputò sangue, macchiandosi ulteriormente la canottiera (già macchiata di ketchup): "...Mi vedo costretto ad aumentarvi il salario!".
"Ho capito, sto morendo!" pensò Scaracchio, che in effetti aveva un principio di emorragia interna ed era rimasto di sale (per via dell'aumento di salario).
"Buon Natale, Roberto! Anche se in effetti “Natale” era ieri!" disse Scrocchetto battendogli ripetutamente sulla spalla -con una cordialità schietta, ma pure con una eccessiva forza- dislocandogliela.
"Vi aumenterò lo stipendio, e assisterò con un occhio di vetro di riguardo la vostra famiglia, in particolare mi curerò di curare il piccolo Tim! Poi vi farò mio socio in arraffi, e..." ma Scaracchio non poteva più sentirlo: egli l'era svenuto, un po' per la gioia, un po' per la sorpresa, un po' per l'inspiegabile alto tasso di zucchero nel sangue, e un po' in seguito al forte dolore provocato dalle amichevoli pacche allo stomaco e alla spalla. Ma, come Scrocchetto, era felice lo stesso!

"E che Dio benedica tutti quanti!" disse infine il piccolo Tim -sbucato fuori da chissà dove, perché prima non c'era- questa volta sì al momento giusto, ma nel posto sbagliato (giusto perché doveva apparire per contratto).

FINE

BONUS - BONUS - BONUS - BONUS - BONUS --- 8< --- ! --- >8 --------------

La Saga di Ciro Laruota - Parte V (Ciro colpisce ancora)
Le avventure di Super Robot Z-H65

C'era una volta Super Robot Z-H65.
Super Robot Z-H65 era gentile con tutti ma aveva un difetto: gesticolare con la lingua quando parlava con Ciro.
Un giorno la portinaia del suo stabile disse a tutti di quanto fosse strano quel suo modo di gesticolare con la lingua quando parlava con Ciro e Super Robot Z-H65 perse i capelli nonostante portasse da tempo la parrucca.
In preda alla disperazione Super Robot Z-H65 promise a tutti gli abitanti della foresta di non farlo più.
Morale: non scherzare con il fuoco, è per il tuo stesso bene!

FINE

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Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se fosse, please stay tuned!

mercoledì 20 dicembre 2017

Il tradizionale «Il cruciverba di Natale 2017 di BCO e TATA!» ed il IV (e penultimo) episodio de “La lagna di Natale” di mamma BCO intitolato: “La minaccia fantasma!” perché abbiamo fatto casino. Cavoli che titolo lungo!


Giusto per la cronaca (nera), la strip del post di oggi fu scritta ancora nel “lontano” 2009.
E sempre perché si seppia (refuso, forse per via del “nero” di prima)... Una nana bianca (o nana degenere) è una stella di piccole dimensioni, con una bassissima luminosità e un colore tendente al bianco. Nonostante le ridotte dimensioni, paragonabili a quelle della Terra, la massa dell'astro è simile o lievemente superiore a quella del Sole; è quindi un oggetto molto compatto, dotato di una elevatissima densità e gravità superficiale[fonte: Wikipeida].
La conoscenza è potere!

Scialve e buon Natale a tutti, perché siamo vicini al Natale e alla sua sofferenza!
TATA è ancora malata, il BCO pure, la patata purè e l'insalata russa... Altro non resta che presentarvi il tradizionale «Il cruciverba di Natale 2017 di BCO e TATA!»!

Il cruciverba di Natale 2017 di BCO e TATA!

Cruciverba di BCO e TATA 2017
Clicca qui per per ingrandire ed eventualmente scaricare il cruciverba!

La soluzione verrà pubblicata addirittura l'anno prossimo, e più precisamente nel post di:
Sabato, 6 gennaio 2018 (Epibefania)!

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ANTEPRIMA!
Nel prossimo post:
- Speciale compleanno di TATA: tutte le buone intenzioni del BCO per far passare un bel compleanno alla sua amata!
- La vignetta speciale per il compleanno di TATA - parte I (la parte seconda verrà pubblicata in anteprima per gli amici di «FacebooTW» la vigilia di Natale mentre sul BLOG verrà pubblicata assieme alla vignetta di Natale nel post di Natale, perché ci piace la coerenza).
- L'epico finale de “La lagna di Natale” di mamma BCO, intitolato: "Una nuova speranza colpisce ancora!". Ci piaceresse tanto sapere in quanti la stanno leggendo. Veramente, non stiamo scherzando!
- Come compilare correttamente la denuncia dei redditi evitando di sviluppare una malvagia seconda personalità (ma questo è in “forse”).
- I “retrocomputerosi” video-auguri-di-NataleTW (parte seconda) di BCO!
- Varie ed eventuali che adesso proprio non ci vengono in mente.

Ve l'avevamo detto che quest'anno c'erano parecchie sorprese di Natale (non abbiamo mai parlato di “belle” sorprese, però...)!

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E ora, il tanto sospirato IV (e penultimo) episodio de “La lagna di Natale” (e qui passiamo dai sospiri ai singhiozzi) di mamma BCO intitolato: “La minaccia fantasma” perché BCO non sa contare. Buona lettura!

La lagna di Natale
Una ballata Nataliziata di mamma BCO
(dal racconto «A Christmas Carol» di Charles Dickens)

Riassunto delle puntate precedenti:
Ezechiele Scrocchetto, vecchio affarista piuttosto bastardo, alla vigilia di Natale riceve la visita del dannato fantasma del suo ex-socio Giacobbe Mariuolino il quale, nel disperato tentativo di passare il tempo, lo avvisa che in soccorso della sua anima corrotta passeranno a trovarlo ben tre spiriti assortiti. Scrocchetto incontra il primo dei tre spiriti assieme al quale affronta alcuni ricordi più o meno piacevoli del suo passato. Dopo una breve colluttazione fa la conoscenza del secondo dei tre spiriti, lo Spirito del Natale Presente (sostituto ufficiale dello spirito del Natale assente per malattia) che più o meno gli insegna cosa ci si perde ad evitare la compagnia di amici e parenti il giorno di Natale. Ma la pacchia dura poco e Scrocchetto si ritrova faccia a faccia, o meglio faccia a “qualcosa” con il terzo e più terrificante spirito.

Lagna Quarta

La minaccia fantasma (L'ultimo degli Spiriti)

