mercoledì 28 settembre 2016

Hänsia e Gratin - Seconda parte.


Scialve “atutti”!
Per voi sfegatati amanti del giallo e dell'itterizia (giallo-related anch'essa) va ora in onda (su onda) la seconda parte del semi-nuovo e bellissimo (eletto reginetta di bellezza al concorso Miss K.P.P. 2016!) racconto di Mamma BCO (in tre parti, altrimenti la TATA si stanca e mi manda a quel paese) intitolato: «Hänsia e Gratin»!
Buona lettura!

Hänsia e Gratin!
Rivisitazione in chiave (più o meno) comica della quasi omonima fiaba dei fratelli Grimm intitolata: «Hänsel e Gretel».
(testo originale tratto -di biro- da internet e rimaneggiato malamente da BCO)

(cliccare qui per leggere la prima parte)

Riassunto della puntata precedente:
La madre dei piccoli Hänsia e Gratin Boscaiolo, residenti in provincia di Firenze, decide al fine di risolvere tutti i suoi problemi economici di abbandonare la propria prole in mezzo al bosco. Il padre alcolista tenta di opporsi ma viene costretto dalla scellerata moglie a perpetrare il folle gesto. Grazie ad un geniale stratagemma, il piccolo Hänsia ritrova prontamente la via di casa, rovinando i piani della madre degenerata.

Seconda parte.

Non passò molto tempo e il panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai tornò a mancare nella casa dell'alcolizzato e della megera e Hänsia e Gratin udirono una sera la perfida madre che diceva al padre:
"Una volta i bambini hanno ritrovato il cammino e io ho lasciato correre (ed hanno corso parecchio, effettivamente) ma adesso non c'è di nuovo più niente da ciancicare: rimane solo un mezzo panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai in casa; domani dovrai condurli più addentro nel bosco dimodoché non ritrovino più la strada: per me... per noi non c'è altro rimedio."
L'uomo si sentì stringere il cuore con il forcipe impugnato saldamente dalla moglie, alla quale si rivolse e disse (rivoltato):
"Non potremmo semplicemente fare un salto all'autogrill?"
Ma siccome aveva già una fibrillazione del miocardio in atto non poté proprio dire di no.

Quando i bambini ebbero udito quel discorso perché non erano sordi (avevano infatti un buon udito umignolo), Hänsia, come al solito impaziente, si alzò come un sol uomo (anzi, come un sol ometto) e questa volta con i pantaloncini al loro posto scese da basso per andare a raccogliere nuovamente i ciottoli fluorescenti; ma quando giunse alla porta constatò amichevolmente e quindi senza coinvolgere i vigili che la madre l'aveva chiavata, cioè chiusa a chiave. Anche se visibilmente in preda ad un attacco di panico Hänsia cercò di consolare in qualche modo la piccola Gratin, dicendole con il solito tono angosciato:
"Dormi cara Gratin che domani probabilmente ci aspetta un'altra camminata di ottanta giorni."

Allo sputar del giorno seguente a quello precedente i due assortiti fratelli ricevettero il loro sudato pezzetto di panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai, stavolta ancor più piccolo della volta precedente, tanto che una volta tanto i bambini esclamarono in coro:
"E che ca'..." riferendosi probabilmente alla loro bella casetta che dovevano così forzatamente abbandonare.
Per strada Hänsia, nel tentativo di calmare l'ansia e cioè di calmarsi, sbriciolò in tasca il proprio pezzo di panino-con-la-cotoletta-ecc...; approfittando della situazione si fermava sovente lungo il cammino e gettava di tasca propria qualche briciola per terra.
"Perché Hänsia ti fermi sempre con ansia (e cioè chiuso in te stesso) a guardar dietro di te, come se cercassi in qualche modo di ricordarti la strada dalla quale siamo venuti?" disse il padre, per nulla insospettito.
Rispose il fantolino:
"Ah! Guardo il mio gattino bianco che è sul tetto e che vuole dirmi addio."
"Sciocco!" disse la madre per non dir di peggio:
"Non è il tuo gattino bianco ma è il primo sole che brilla sul comignolo!"
E questa volta era vero perché non riuscendo a scendere dal tetto della casa il povero micino bianco era morto di fame qualche giorno prima[1].
Hänsia, che se lo era dimenticato, si mise a piangere disperato e, nel farlo, apprensivamente continuò a sbriciolare tutto il suo panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai gettando le briciole per la via, ma soprattutto le basi per un solido ritorno a casa.