Lento, grave, silenzioso, fungiforme, s'accostò il fantasma. Una vera “apparizione”. Scrocchetto, nel vederselo davanti, cadde in ginocchio odorante, perché in verità questo degli Spiriti era il più odoroso. Non era infatti nebbia quel gas verdognolo che s'usciva lentamente da sotto una felpa in stile Hip-hop, la quale, quest'ultima, avvolgeva completamente lo spirito, tanto da farlo apparire come un enorme involtino primavera andato a male (anche l'odore era simile). Il capo di buona speranza del fantasma era nascosto dal grosso cappuccio della felpa, e purè la faccia, e purè ogni altra forma (però, che felpa lunga!): solo una mano morta sporgeva da una manica (e subito infatti toccò il sedere di Scrocchetto). Tanto per coerenza, lo spettro ci aveva pure il passo felpato.
Sentì Scrocchetto che lo Spirito era alto e forte, forse solo un tantino peloso (impressione probabilmente data dalla felpa). Sentì che la misteriosa presenza gl'incuteva un terrore da cagarsi addosso (francesismo), e così in effetti feci (refuso). Lo Spirito rimaneva là a fissarlo come un chiodo al muro, muto e immobile come un comodino rinchiuso in un armadio, chiuso a sua volta a chiave nel piccolo ripostiglio di una casa chiusa (nel senso di "non accessibile").
"Sono io in presenza dello Spirito del Natale futuro?" chiese Scrocchetto timidamente.
Non rispose lo Spirito, e solo accennò con la mano un “pollice in su” in puro stile “Facebook”.
"Mi mostrerai il futuro?" chiese ancora Scrocchetto.
Lo Spirito, rispose nuovamente con un “pollice in su”.
"Non sai dire o fare altro, vero?" chiese infine Scrocchetto, con tono un po' meno intimorito.
Ci fu una pausa piuttosto imbarazzante. Poi per la terza volta: “pollice in su”.
Non sapeva fare altro.
"Andiamo va'!" disse infine Scrocchetto, e preso ch'ebbe per manina lo spirito i due, miseri miseri, si misero in camino più di Babbo Natale (che era al lavoro poco più in là, tra l'altro).
Camina camina per le sette vie che gli erano note, Scrocchetto e il fantasmone arrivarono a un tiro di sputo (è il caso di dirlo) alla casa del suo commesso, Roberto Scaracchio. Ma l'atmosfera non era allegrosa e piena di gas come l'altra volta. Tutto era silenzioso e pieno di gas, un po' come quando BCO ha fatto la battuta e nessuno ride (seguono cinque minuti buoni di silenzio). Anche il tacchino se ne stava chino, senza tacchi, zitto zitto, appartato in un angolo acuto della casa (perché era un angolo intelligente). Scrocchetto fece una rapida stima a occhio e croce (perché, come sappiamo, uno era di vetro): settantaquattro figli, la moglie, il tacchino chino e senza tacchi... C'erano tutti, meno che il Roberto, il piccolo Tim e la tenera stampella malata.
Lo spirito del Natale futuro indicò quindi al vecchio avaraccio una scala a chioccia, piena di piume, che covava e che portava logicamente alle stanze di sopra, dimostrando così (il fantasma) che poteva effettivamente fare qualcos'altro oltre al solito “pollice in su”, e che BCO non sa scrivere.
Il fantasma e Scrocchetto salirono come la pressione fiscale al piano di sopra, solo per trovarvi Roberto Scaracchio intento a dare l'ultimo tenero (perché soffriva di ragadi alle labbra) bacio d'addio al piccolo Tim -che avendo esaurito il credito nella SIM, giaceva nel suo lettino privo di vita (il piccolo Tim, non il lettino)- e un bacio anche alla stampella (anche lei non ce l'aveva fatta a farcela, purtroppo).
Scrocchetto fu talmente sconvolto alla vista di quella vista che manco s'accorse di essere finito -non si sa come e onestamente non c'interessa- in un cimitero.
"Sei stato tu a portami qua?" disse Scrocchetto al fantasma incappucciato, il quale rispose col solito “pollice in su”.
Si trovavano vicino a una lapidaria lapide. C'erano molte persone intorno alla tomba (vive, s'intende) intente a grattarsi i paesi bassi tanto freneticamente che sembrava stessero ospitando un intero mercatino delle pulci là sotto.
"Non era un uomo buono, l'ho assaggiato una volta." disse un signore distinto e di gran fame (refuso).
"Tanti soldi e niente cuore rendono il vecchio un morto solitario." disse un altro signore d'istinto.
"You know it's thriller! Thriller at night! AW!" disse un altro, piroettando e ballando sulle punte.
"Non amava l'amore e l'amore non lo amava!" disse infine uno che era arrivato là per puro caso, ma che voleva dire comunque qualcosa di efficace, giusto per darsi un tono pastello.
Scrocchetto continuava a chiedere ai presenti (perché gli assenti giustificati erano a casa) a chi appartenesse quella tomba, ma ovviamente -manco a dirlo, ma abbiamo la giustificazione della mamma- nessuno lo poteva udirlo, a lui.
"Non ci sono fiori sulla sua tomba, perché era moschino (refuso), avaro e visigoto." disse una quinta persona (non meglio identificata) dietro alle quinte.
"Nessuno rimpiangerà mai la sua scomparsa!" assestò infine una sesta persona, parlando di Hadolf Hitler.
Scrocchetto sbottò tutto d'un botto: "In nome di Dio, Spirito, di chi parlano? Di chicchirichì è questa tomba?"
Lo spirito, conscio che il suo momento di gloria era finalmente arrivato, indicò dapprima la lapide, poi Scrocchetto, poi la lapide, poi Scrocchetto, poi la lapide, poi Scrocchetto, poi infine si stancò.
Scrocchetto si trascinò fino alla lapide là, tremando come un budino malato di Parkinson posto sopra a una vecchia lavatrice in funzione a pieno carico e dispersa in un tornado; e grazie all'indice, cioè al dito indice dello Spirito del Natale futuro, trovò e lesse sulla pietra della tomba, prima muta come una tomba, il proprio nome per esteso: Ezechiele Lupo Scrocchetto.
Scrocchetto lanciò un grido così forte che cadde molto più in là, a diversi metri di distanza; lo Spirito del Natale futuro senza accorgersene gli aveva infilato il suo scheletrico dito nell'occhio buono. Ripresosi ma ancora un po' dolorante, lo Scrocchetto si rivolse lapidario (è il caso di dirlo) al fantasmone in black:
"Perché mostrarmi tutto questo, se per me non c'è più speranza?" disse osservando attonito lo spirito che un attimo prima avea aperto l'impermeabile di scatto, nel tipico gesto dell'esibizionista (ma poi non portava una felpa, comunque? BCO sei un incoerente! N.d.BCO).
La mano dello spirito dei Natali futuri tremò come una foglia mossa a compassione, anche perché più di questo non poteva fare.
"Grazie o buon spirito, tu hai pietà di me anche se io non ti vedo di buon occhio." e infatti non ci vedeva ancora bene-bene per via della ditata di cui sopra: "Dimmi, assicurami con una assicurazione sulla vita ch'io posso ancora, mutando vita, cambiare questo futuro di mer..." ma non finì la frase perché lo spirito aprì l'impermeabile una seconda volta.
Scrocchetto afferrò l'ossuta e rigida mano (si spera) del fantasma e cominciò a baciarla e a ringraziare: "Oh grazie, buon spirito di spirito buono! Mille, mille volte grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie..." e andò avanti così, ringraziando, per altre mille volte. Lo Spirito del Natale futuro avrebbe voluto dire qualcosa per farlo smettere già al trentaquattresimo “Grazie”, ma gli riuscì solo di prodursi nel solito “pollice in su” (accecando Scrocchetto una seconda volta, tra l'altro).
E così fando, il vegliardo ringraziava lo Spirito e lo baciava, e lo baciava e lo ringraziava finché, con la lingua ruvida e la gola secca, Scrocchetto s'accorse che stava leccando da almeno dieci minuti buoni la colonnina di legno pregiato del suo letto a baldracchino. Era tonnato nella sua camera, lo spirito era scomparso e con lui anche il presagio di un futuro 'sì nefasto.

“Continua...” in giapponese!
(“Continua...” in giapponese!)


BONUS - BONUS - BONUS - BONUS - BONUS --- 8< ------------------------------------

La Saga di Ciro Laruota - Parte IV (una nuova speranza)
Le avventure di Renato Morto.