La madre signorina li condusse ancora più addentro nel bosco, dove non erano mai stati in vita loro. Là dovevano di nuovo sedere col sedere accanto al fuoco di paglia e dormire, e alla sera i genitori sarebbero venuti a prenderli per i fondelli. A mezzogiorno, nonostante la forfora, Gratin divise il proprio pan grattato con Hänsia, che aveva sparso tutto il suo pezzetto di panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai per la via. Ma passò mezzogiorno e passò anche la sera senza che nessuno venisse dai poveri bambini, i quali cominciavano ad avere le gambe un po' addormentate. Hänsia consolò, anzi, tentò di consolare Gratin e disse:
"Aspetta che sorga la luna: allora vedrò i germogli di albero del pane nati dalle briciole di panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai che ho sparso lungo il cammino; ci mostreranno la via di casa."
Gratin scosse la testa: prima la sua, sommessamente, e poi quella del fratello, con rabbia. La luna sorse, ma quando Hänsia cercò gli alberi del pane non li trovò: i mille e mille uccellini del bosco, grossi come pterodattili, le avevano viste e le avevano beccate in flagrante. Hänsia pensava di trovare ugualmente la via di casa e si portava dietro Gratin, ma ben presto si persero nel grande bosco; camminarono tutta la notte e tutto il giorno per altri ottanta giorni filati, poi si addormentarono per la gran stanchezza. Poi camminarono ancora tutta una giornata, ma non riuscirono ad uscire dal bosco e avevano pure una fame da lupi perché da due mesi vivevano con un branco di lupi grigi che indossavano blue-jeans strappati; non avevano nient'altro da mangiare che un po' di bacche trovate svenute per terra e quello che trovavano nei ristoranti lungo il cammino.

Il centoundicesimo giorno, quand'ebbero camminato fino a mezzogiorno, giunsero a una casina fatta di pane e cotoletta alla milanese e ricoperta di focaccia unta alle cipolle, ma con normali finestre in vetro di Murano.
"Ci siederemo qui e mangeremo a sazietà," disse ad Hänsia e al resto del branco.
Gratin prese a rompere e a mangiare il vetro delle finestre. Hänsia, masticando un pezzo di focaccia alle cipolle, la guardava perplesso.
Dopo essersi tagliata per due volte la lingua con i taglienti frammenti del vetro rotto delle finestre, la piccola Gratin udì assieme al fratello una voce sottile ma inequivocabile gridare dall'interno della casetta:

Chi è quel deficiente
che mi mangia la casina,
tutta unta e sopraffina?


I bambini risposero in coro:

È l'ispettorato all'edilizia,
che si mangerà tutta la tua focaccia abusiva
od interverrà col braccio armato della giustizia!


E continuarono a mangiare come due diluviati: gratin cacciò fuori tutto un vetro di Murano rotondo da un oblò e Hänsia staccò un enorme pezzo di focaccia alle cipolle dal tetto della veneranda veranda della casa. Ma d'un tratto la porta della casa si aprì e una vecchia decrepita venne fuori piano piano piano piano piano piano. Hänsia e Gratin si spaventarono così tanto (e a lungo) che lasciarono cadere quello che avevano in mano. Ma la vecchia scosse il capo (dei bambini) e disse:
"Ah, cari, cari, costosi bambini, come siete giunti fin qui? Venite dentro con me, siete i benvenuti."
Prese entrambi i bimbi per la collottola e li condusse nella sua casetta. Fu loro servita una buona cena: latte e frittelle, mele e noci per Hänsia e carta vetrata per Gratin che dimostrò di apprezzare; poi furono preparati due bei lettini bianchi e caldi (perché cosparsi di calce viva) ed Hänsia e Gratin vi si coricarono pensando di essere in Paradiso.

Continua...