C'era una volta Renato Morto.
Renato Morto era gentile con tutti ma aveva un difetto: scrivere frasi indecenti sui muri, tutte contro Ciro Laruota.
Un giorno un pollo disse a tutti di quanto fosse strano quel suo modo di scrivere frasi indecenti sui muri, tutte contro Ciro Laruota, e Renato Morto si inacidì.
In preda alla disperazione Renato Morto, perdonato dal buon Ciro, cercò giorno dopo giorno di migliorarsi.
Morale: tieni pulito l'ambiente, potresti averne bisogno prima o poi!

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Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se l'etichetta ci impone di lavarci in lavatrice a 30°, please stay tuned!

martedì 19 dicembre 2017

Post-extra di Natale: I retrocomputerosi-video-auguri-di-Natale (parte prima) di BCO!


Scusateci la battuta scarsa (tra l'altro tragicamente verace) e... Scialve a tutti, perché manca poco a Natale!
Velocemente (e se Veloce mente, Pia Nino ci dirà la verità) perché la vita è breve (ma larga)...

I retrocomputerosi-video-auguri-di-Natale (parte prima) di BCO (e TATA, of course)!
Va ora in onda (si fa per dire), una musica di Natale (realizzata con il Protracker) offertavi dal BCO e suonata dal chip sonoro dell'Amiga 500, emulato (emulatore: FS-UAE su Linux Mint)! Buon ascolto e si comincia con gli auguri:
BUON NATALE!



Avete indovinato di che brano si tratta ([...]d'un sospiro amaro[...] come diceva il sommo Poeta)? Bravi! Avete vinto la possibilità di riascoltarlo, perché per il momento non c'è altro!

Cornicette (così... a tradimento)!

Bella cornicetta N° 216:
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Bella cornicetta N° 217:
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Bella cornicetta N° 218:
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Bella cornicetta N° 219:
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Bella cornicetta N° 220:
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Frase celebre del giorno:
Ciò che non mi distrugge mi rende più forte.
Son Goku di Dragonball (citando Nietzsche)

Proverbio del giorno:
Voce di popolo, coro da stadio.

L'amore NON è...
...cercare di influenzare lui/lei quando si ha la febbre.

Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se sarà bene leggere attentamente le avvertenze, please stay tuned!

sabato 16 dicembre 2017

Il nuovo calendario-wallpaper «BCO e TATA 2018» (che però è più o meno uguale a quello dell'anno scorso) ed il III episodio di Star Wa... De “La lagna di Natale” di mamma BCO!


Scialve a tutti, e questo include anche gli extraterrestri!
Miss-Super-Fotografo nonostante il raffreddore e la raucedine -che la fa parlare come lo scoiattolo Banner (doppiato dalla bravissima Liù Bosisio) del cartone degli anni '80 (non è uno scherzo, è proprio uguale!)- difende a spada astratta il proprio posto di lavoro e il suo primate di categoria, il prono BCO (il ragazzo-meraviglia-di-muraglia), anche lui caduto vittima dell'infernale (refuso: leggasi «invernale») virus. Riuscirà il comico-duo a debellare raffreddore e clienti? Scopriremo (così prende il raffreddore pure essa) la risposta nei prossimi post. Per il momento noi ci accontentiamoci di scaricare come se piovesse (e infatti è da un po' che piove che il cielo la manda) il nuovo calendario-wallpaper «BCO e TATA 2018», pieno di inutili giorni, e di leggere la terza puntata del revisionato (appena uscito dal meccanico) racconto tratto dalla raccolta (di francobolli) di fiabe «I racconti di mamma BCO!» intitolato: La lagna di Natale!



Clicca sull'immagine per ingrandire ed eventualmente scaricare (cliccare con il tasto destro sull'immagine ingrandita e poi selezionare la voce: "Salva immagine con nome...") il il nuovo calendario-wallpaper «BCO e TATA 2018»!

La lagna di Natale
Un racchionto Nattalizio di mamma BCO
(dal racconto «A Christmas Carol» di Charles Dickens)

Riassunto delle puntate precedenti:
Ezechiele Scrocchetto, vecchio affarista felice di maltrattare il prossimo, alla vigilia di Natale riceve la visita del fantasma di quella buonanima (dannata) del suo ex-socio Giacobbe Mariuolino il quale, nel disperato tentativo di evitargli la stessa fine, lo avvisa che riceverà la visita riparatrice di tre spiriti. Scrocchetto incontra il primo dei tre spiriti, lo Spirito pubblicitario dei passati «Natali», che lo costringe ad affrontare ricordi piacevoli e meno piacevoli tra uno stacco pubblicitario e l'altro.