Note:
[1] Nessun animale (a parte il BCO) è stato maltrattato durante la realizzazione di questa fiaba. Per realizzare la scena del gattino morto nella vostra testa abbiamo usato la computer grafica. Il gattino bianco è vivo e sta benissimo (a meno che non sia il gatto di Schrödinger, per il quale non possiamo garantire).


Anche se il buio ci spegnerà, please stay tuned!

sabato 24 settembre 2016

Hänsia e Gratin - Prima parte.


Scialve a tutti!
Per voi amanti del brivido e della febbre alta va ora in onda (celebrale) la prima parte del nuovo bellissimo («ogni scarrafone è bello a mamma soja») racconto di Mamma BCO (in tre parti, altrimenti la TATA si stanca a legere) intitolato: «Hänsia e Gratin»! Buona visio... lettu... digestione!

Hänsia e Gratin!
Rivisitazione in chiave (più o meno) comica della quasi omonima fiaba dei fratelli Grimm intitolata: «Hänsel e Gretel».
(testo originale tratto -come un dado- da internet e rimaneggiato colpevolmente da BCO)

Prima parte.

Davanti a un gran sugo di bosco[1] abitava abusivamente (e per questo lo menavano) un povero taglialegna che non aveva di che sfamarsi ma che beveva come una spugna assetata; sempre ubriaco, riusciva a Stento (Bello Stento, località del comune di Greve in Chianti in provincia di Firenze) a procurare il pane per preparare il panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai a sua moglie e i suoi due bambini: Hänsia e Gratin[2]. Giunse infine un tempo in cui il povero taglialegna non poté più né ubriacarsi di Chianti classico Bello Stento né di provvedere al panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai per la sua famiglia e non sapeva più a che santo votarsi, a parte il Sangiovese. Una sera, mentre si voltava inquieto nel vecchio letto per via delle zecche però nuove di zecca che lo mordicchiavano, la moglie, che lo stava mordicchiando pure lei per via della fame (e un po' perché era una sadica), gli disse:
"Ascolta, maritozzo mio: ieri ho chiamato la mia cara sorella Grimilde[3] e mi ha suggerito un modo gentile e simpatico di risolvere il problema del come sfamare i nostri mocciosi: domattina all'alba vincerò e poi prenderai i due marmocchi, darai a ciascuno un pezzetto di panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai e con la scusa di fare un po' di trekking li condurrai lontano in mezzo al bosco, nel punto dov'è più fitto l'affitto; accenderai loro un bel fuoco di paglia e poi, amorevolmente, scapperai via a gambe levate, lasciandoli laggiù soli-soletti. Purtroppo non possiamo nutrirli più a lungo."
Rispose l'uomo, roso dal senso di colpa, dalle zecche e dalla moglie, alla moglie:
"Non posso farlo, sarebbe troppo crudele abbandonare i nostri figli nel bosco e proprio a ferragosto, quando gli affitti sono più alti: le bestie feroci li sbranerebbero in men che non si dica e cioè in un «che non si dic»! Non c'è un'altra soluzione meno crudele o mogliettina mia?"
"Sì!" rispose la moglie:
"Smetti di bere!"
L'uomo a malincuore acconsentì, costretto dalla moglie egoista, ad abbandonare i poveri bambini nel bosco.

Anche i due bambini non potevano dormire, un po' per via della fame e un po' per via che sentivano masticare rumorosamente al piano di sotto, ma soprattutto perché avevano sentito quello che la madre aveva detto al padre tra un morso e l'altro. Gratin pensò che per loro fosse finita e incominciò a piangere amaramente (e cioè ingurgitando liquore amaro come se fosse acqua fresca), ma Hänsia disse ansiosamente:
"Sta' un po' zitta Gratin! Smetti di bere e non ti crucciare che ci penserò io!" e dicendolo sembrava una po' Woody Allen ma con le convulsioni.
A quelle parole la povera Gratin prese a piangere più forte che mai, tirando a sé una bottiglia di vodka.
Guardando di sottecchi la sorella, Hänsia si alzò, si mise la giacchettina, si allacciò le scarpine, indossò il cappellino e infine aprì l'uscio da basso e sgattaiolò fuori; rientrò, si mise anche i pantaloncini e, imprecando garbatamente, ri-aprì l'uscio da basso e ri-sgattaiolò fuori.
La luna splendeva chiara ma da qualche altra parte perché là invece era nuvolo e i ciottoli bianchi rilucevano come monete nuove di zecca solo perché erano stati resi luminescenti dalla vernice fluorescente che qualche giorno prima il boscaiolo, ubriaco e camminando come un equilibrista col parkinson, aveva accidentalmente rovesciato loro sopra. Hänsia si chinò, ne ficcò nella taschina della giacchettina quanti poté farne entrare (circa quattro) e se ne tornò a casa.
"Consolati Gratin e riposa tranquilla!" disse Hänsia, sempre ansiosamente, a una botte piena e alla sorellina ubriaca; si rimise di nuovo a letto e si addormentò proprio sopra alla sorella che sapeva di scaloppina al marsala, quasi soffocandola.