Lagna Terza

Lo spirito del Natale presente

"Ah, Eh, Ih, Oh, Uh... È stato tutto un sogno! Solo un sogno..." vocalizzò appena svegliatosi lo Scrocchetto.
Credeva fosse mattino ma l'orologico s'avea appena sbattuto in singolar tenzone le due della notte. Ma allora cos'era quel bagliore rossastro che credeva di veder giungere dalla stanza accanto alla sua? Un test nucleare, forse?
Si mise a sedere, svegliandosi completamente. La luce era reale e così, spinto dalla sua tipica curiosità femminile, decise di guardare dallo spiraglio oltre l'uscio che usciva sull'altra stanza.
"Vieni avanti cretino! Non è stato un sogno!" disse una poderosa voce dall'interno della camera.
Scrocchetto entrò ma non poté credere a ciò che vide: un intero reparto alimentari del supermercato, agghindato (licenza poetica) come quando ci sono le offerte speciali per il cenone di Natale. La stanza era tutto un fiorire di salmone in smocking, forme di soldo di cacio, polli, gran tocchi e manate di carne, porcellini a forma di salvadanaio, lunghe ghirlande di salsicce, prosciutto tagliato fino-fino... Ho fatto mezz'etto in più, che faccio? Lascio?... E ancora foche, focacce e pasticcini e pinguini, castagne bruciate dal sole, mele, pere, peppe, pé, arance succose, succhi arancioni, pere di pecorino per gastronomi tossici, formaggio con le pere, contadini, ciambelle per il water, tazzoni di ciccolata bollente (sempre per il water) che annebbiavano la camera col loro delizioso vapore radioattivo. In mezzo a tutto quel ben di Dio c'era un gigante, il quale brandiva con la destra una torcia elettrica a pile, con la quale illuminò il povero Scrocchetto come si fa a teatro con un occhio di bue (sempre se il bue è d'accordo).
"Entra!" gridò lo Spirito.
"Chi sei!?" pigolò come un pulcino di archaeopteryx il vecchio Scrocchetto.
Il gigante giganteggiando disse:
"Sono lo Spirito del Natale Presente. Sostituisco lo Spirito del Natale Assente Per Malattia.".
Lo Spirito indossava una semplice veste verde-palude-al-tramonto-ma-non-del-tutto-sera, orlata di pelo bianco d'er Mellino (un suo amico “de Roma”), dalla quale l'ampia panza del gigante sporgeva nuda e pelosa. Anche i piedi, erano ignudi; e sul capo, nessun altro cappello che una ghirlanda d'agrifoglio -che gli faceva un prurito tremendo- abbellita da ghiacciuoli scintillanti all'amarena. Aveva riccioli sulla nera chioma; belli, belli, belli e liberi, liberi, liberi, dalla forfora, come il viso era aperto, sgranato l'occhio, ferma la mano, popolare la voce, franchi i tiratori, tedeschi i pastori.
"Ti mostrerò qualcuno che conosci molto bene. Vieni con me!" disse infine il gigante gigante.
Un momento dopo, Scrocchetto e lo Spirito del Natale presente a sé stesso erano nella casa di Roberto
Scaracchio. La torcia elettrica del gigante illuminava tutta la scena: la signora Scaracchio stava preparando il tacchino, mentre uno squadrone di bambini, ormai da parecchio tempo, apparecchiavano parecchio la tavola con radio, televisioni e altri apparecchi.
Il secondo Spirito disse solennemente: "Guarda bene, Scrocchetto!".
"Non sapevo che Scaracchio avesse settantacinque figli! Oh, e quel bambino? Non cammina proprio bene..." disse Scrocchetto osservando uno dei bambini che zoppicava vistosamente. S'aiutava con una stampella che zoppicava pure lei. Era il piccolo Telemaco, che tutti chiamavano affettuosamente Tele(ma)com (im)mobile perché era sciancato e non si spostava molto velocemente; ma siccome il suo era un soprannome piuttosto lungo, tutti l'abbreviavano in Tim, anche per risparmiare sulla bolletta.
"Spirito, tu non ci puoi farci qualcosa?" chiese speranzoso il vecchio taccango, che aggiunse: "Gigante! Pensaci tu!".
"Io non posso, ma tu puoi fare molto per lui!" rispose il rubicondo gigante (perché aveva un Cubo di Rubik in mano), nonostante avesse colto la citazione.
"Io? In che modo?" si chiese lo Scrocchetto.
"Se le cose rimarranno così come sono vedo una stampella vuota dove adesso vedi un bimbo. Quel bambino morirà, perché i suoi genitori sono troppo poveri per pagare il dottore e le tre civette di quella sgualdrina di sua figlia. Ma tu hai i mezzi e anche gli interi per aiutarli.".
In realtà Scrocchetto si stava preoccupando più della stampella, ma anche le sorti del piccolo Tim in fondo gl'interessavano. Stranamente se ne stupì. Poi si stupì del suo stupore. Poi infine s'accorse che il ragazzo era ora in piedi -si fa per dire- davanti alla finestra.
"Sta arrivando papà!" disse tutto eccitato il piccolo Telemaco.
"Papà è tornato" urlò entrando Roberto Scaracchio, respingendo eroicamente gli assalti ad arma bianca dei figli. Poi si rivolse al piccolo Tim:
"E tu come stai, piccolino?".
"Sto seduto papà, come al solito." rispose il piccolo Tim.
"Ma guarda là: abbiamo il tacchino più grosso della città!" aggiunse il ragazzino, indicando un enorme volatile che avevano invitato a pranzo e che s'era appena accomodato alla tavola -festosamente imbandita con pietanze a base di tonno e ketchup, accompagnati da crackers- subito dopo che la mamma lo avea preparato, vestito con lo smoking e pettinato.
"Povero tacchino... Se solo ci fosse qualcosa di più meglio da mangiare..." pensò Scrocchetto impietosito.
"A tavola, bambini!" urlò col megafono a pile la moglie di Scaracchio.
Scaracchio stoppò tutti alzando orgoglionamente il suo bicchierino di plastica e dicendo: "Per l'onore di Grayskull(He-Man, 1981)! Facciamo un brindisi, prima di tutto, al signor Scrocchetto!".
"No! È un uomo cattivo!" disse il tacchino.
Gli rispose Scaracchio:
"Suvvia, è Natale.".
"E poi il signor Scrocchetto non è cattivo: è solo che lo disegnano così." aggiunsero in coro la stampella e il piccolo Tim, a soli tredici centesimi al minuto.
"Hai ragione piccolo mio ! Bambini, facciamo un brindisi al signor Scrocchetto. Possa avere una felice Pasqua!" disse infine la signora Scaracchio, già ubriaca come un marinaio affogato nel Porto.
"E che Dio benedica tutti quanti!" disse infine il piccolo Tim, ma fuoritempo.
"Sono davvero brave persone..." disse con un nodo alla gola il vecchio Scrocchetto. Era la prima volta da anni che si sentiva così bene. Evidentemente l'apparecchio acustico aveva ripreso a funzionare.
Lo spirito del Natale presente distolse la luce della pila da là e la scena svanì. Scrocchetto osservò fino all'ultimo il povero Tim, domandandosi come riuscisse a stare in equilibrio.
Il gigante disse alfine con fare bonario:
"E ora Resta Cu' Mme(Domenico Modugno, 1956) e osserva ancora..." e riaccese la sua pila che ora illuminava una nuova scena.
Erano ora in casa di Freddo, il nipote di Scrocchetto.
"Ascoltali." disse il gigante.
"Che peccato che lo zio Scrocchetto non sia qui con noi. Ha detto che era troppo vecchio per venire." disse freddo Freddo. Era visibilmente, sinceramente e forse esageratamente dispiaciuto, nonostante facesse di tutto per sembrare allegro.
"Come può lavorare il giorno di Natale? Sono così dispiaciuta per lui: è ricco, ma non ama nessuno. Deve essere molto, molto, molto, molto..." e passò un buon quarto d'ora, poi: "...molto, molto, molto infelice..." sentenziò la moglie di Freddo, Fredda, così a Freddo. E Freddo la pensava proprio come lei.
Scocchetto era visibilmente commosso. Sentì il suo cuore fare addirittura un battito. Poi non lo udì più e un po' si preoccupò, a dire il vero.
La serata continuò tra canti e giuochi da ragazzi, ed anche se non poteva essere u'dito, Scrocchetto continuava a indicare al nipote le risposte ai quiz dell'Eredità. Alla fine pure loro fecero un brindisi col vino caldo al vecchio e impotente (perché non era potuto venire) zio Scrocchetto. Scocchetto era ri-visibilmente ri-commosso, e se avesse potuto avrebbe partecipato volentieri al brindisi caldo, soprattutto perché ora aveva un po' più Freddo nel cuore e avea finalmente capito la battuta sull'impotenza.
"Andiamo Scrocchetto! Abbiamo molte altre persone da visitare." e cominciarono a girare per i Night Club più esclusivi della City. Dappertutto le persone erano felici e festeggiavano il Natale in serenità.
E tutti, chi più chi meno (soprattutto i matematici che studiavano l'algebra), avevano una buona parola per il vecchio Scrocchetto, così ricco ma così solo.
Allo scoccare della mezzanotte, il gigante -che purtroppo rappresentando il natale Presente avea vita breve- non fu più Presente: ridiventò zucca e poi scomparve alla vista di Scrocchetto, trainato da sei topini, mentre due lucertoline verdi scappavano da tutte le parti in causa. Il vecchio Ezechiele si ritrovò solo in mezzo al nulla, con addosso i suoi soliti stracci e con una sola pantofola di cristallo ai piedi. Chissà dove l'avea persa l'altra! Nel tentativo di ricordare, gli tornò in mente, bella come sei(cit.), la predizione del vecchio Giacobbe Mariuolino e, alzando gli occhi, scorse un solenne fantasma, ammantato e incappucciato, il quale s'avanzava lento ma inesorabile, un po' come s'avanzano gli avanzi del cenone di Natale.

“Continua...” in giapponese!
(“Continua...” in giapponese!)



BONUS! BONUS! BONUS!

La Saga di Ciro Laruota - Parte III
Le avventure di Isacco Inspalla.

C'era una volta Isacco Inspalla, un amico di Ciro Laruota.
Isacco Inspalla era gentile con tutti ma aveva un difetto: premere ogni volta tutti i pulsanti dell'ascensore.
Un giorno uno scienziato pazzo disse a tutti di quanto fosse strano quel suo modo di premere ogni volta tutti i pulsanti dell'ascensore e Isacco Inspalla intuì che qualcosa non andava nella sua vita.
In preda alla disperazione Isacco Inspalla capì che era giunto il momento di combattere e vincere.
Morale: pensa prima di agire, ogni giorno sarà un giorno felice!

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Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se l'industria ha fatto passi da gigante ma è in crisi perché non li compra nessuno, please stay tuned!

mercoledì 13 dicembre 2017

Il secondo episodio de “La lagna di Natale” di mamma BCO!


Scialve a tutti, perché c'è sempre un “perché”!
Miss-Super-Fotografo sta combattendo una dura lotta contro il raffreddore, cosa questa che costringe il prodino (l'analcolico moro, perché non si lava i capelli) BCO (il ragazzo meraviglia-che-sbadiglia) a recarsi di continuo in missione al centro commerciale a fare la spesa. Riuscirà l'eroina più amata dagli italiani dopo Anita Garibaldi a riconquistare la salute in tempo per l'annuale ricerca dei regali di Natale al centro commerciale? Riuscirà BCO (il ragazzo meraviglia-di-frattaglia) a sopravvivere al centro commerciale? No.

Va ora in onda (su onda) la seconda puntata del quasi-nuovo (usato pochissimo) racconto tratto dalla raccolta (dei pomodori) di fiabe «I racconti di mamma BCO!» intitolato: La lagna di Natale!

La lagna di Natale
Un raconto Natallizio di mamma BCO
(dal racconto «A Christmas Carol» di Charles Dickens)

Riassunto della puntata precedente:
Ezechiele Scrocchetto, vecchio affarista con l'hobby della misantropia, maltratta sottoposto e nipote (sottoposto anche lui alle sue lagne) anche e soprattutto alla vigilia di Natale, ma riceve la visita di quel dannato fantasma del suo socio Giacobbe Mariuolino che gl'intima, al fine di evitargli di fare la stessa fine, di ascoltare le parole di tre spiritosi spiriti che verranno a visitarlo durante la Santa Notte, e di cambiarsi nell'intimo dell'anima.

Lagna Seconda

Lo spirito dei passati Natali

Il signor Scrocchetto si coricò e cocoricò, inquieto. Si girò e si rigirò nel letto che pareva il bucato nella lavatrice (anche il colore era simile), e nonostante il “bucato più bianco” (la tipica notte in bianco?) il suo sonno fu affollato da incubi oscuri. Verso mezzanotte finalmente trovò un po' di quiete e cominciò a russare 'sì forte che lo registrarono i sismografi (australiani). Ma quando l'orologio batté l'una (che accettò di buon grado la sconfitta), improvvisamente si svegliò.
Davanti a lui vide uno spirito che sembrava il figlio illegittimo di uno dei sette nani e di un cero votivo, con braccia forti, gambe da fotomodella, una testa chiomata e luminosa, un cappello a forma di spegnitoio sottobraccio e un ramo di agrifoglio in mano che usava per scacciare le mosche.
"Chi sei? Cosa vuoi?" chiese per nulla intimorito Scrocchetto.
"Sono lo Spirito pubblicitario dei passati «Natali»." e così dicendo, accompagnato da uno stacco musicale, mostrò con orgoglio una latta di ottimo passato di verzura, in vendita a soli 2,99 euri.
"Vieni con me!" aggiunse.
"Dove mi meni? Dove andiamo?"
"Chiudi gli occhi e aspetta." rispose lo spirito.
Scrocchetto chiuse gli occhi e rimase immobile fin quando un tremendo schiaffone lo stramazzò a terra. Lo spirito lo aveva effettivamente menato da qualche parte.
"Ora apri gli occhi e guardati intorno." disse nuovamente lo spirito, rianimandolo un poco.
"Ma... Ma questa è la città dove vivevo da ragazzo! Oh, le luci di Natale (erano tutte sue)... E i canti... E... E... Ecco i tacchini nel negozio del macellaio che tentano la fuga, com'era lor costume in questi giorni d'abbuffate!" disse incantato il vegliardo.
"Proprio così! Vedi? Ti sto mostrando un Natale di molti, molti, molti, molti, molti, molti..." così andava dicendo, ma lo spirito si interruppe non appena ebbe incrociato lo sguardo seccato di Scrocchetto; e riprese: "...anni fa. Ora guarda quel ragazzo solo nell'aula di quella fatiscente scuola statale in quanto tale.".
"Sono io! Sono io! Ero sempre solo, a leggere libri di avventure... l'unica persona che mi amava a quel tempo era mia sorella... Ma mia sorella ora non c'è più..." ed immediatamente si immalinconì al ricordo di sua sorella, quella dolce creatura, così Piccola e Fragile(Drupi, 1974), che lo picchiava ripetutamente con un vezzoso ombrellino d'acciaio (che chiamava affettuosamente Jeeg), e spesso canzonandolo.
"È vero, tua sorella non c'è più! Ma ricorda che c'è ancora il figlio di tua sorella, il grande Freddo(film di Lawrence Kasdan, 1983). È un po' sessantottino ma ti vuole bene, lo sai."
lo Spirito pubblicitario dei passati «Natali» prese un telecomando, schiacciò un pulsante e in un battibaleno (anche baleno, sportivamente, accettò la sconfitta) la scena attorno a Scrocchetto cambiò completamente. Si ritrovò (perché si era perso) a osservare dalla vetrina del negozio del vecchio Fuzzywig, pel quale avea lavorato come commesso per scommessa da ragazzo, una festa danzante di Natale alla quale avea partecipato pure lui, sempre per scommessa.
"Conosco quelle persone!" disse entusiasta Scrocchetto: "Ecco il mio amico Dick Etimandoio, e laggiù vedo il signor Holly Calli, il portalettere... E c'è anche Mary Torno, la sorella di Dick e... Spirito, posso parlare con loro?".
"Non possono vederti, né sentirti, Scrocchetto. Sono solo ombre." disse lo spirito (che era d'origini venete) con un cicchetto in mano.
Scrocchetto guardava avidamente (per sua stessa natura) i suoi vecchi amici. Si stavano divertendo e sembravano molto feliciccini, tutti intenti com'erano a gioucare allo schiaffo del soldato e a ballare il Gioca Jouer(Claudio Cecchetto, 1981)!
"Perché eravamo tutti così felici?" si domandò perplesso il vecchio Scrocchetto.
"Eravate felici perché eravate amati. Il vecchio Fuzzywig vi amava e il lavoro non vi pesava (forse un po' gli straordinari). L'amore dà e porta felicità in qualunque circostanza, cioè in qualunque stanza circolare occupata da clown." sentenziò lo spirito, che tosto pigiò un nuovo tasto del telecomando.
Scrochetto si ritrovò nel suo ufficio. Lì a pochi passi da lui, si stava svolgendo una scena che purtroppo ricordava fin troppo bene. In piedi davanti al suo alter-ego più giovane -ma ormai in età adulta- v'era una bella fanciulla vestita di (orso) bruno, rotta in lacrime.
"Che... Che c'è cara?" disse il giovane adulto Scrocchetto.
"Io non ti piaccio più, vero?" disse lei.
"Come puoi dire una cosa simile?" ribatté il giovane adulto Scrocchetto.
"Allora dimmi: cosa ci fai abbracciato a quel sacco di monete d'oro?" urlò la ragazza, inviperita.
"Ti... Ti stai sbagliando, questo è solo il mio orsacchiotto Babù!" cercò di riparare, impaperandosi, il giovane adultero Scrocchetto, che però dovette arrendersi all'evidenza di essere stato pizzicato a letto in compagnia di un sacco pieno d'oro (completamente nudo per giunta)!
"Spero che sarete felice nella vita che vi siete scelta!" e dettogli a lui medesimo questo, lo lasciò (lui) al suo amato oro e, come gemelli siamesi su un polsino durante un'operazione chirurgica, si separarono per sempre.
"Spirito!" disse Scrocchetto: "Non mostrarmi altro! Menami a casa: Ti diletti forse a torturarmi?".
Lo spirito, con le mani dietro la schiena, alzava gli occhi al cielo, fischiettando colpevolmente, e  trattenendo le risa nel contempo.
In quella, lo Spirito impietoso strinse il vecchio Scrocchetto fra le sue poderose e amorevoli braccia, e lo costrinse a guardare per intero una serie di spot pubblicitari ove la bella fanciulla -quella stessa vestita di (orso) bruno che avea prima rifiutato per seguire la sua sfrenata passione per l'oro- l'era ora legata (mani e piedi) a un distinto signore spagnolo, con il quale viveva felice in un bel mulino bianco, sfornando tutto il giorno ottimi biscotti per i loro bambini e per la loro gallina domestica. Nel frattempo l'alter ego giovanile-adultero del vecchio Ezechiele Scrocchetto, ormai invecchiato, ammuffiva solo soletto dentro al suo ufficio a contar schèi(termine veneto con il quale viene indicato in generale il denaro).
"Spirito!" esclamò Scrooge con voce soffrocata: "toglimi di qui!"
"Non è colpa mia!" disse lo spirito: "Hai fatto tutto tu!".
"Toglimi di qua!" tornò a pregare Scrooge: "Non resisto più!"
Si volse allo Spirito, e vedendo che questi lo guardava trattenendosi a stento dal ridergli in faccia, gli si scagliò addosso come un sol uomo.
"Lasciami in pace! Riportami a casa. Non m'importunare di più!" urlò il vecchio Scrocchetto.
Ora lo spirito, acceso come un faretto, rideva, rideva, rideva come se ridesse. Scrocchetto, pur di farlo smettere, gli calcò il cappello-spegnitoio in testa, ma più impegno e forza ci metteva a spingere giù il cappello più la luce dello spirito si faceva intensa, e più grasse ancor le risate.
Alla fine entrambi erano sfiniti: Scrocchetto dalla fatica e lo spirito dalle risa. Il vecchio si ritrovò alfine di nuovo nel suo letto a baldracchino ove sprofondò in un sonno sprofondo.