Allo sputar del giorno, ancor prima che sorgesse il sole nel Madagascar, un leone sa che deve svegliarsi e correre prima della madre di Hänsia e Gratin, la quale venne (anche grazie alle arti amatorie del boscaiolo) nella cameretta delle piccole pesti e li svegliò entrambi a suon di schiaffoni:
"Alzatevi bambini, che oggi io e il babbo vogliamo andare a fare trekking nel bosco; qui c'è un pezzetto di panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai per ciascuno di voi, ma siate saggi e conservatelo per i prossimi mesi."
Gratin mise sospettosa il panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai sotto il grembiule, visto che Hänsia aveva le tasche piene di pietre (ma forse era solo contento di vederla) e riusciva a malapena a stare in piedi; poi tutti quanti si incamminarono verso il bosco. Quando ebbero fatto un pezzetto di strada, posate ch'ebbero per un momento le pale, il catrame fumoso e il pietrisco, Hänsia si fermò e si volse a guardare nervosamente la loro casa nella prateria, con tanto di colonna sonora ed i titoli di testa; così fece per più e più volte (insomma, lo fece per un'addizione di volte). Il padre (visibilmente scosso perché non aveva ancora toccato una goccia d'alcol) disse:
"Hänsia che cos'è che hai da voltarti a guardare e perché ti fermi in continuazione? Su, muoviti!"
"Oh, babbo, guardo il mio gattino bianco che è sul tetto che ascolta tutto come fosse la prima volta e miagola disperatamente perché vuole dirmi addio." rispose apprensivamente il bambino.
Disse allora la madre:
"Ehi, sciocco, non è il tuo gattino ma è il primo sole che brilla sul comignolo." nonostante il cielo fosse talmente nuvoloso che pareva notte.
Hänsia però non aveva guardato il telegattino, ma aveva buttato ogni volta sulla strada uno dei sassolini fluorescenti che teneva in tasca. Va detto per amor di cronaca che il povero gattino rimase tutta la giornata da solo sul tetto a miagolare.

Quando giunsero in mezzo al bosco, proprio sopra la «s», tra «bo» e «sco», il padre disse loro:
"Ora raccogliete legna, o bimbi miei! Voglio accendere un bel fuoco perché oggi ci paga la mafia."
Hänsia e Gratin raccolsero nella grande foresta vergine rami secchi e volantini pubblicitari dei supermercati ivi abbandonati a mo' di discarica abusiva e ne fecero un gran bel mucchio. Poi accesero il fuoco e quando la fiamma si levò alta, la madre disse:
"Adesso stendetevi sopra... Ehm, accanto al fuoco e dormite, mentre noi andiamo a spaccare teste di legno nel bosco, come ai bei tempi. Aspettateci qui fino a quando non torneremo a prendervi." e se ne andò assieme al rassegnato marito, manganello alla mano, ridendo dapprima debolmente e poi via via sempre più intensamente, man mano che si allontanavano da loro.