“Continua...” in giapponese!
(“Continua...” in giapponese!)


BONUS:

La Saga di Ciro Laruota - Parte II

C'era una volta Ciro Laruota.
Ciro Laruota era gentile con tutti ma aveva un difetto: entrare nel bagno (occupato) urlando: "Al fuoco! Al fuoco!".
Un giorno un re disse a tutti di quanto fosse strano quel suo modo di entrare nel bagno (occupato) urlando: "Al fuoco! Al fuoco!" e Ciro Laruota perse i capelli nonostante portasse da tempo la parrucca.
In preda alla disperazione Ciro Laruota si trasferì in un regno più ospitale.
Morale: tieni pulito l'ambiente, la verità è il bene supremo!

Ma non è finita, Qui-k (tieni duro, c'è speranza)!
Qui-k, il noto avverbio teutonico!
(Qui-k, il noto avverbio teutonico! L'immagine è censurata per via che il paperetto è minorenne.)

Giusto perché abbiamo già tutto pronto, vi segnaliamo alcune entusiastiche (ma fasulle) recensioni da parte di giornali e ammiratori del nostro blog.

Che il Signore abbia pietà delle loro anime.
Scarso Avvenire

È la cosa più bella che abbiamo visto in tanti anni di lavoro.”
Associazione Spurghi di Sottofungo in provincia di Terraumida

Bellissimo! Meraviglioso! Fantastico! Eccezionale!
La Fandonia

Fermate questo orrore.
Medici Senza Fioriere

Una strip che racconta l'amore di una donna per un appendiabiti narcolettico.
Il Secolo Scorso
...
Non sappiamo più cos'altro scrivere.
Il Secolo Scarso

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Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se dovremmo proprio sbarazzarci del cadavere, please stay tuned!

sabato 9 dicembre 2017

“La lagna di Natale” di mamma BCO.


Scialve a tutti, perché non c'è altro che possiamo fare!
Come minaccia... come promesso, cominciamo dal post di oggi a pubblicare un sacco di cosucce carine per fersteggiare allegramen... per festeggiare il Natale, e cominciamo alla grande (nel senso che è parecchio testo) con il nuovo (come no!) racconto dalla raccolta (differenziata) di fiabe «I racconti di mamma BCO!» intitolato: La lagna di Natale!

La lagna di Natale
Un raconto Natalizzio di mamma BCO
(dal racconto «A Christmas Carol» di Charles Dickens)