Hänsia e Gratin rimasero accanto al fuoco fino a mezzogiorno, poi si spostarono un po' perché avevano troppo caldo. Visto che ormai era ora di pranzo, ciascuno mangiò il proprio pezzetto di panino-con-la-cotoletta-che-alla-TATA-piace-assai. Hänsia era in ansia mentre Gratin non era gratin perché fortunatamente si erano spostati dal fuoco giusto in tempo. I due infanti credevano che il padre fosse ancora nel bosco perché udivano i colpi d'una accetta che accetta. Purtroppo per loro non si trattava dell'accetta del padre ma di un ramo di un albero del lago di Como che il padre dalla fiatata etilica avea legato ad un albero e che il vento sbatteva di qua e di là come se fosse un ramo di un albero del lago di Como legato ad un albero (qui ci è venuto il mal di testa, n.d.BCO e TATA).
Così attesero fino a sera, ma il padre e la madre non tornarono e nessun altro venne a prenderli, nemmeno il loro gattino bianco (probabilmente perché ancora intrappolato sul tetto). Quando fu notte fonda Gratin incominciò a subodorare la fregatura e a piangere, ma Hänsia irrequieto come di consueto le disse:
"Aspetta soltanto un poco, affinché sorga la luna e ci porti fortuna."
E quando la luna insorse, Hänsia prese finalmente Gratin per mano a mano; i ciottoli fluorescenti brillavano come monete nuove di zucca, indicando loro il camino. Ma nonostante ciò andarono nella direzione opposta e camminarono per ottanta giorni ed ottanta notti e quando fu la mattina dell'ottantunesimo giorno giunsero finalmente alla casa paterna dopo aver fatto il giro del mondo in ottanta giorni. Il padre, sobrio fradicio, si rallegrò di quore ed anche un po' di fegato quando vide i suoi bambini sani e salvi poiché gli era veramente dispiaciuto doverli abbandonare (nonostante avesse una scusa valida per bere); la madre, più stronza, finse anch'essa di rallegrarsi, ma segretamente ne era furiosa.

Continua...

Note:
[1] «sugo di bosco» è come dire: «bastonate» o ancora: «legnate».
[2] Leggasi: «Graten» (ġratẽ′).
[3] La regina Grimilde (pochi lo sanno) è la matrigna di Biancaneve nell'omonima fiaba scritta sempre dai Grimm brothers ed è una strega cattiva (la regina, non la fiaba).


Anche da subito (se per voi va bene), please stay tuned!

mercoledì 21 settembre 2016

Aspettando l'autunno con autostima...


Scialve a tutti voi che siete qua!
Anche se tutto, assieme al proverbiale «'Bastian», porterebbe a pensare il contrario sta per arrivare l'autunno e fans e giornalisti si sono già schierati per l'occasione presso il gate dell'areoporto. A questo proposito -ma più che altro perché nuovamente non sapevamo cosa scrivere in questo inutile post- per celebrare degnamente(!) l'autunno con lardo anticipo abbiamo deciso di riportare alcune frasi celebri circa la stagione delle castagne e delle foglie morte (forse perché hanno preso troppe castagne).

L'autunno è la primavera dell'inverno.
Henri de Toulouse-Lautrec (scritta in estate)

Andiamo al centro commerciale, BCO? Ci sono i saldi d'autunno!
TATA

Cadono le foglie, Nessuno le raccoglie.
Ulisse (incavolato) con la ramazza in mano

Il bello dell'autunno è che ci si riposa dal riposo estivo prima di affrontare il letargo invernale.
BCO

Si sta come d'autunno sui viali le foglie.
BCO Ungaretti al centro commerciale con TATA

L'autunno è una stagione saggia e di buoni consigli che nessuno ascolta.
Félix-«The Cat»-Antoine Savard dopo aver visto un tombino intasato dalle foglie morte

Ma dove ve ne andate povere pagine gialle come tante farfalle spensierate? Venite da lontano o da vicino, da un bosco o da un giardino, e non sentite la malinconia del vento freddo che vi porta via.
Trilussato, inseguendo quel che resta d'un elenco del telefono (testo tratto tutto d'un tratto dalla poesia Foglie gialle di Trilussa)


Alla prossima!

sabato 17 settembre 2016

Il grande ritorno di Biancaneve e dei suoi 777 nani!


Scialve-a-tutti-frutti!
Siccome è da un po' che non ve la propiniamo proponiamo, a grande richiesta (di procedere nell’azione penale) -ma anche un po' perché non abbiamo trovato di meglio da scrivere- va ora in onda come un provetto surfista la serie animata che nei favolosi anni settanta contribuì considerevolmente a renderli molto meno favolosi[cit. falsa come una falsa partenza]: Biancaneve e i 777 nani!