Lagna Prima

Lo spettro di Mariuolino

Tanto tempo fa, in una Londra lontana lontana, senza né Beatles né Rolling Stones, era la vigilia di Natale, e tutti più o meno vestiti come Sherlock Holmes boccheggiavano la serena atmosfera fumo-di-Londra che aleggiava pei comignoli della capitale. Tutti? Bé, non proprio tutti.
V'era un uomo, forte, e con un nome fantastico(cit.), che non amava molto il Natale, anzi si può dire che lo odiasse proprio: odiava l'idea di far festa, odiava i regali, odiava odiare... Quest'uomo era il signor Ezechiele Scrocchetto.
Il signor Scrocchetto era una persona chiusa (eh!) come e più della saracinesca di un negozio a ferragosto, più fredda e calcolatrice di un computer Olivetti, più astuta di un fagiano laureato e più subdola di una mozzarella scaduta appena usciti dal supermercato. Il volto ben proporzionato, la mascella squadrata, il naso dritto e sottile, quello sguardo intenso e penetrante, labbra carnose e una gustosa voce baritonale capace di sciogliere il cuore di ogni donna... Erano tutte caratteristiche del vicino di casa del signor Scrocchetto, il quale, quest'ultimo, possedeva invece un viso decrepito, un naso puntuto, occhi arrossati, labbra sottili, voce raspa, folte sopracciglia e un mento così asciutto che potevi usarlo come carta assorbente. Tutti lo evitavano, e perfino i ciechi non lo vedevano di buon occhio.
Il giorno della Vigilia il signor Scrocchetto era nel suo ufficio. Sulla porta del locale si potevano leggere (a patto di saper leggere) queste parole: «Scrocchetto & Mariuolino», ma il signor Mariuolino -spregiudicato uomo d'arraffi al pari di Scrocchetto- era morto di superlavoro sette anni prima. Scrocchetto era ora l'unico proprietario della ditta.
Fu quasi all'ora di chiusura che un giovanotto entrò tutto d'un pezzo nell'ufficio, cinguettando allegramente come un tucano innamorato.
"Buon Natale, zio!" disse il giovanotto.
"Cosa diavolo vai dicendo, Freddo? Come puoi essere così sciocco? Non hai ancora capito che Natale è un giorno inutile? A Natale la gente non fa altro che mangiare, bere, ruttare e buttar via quattrini in pigiami da regalare e pantaloni da regolare, invece di lavorare e guadagnare!" rispose per tutta risposta Scrocchetto.
"Oh, zio, perché dici queste cose? E io che son venuto a invitarti a pranzare con noi, domani... Verrai?"
"Certo che... No! Ti ho appena detto che io ODIO il Natale, ODIO l'idea di far festa e ODIO odiare! Ora vattene, Freddo, devo terminare un uom... un lavoro. Il Tempo è denaro!" disse caricando il fucile a pompa.
Così Freddo se ne andò via urlando.
Il signor Roberto Scaracchio, l'impiegato di Scrocchetto, lavorò tutto il giorno come ogni giorno, seduto alla scrivania. La stanza era molto fredda nonostante Freddo fosse già uscito avendo cura di chiudere bene l'uscio; il giovane indossava una vecchia sciarpa ma, per motivi puramente economici, girava in canottiera, come Bruce Willis. Provò almeno a scaldarsi un pochino le mani con la fiammella dell'unica candela che cera, ma smise quando le dita gli presero fuoco.
Quando la pendola digitale (la chiamavano così perché il vetro era sempre pieno di ditate) finalmente segnò con una frusta la schiena della fine della giournata lavorativa, Roberto Scaracchio entrò come un sol uomo nell'ufficio di Scrocchetto.
"Buon Natale, signore!" cinguettò allegramente come un tucano contento anche il buon Scaracchio.
"Buon Natale? Cosa vuoi dire?" rispose Scrocchetto Stizzito.
"«B» di Bologna, «U» di udine, «O» di Ostia..." ma fu interrotto dallo Scrocchetto:
"Ho capito! Intendevo dire: «Cosa vuoi da me?»".
Scaracchio raccolse tutto il suo coraggio -non ci volle molto, perché era poco- e parlò col cuore in mano, come se fosse un cardiochirurgo:
"Domani è Natale, signore. Posso restare a casa?".
"Uhm... capisco. Tu non vuoi lavorare il giorno di Natale! Uhm... Non penserai che ti paghi per startene a casa!" disse Scrocchetto tamburellando con le dita così velocemente che sembrava un batterista heavy metal:
"Va bene, stattene purè a casa, se vuoi, ma lavorerai il doppio delle ore a Santo Stefano!".
"Sissignore, lavorerò dunque per ventotto ore il giorno di Santo Stefano! Grazie! Grazie tante signore! Ehm... E buon Natale, signore!" e così dicendo scappò via a gambe levatoio.
Poco dopo anche il signor Scrocchetto uscì dall'ufficio. Le strade erano in lastricato di sampietrini e molto affollate, i negozi scintillavano di mille lumini ad olio intermittenti e tutti compravano regali da regalare e prelibatezze da prelibare. Alcuni dolci bambini, che di nome facean tutti Natale, intonavano dolci canti di Natale, mangiando tipici dolci di Natale. V'era nell'aria una calda atmosfera di glicemia alta.
Scrocchetto si avviava come una FIAT 500 con problemi d'accensione verso casa, di malumore, come al solito.
Borbottava, ruttava e scuotendo la testa (di chi gli capitava a tiro) brontolava:
"Come può la gente essere così sciocca? Buttano via i soldi in pigiami da regalare e fingono di essere feliciccini...".
Un uomo tenente in mano per il frontino un cappello da baseball blu rivoltato, lo fermò, qui:
"Mi può darmi qualche moneta a me per aiutare la povera gente, signore?".
Un secondo uomo con cappello da baseball rosso tenuto alla stessa maniera del primo lo fermò, qua, anche lui:
"La prego, stiamo raccogliendo denaro per chi non ha denaro.".
Un terzo uomo col cappello verde in mano, fermò Scrocchetto, qui (ma fu un “qui pro quo”), per la terza volta:
"Anche pochi spiccioli, dati alla spicciolata... è Natale!".
Scrocchetto, che non era mai stato così fermo, rispose loro:
"Non ci ho soldi per i poveri, io! E poi se dessi soldi ai poveri non ci sarebbero più poveri... E Robin Hood finirebbe disoccupato! E come farebbe poi a crescere la figlia, Little Red Hood? E poi i poveri sono poveri solo perché non ci hanno voglia di lavorare. Girate al lardo dunque e lasciate in pace le persone moltiplicate per bene!".
"Natale non può essere un giorno di gioia per un uomo come quello..." disse il terzo uomo al secondo.
"È meschino, avaro e visigoto, più povero dei nostri poveri poveri..." disse il secondo uomo al primo.
Il primo uomo, invece, non disse nulla, perché non c'era più nessuno a cui parlare, e si sentì triste.
Scese la notte e la notte quasi s'ammazzò rotolando giù per le scale. Dopo aver attraversato parecchie viuzze londinesi del Monopoli, Scrocchetto arrivò finalmente al caseggiato dove abitava, in un Vicolo Stretto. Girò la chiave per aprire il portone, ma l'occhio gli cadde (forse perché era di vetro) sul battiporta, il quale aveva assunto a tempo determinato (ma con regolare contratto) le fattezze spettrali del suo ex-socio Mariuolino: stessa espressione assente, stessi occhialini da sole tondi e fuori moda, stessi capelli dritti come se avesse preso la due e venti e col codino che scodinzolava per conto suo. Scrocchetto, atterrito, entrò in casa di corsa, fece le scale con chiodi, assi e martelli in fretta e furia, senza nemmeno scaldare la voce. Raggiunse poi la camera da letto tanto velocemente che pareva inseguito da un carro funebre senza freni, e vi si chiuse dentro (alla camera, non al carro).
"Il battacchio aveva il volto di Mariuolino... ma Mariuolino è morto, stecchito, kaput, cibo per i vermi, “A verer le margherite crescere dalla parte delle radici!”. I morti non ritornano, tranne che nei film di Romero...". Dopo qualche sforzo in bagno, gli riuscì di calmarsi un attimo: "Forse sono solo molto stanco. Ho bisogno di riposare.".
Per sicurezza decise di chiudere la porta della camera da letto a chiave. Poi chiuse anche la chiave a chiave. Stava ancora chiavando, quando improvvisamente la porta si aprì con uno scatto, accompagnata da un rumore terribile di ossa frantumate, perché aveva appena spiaccicato Scrocchetto al muro. Il vecchio lo riconobbe immediatamente: sulla porta v'era il suo vecchio socio Giacobbe Mariolino. O meglio: il suo fantasma!
"Cosa vuoi da me, Mariuolino?" chiese tremante Scrocchetto al fantasma, piatto piatto, scollandosi dal muro.
Mariuolino parlò in tono solenne:
"Sono venuto per aiutarti, Ezechiele. Sai, Scrocchetto, quando ero vivo ero un uomo malvagio: non conoscevo generosità, onestà, altruismo, precedenza, semafori... Mi comportavo come se fossi l'unico uomo bello e intelligente sulla faccia da bronzo della terra... E che gli altri rosicassero! Credevo che tutto mi fosse dovuto. Cattivo, ero un uomo cattivo! Ora sculacciami!" e si calò le brache.
Scrocchetto, che stava cominciando ad irritarsi non poco (per via che era allergico), interrogò nuovamente il fantasma:
"Perché sei qui, cosa vuoi da me?".
"Vado a tormenta... Trovare tutti quelli che conosco per avvisarli a viso aperto..." e in effetti il fantasma aveva il volto un po' scombinato, con addirittura la mandibola staccata dal resto; a tenere insieme tutto quel «quadro di Picasso» di faccia v'era preposto un elegante foulard di chiffon con motivo a pois (così era più motivato) annodato sulla fronte.
"Li avvisi?" lo interruppe un po' preoccupato il vecchio Scrocchetto.
"...li avverto di non comportarsi male, altrimenti saranno condannati per l'eternità!" e in effetti il fantasma era costretto portarsi appresso, avvolte all'incorporeo corpo che pareva un involtino primavera, pesanti catene da neve e a trainare grossi libri contabili, brogliacci e bauli pieni di strip di BCO e TATA.
"Vattene! Via di qui! Non ho paura di te!" disse Scrocchetto cagandosi addosso.
Mariuolino avvertì l'aroma che i pantaloni di Scrocchetto stavano sprigionando, e si sbrigò a dire:
"Oh, sì, io devo andare (sai, ho un sacco di impegni che mi piacciono un sacco, e così poco tempo), ma altri tre spiriti: uno di paglia, uno di legno e uno di mattoni verranno a visitarti stanotte. Stai pronto!"
Mariuolino, infine, fuggì molto velocemente attaccandosi alla ruota di un carro funebre ora munito pure lui di pesanti catene da neve.
Dopo essersi ripulito e cambiato, il vecchio Scrocchetto esclamò:
"Sono davvero stanco. Una bella dormita è quello che mi ci vuole a me. Domani starò molto più meglio.".

"Continuare" in giapponese.
(“Continua...” in giapponese!)


BONUS:

La Saga di Ciro Laruota - Parte I

C'era una volta Ciro Laruota.
Ciro Laruota era gentile con tutti ma aveva un difetto: carpire segreti di stato.
Un giorno l'amministratore delegato di una nota azienda disse a tutti di quanto fosse strano quel suo modo di carpire segreti di stato e Ciro Laruota si rassegnò al suo triste destino.
In preda alla disperazione Ciro Laruota cercò di capire cosa fosse andato storto.
Morale: non mangiare troppo, l'abito non fa il monaco!


Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se ormai le pizza saranno diventate fredde, please stay tuned!

mercoledì 6 dicembre 2017

«È molto probabile che non tutti sappiano che...» si avvicinano gli speciali natalizi de Lo Zibaldone di BCO e TATA!


Scialve a tutti, perché è divertente!
Nonostante la sfiga che sembra si stia godendo appieno il suo soggiorno presso la casa del-giurassico-duo TATA e BCO (dovreste vedere che recensione ci ha fatto su Trippa-advisor!) ci sono delle novità (le solite, ma simpatiche) in arrivo per Natale... MA per oggi dovrete accontentarvi della rubrica che sta alla conoscenza come il petrolio sta ai cormorani: «È molto probabile che non tutti sappiano che...»!

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È molto probabile che non tutti sappiano che...
- Le calamite da frigo stanno spostando l'asse terrestre.
- Il punto non è altro che una virgola circoncisa.
- Tutti gli animali girano nudi per strada.
- Quando si parla alle spalle di una persona è meglio assicurarsi prima che quest'ultima non abbia mangiato fagioli.
- Contrariamente a quanto si potrebbe essere portati a pensare i calamai si impasticcano.
- Tutti i pirati che portano la benda hanno provato a mettersi il mascara durante una tempesta.
- Tutti i cavalli vecchi si chiamano Donato.
- Camminando fra l'erba alta è possibile procurarsi morsi d'insetto nuovi di zecca.
- Non importa quanto sia buona una persona: mangiarla rimane un atto di cannibalismo.
- Andando a letto con le galline si piglia l'herpes.

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Frase celebre del giorno:
Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere.
Tommaso Biondo allo specchio, prima di tingersi i capelli e di farsi chiamare Tommaso Moro

Proverbio del giorno:
Chi si contenta è contento.

L'amore NON è...
...mettere lui/lei a dieta.

Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se non siete una radio, please stay tuned!

sabato 2 dicembre 2017

È un uccello? È un aereo? Sì, e Miss-Super-Fotografo lo sta fotografando!


Scialve a tutti, perché a non salutare tutti-tutti ci sentivamo un po' in colpa!
BCO ci ha ancora il mal di schiena e TATA è ancora dispersa dentro l'armadio che porta a Narnia, perciò ciancio alle bande e “andiamoci giù pesante” con la rubrica «Miss-Super-Fotografo-FACTS!».

Miss-Super-Fotografo-FACTS!
Episodio 2

Fact #6:
- Miss-Super-Fotografo può fotografare direttamente senza la macchina fotografica, sbattendo le palpebre e imponendo le mani sulla pellicola.

Fact #7:
- Miss-Super-Fotografo è talmente brava che se non fa un tubo bisogna chiamare subito un idraulico.

Fact #8:
- Miss-Super-Fotografo è talmente forte che quando dice a BCO (il ragazzo meraviglia che sbadiglia): "Andiamo a pranzo?", BCO prende un atlante geografico e cerca disperatamente in quale città si trova il centro commerciale "Pranzo"!

Fact #9:
- Miss-Super-Fotografo mentre guida in autostrada può fare foto all'autovelox e multarlo.

Fact #10:
- Miss-Super-Fotografo è così forte che la servono nei bar.

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Miss-Super-Fotografo - la sigla del cartone animato!
Da cantare sulle note della sigla italiana del cartone animato Fantaman!

C'era tanto tempo fa, proprio al centro di Milàn,
c'eran tanti défilé, ma nessuno foto fa!

Ma c'è una fotografo, cucciola, con un nome fantastico,
che sa scattare, sa illuminare, e tutti ritrarrà:
Miss-super-fotografo! Servizi lei farà! Miss-super-fotografo!

"Mi porti al centro commerciale?" (recitato al posto di: "AHAHAHAHAH!")

Ecco in viaggio il fido BCO, meraviglia-che-sbadiglia.
Il malvagio centro-commerciale è all'attacco con i saldi!

Ma c'è una fotografo, cucciola, e con un nome fantastico,
che sa cambiare, i soldi in scontrini, e tutto spenderà!
Miss-super-fotografo! Spesucce lei farà! Miss-super-fotografo!

Miss-super-fotografo! Miss-super-fotografo! Indicibile sei tu!
Sei il terrore di tutti gli ortofonici!

Miss-super-fotografo! Miss-super-fotografo! Macchinetta lei alzerà,
e più magica del Silvan lei sarà!

Miss-super-fotografo!

Miss-super-fotografo!

Quattro filtri sulla lente:
giallo, rosso, giallo e blu.
Il servizio matrimoniale,
sottozero chi lo fa?

Ma c'è una fotografo, forse, con una sciarpa fantastica,
che sa scattare, sa illuminare, e tutto ritrarrà:
Miss-super-fotografo! Il servizio lei ti fa! Miss-super-fotografo!

"BCO, è pronto il toast di mezzanotte?" (recitato al posto di: "AHAHAHAHAH!")

Miss-super-fotografo! Miss-super-fotografo! Invisibile sei tu!
Sei il terrore di tutti gli infartuati.

Miss-super-fotografo! Miss-super-fotografo! Macchinetta lei alzerà.
E più magica del Copperfield sarà!

"Il panino con la cotoletta!" (recitato al posto di: "AHAHAHAHAH!")

Miss-super-fotografo!

Miss-super-fotografo!

(Ad libitum, ululando)

|+HWH+|OXO|+HWH+|OXO|+HWH+|OXO|+HWH+|OXO|+HWH+|OXO|+HWH+|OXO|+HWH+|OXO|+HWH+|OXO|

Frase celebre del giorno:
I'll be Bach!
Johann Sebastian Bach da piccolo (ad Halloween, travestito da Terminator)

Proverbio del giorno:
Dopo la salita viene il fiatone.

L'amore NON è...
...ammettere gli errori di lui/lei.

Please, stay tuned!” del giorno:
Anche se il bagno è ancora occupato, please stay tuned!