Biancaneve e i 777 nani!
(dalla versione giapponese a puntate degli anni '70)
Episodio 54 - Colesterolo, il nano tappabuchi.
Di ritorno dall'ospedale del bosco ove ha appena ritirato le sue analisi del sangue Biancaneve s'imbatte nel nano colesterolo, il quale sta appunto intasando l'arteria autostradale che sta percorrendo la dolce fanciulla. Non capendo bene se Colesterolo sia buono o cattivo Biancaneve fa di tutto per non farlo salire (in auto).

E probabilmente per abitudine ci mettiamoci pure il proverbio del giorno:
Titti fa brodo (e Silvestro lo sa!).

In nome di tutto ciò che è sacro in questo mondo, stay tuned!

mercoledì 14 settembre 2016

BCO a rovescio!


Oggi sono più stanco del solito e quindi a voi vi beccatevi una filastrocca di Gianni Rodari intitolata: «Le fiabe a rovescio», che ho trovato qualche tempo fa in rete, in attesa che si compia la beata speranza e BCO scriva un post degno di essere chiamato tale (e quale)!

Le fiabe a rovescio
di Gianni Rodari

C'era una volta
un povero lupacchiotto,
che portava alla nonna
la cena in un fagotto.
E in mezzo al bosco
dov'è più fosco
incappò nel terribile
Cappuccetto Rosso,
armato di trombone
come il brigante Gasparone...,
Quel che successe poi,
indovinatelo voi.
Qualche volta le favole
succedono all'incontrario
e allora è un disastro:
Biancaneve bastona sulla testa
i nani della foresta,
la Bella Addormentata non si addormenta,
il Principe sposa
una brutta sorellastra,
la matrigna tutta contenta,
e la povera Cenerentola
resta zitella e fa
la guardia alla pentola.


Per amore di inventario, stay tuned!

sabato 10 settembre 2016

Find the heart! VIC-20 game (BASIC) by BCO!


And now... The english language version of this pointless strip!



Scialve-a-tutti-belli-e-brutti!
Oggi vignetta/e (se consideriamo l'«english version») a tema visto che il post di oggi è dedicato ad un inutile (e probabilmente diseducativo) giochino scritto dal BCO durante uno dei suoi soliti attacchi d'insonnia per il BASIC del VIC-20 che simula il gioco delle tre carte sull'amichevole computer di casa Commodore!
Ecco l'inutile ma incriminante video dell'inutile ma ipnotico gioco:



...e questo è l'inutile codice:

new
10 a=65:b=83:c=65:ca=0:cb=2:cc=0:v1=7680:v2=38400:gosub 10000
20 print rnd(-time):print chr$(147)
30 gosub 5000
40 for t=1 to 1000:next
50 for n=1 to sn
60 gosub 4000
70 for t=1 to p*2:next
80 r=int(rnd(1)*3)+1
90 if r=1 then gosub 1000
100 if r=2 then gosub 2000
110 if r=3 then gosub 3000
120 next
130 gosub 4000
140 print "1 2 3"
150 input "wich one";i$
160 if i$<>"1" and i$<>"2" and i$<>"3" then goto 150
165 w=0
170 if i$="1" and a=83 then w=1
180 if i$="2" and b=83 then w=1
190 if i$="3" and c=83 then w=1
200 gosub 5000
210 if w=0 then print "you lose!"
220 if w=1 then print "you win!"
230 input "again (y/n)";r$
240 if r$="y" then run
250 if r$="n" then print "have a nice day!":end
260 goto 230
1000 s=a:a=b:b=s: s=ca:ca=cb:cb=s
1010 poke v2, 1:poke v2+1,  0:poke v2+2, 1:poke v2+3, 1:poke v2+4,  0
1015 poke v1,32:poke v1+1,102:poke v1+2,32:poke v1+3,32:poke v1+4,102
1020 for t=1 to p:next
1030 return
2000 s=b:b=c:c=s: s=cb:cb=cc:cc=s
2010 poke v2,  0:poke v2+1, 1:poke v2+2, 1:poke v2+3,  0:poke v2+4, 1
2015 poke v1,102:poke v1+1,32:poke v1+2,32:poke v1+3,102:poke v1+4,32
2020 for t=1 to p:next
2030 return
3000 s=a:a=c:c=s: s=ca:ca=cc:cc=s
3010 poke v2,  1:poke v2+1,  0:poke v2+2,  0:poke v2+3,  0:poke v2+4,  1
3020 poke v1, 32:poke v1+1,102:poke v1+2,102:poke v1+3,102:poke v1+4, 32
3030 for t=1 to int(p/3):next
3040 poke v2,  1:poke v2+1,  1:poke v2+2,  0:poke v2+3,  1:poke v2+4,  1
3050 poke v1, 32:poke v1+1, 32:poke v1+2,102:poke v1+3, 32:poke v1+4, 32
3060 for t=1 to int(p/3):next
3070 poke v2,  1:poke v2+1,  0:poke v2+2,  0:poke v2+3,  0:poke v2+4,  1
3080 poke v1, 32:poke v1+1,102:poke v1+2,102:poke v1+3,102:poke v1+4, 32
3090 for t=1 to int(p/3):next
3100 return
4000 poke v2,0:poke v2+1,1:poke v2+2,0:poke v2+3,1:poke v2+4,0
4010 poke v1,102:poke v1+1,32:poke v1+2,102:poke v1+3,32:poke v1+4,102
4020 return
5000 poke v2, ca:poke v2+1,  1:poke v2+2, cb:poke v2+3,  1:poke v2+4, cc
5010 poke v1,  a:poke v1+1, 32:poke v1+2,  b:poke v1+3, 32:poke v1+4,  c
5020 return
10000 print chr$(147)+"find the 'S'!"
10020 l=1:input "wich level (1-3)";l$
10030 if l$<>"1" and l$<>"2" and l$<>"3" then goto 10020
10040 sn=7:p=300
10050 if l$="1" then sn=7:p=300
10060 if l$="2" then sn=12:p=150
10070 if l$="3" then sn=17:p=75
10080 print "hit a key to start!"
10090 get a$:if a$<>"" then return
10100 goto 10090
run


..se a qualcuno va di ribatterlo sulla tastiera di un vero VIC-20!

E per finire in bellezza ecco tre inutili screenshots:





Potete trovare tutti i programmini che ho battuto (ma per un soffio perché erano avversari in gamba) per VIC-20 su questa pagina del sito (4)Seasons o sparsi allo stato brodo brado su questo medesimo blog.

Prima o poi farò anche un disco-raccolta con tutti i programmini, promesso (n.d.BCO)!

Il commento sonoro che sentite in sottofondo nel video è una versione pseudo-8-bit fatta-dal-BCO-con-quello-che-aveva-in-casa dell'arcinoto successo Money degli ABBA (che-alla-TATA-piacciono-assai).

Stay cheated!
(il bello è che il gioco non truffa anche se è di fatto BCO come programmatore è una truffa!)

mercoledì 7 settembre 2016

Stravolgimenti inaspettati...



Scialve a tutti!!!
Il post di oggi doveva essere diversamente utile ma a causa di cause causate anche da casualità (è questo il caso) non sto troppo bene quindi la chiudo qua per il momento! :)

Anche se non ne vale la pena, stay tuned!

sabato 3 settembre 2016

Tempo di epiloghi!

Strip BCO e TATA del 30/07/2016

Scialve a tutti!
Eccoci di ritorno (tutti sudati e bruciacchiati perché hanno cercato di darci fuoco) dalle "vacanze" estive per concludere assieme a voi "medesimi di persona" (cit. Totò) nel migliore dei modi la nostra estate 2016, propinandovi proponendovi, come promesso, l'epico(?) finale della tribolata storia d'amore tra il BCO e il ragno Crispina e con la fantasiosa(?!) soluzione del cruciverba dell'estate 2016 di BCO e TATA, che trovate quo sotto!

quo, il noto «pro» di qui!
(quo, il noto «pro» di qui!)




E voi avete passato delle belle vaccanze?
Come dice sempre il BCO: "L'importante è riposa ...zzzZZZzzzZZZzzz..."!

Stay sweaty!