sabato 27 febbraio 2016

Ancora in quarantena...


Scialve a tutti!
Oggi l'orgoglioso-duo™ BCO e TATA è ancora KO, pertanto non trasmetteremo il documentario che tutti voi aspettavate con ansia (e ansiolitici) sulla tigre siberiana che attacca un'elefante al polo nord:


Trasmettiamo invece uno tra gli innumerevoli episodi della serie a cartoni animati nipponica che ha conquistato il cuore e la milza di milioni di bambini in tutto il mondo solo per sadismo[cit. falsa come l'imminente ripresa economica]: Biancaneve e i 777 nani!™

Biancaneve e i 777 nani!™
(dalla versione giapponese a puntate degli anni '70)
Episodio 48 - Autoveicolo, il nano 4x4.
In questo episodio Biancaneve, per motivi di lavoro, deve conseguire la patente di guida e per questo motivo chiede aiuto al nano Autoveicolo. Nonostante l'impegno Biancaneve viene comunque bocciata dal nano Pignolo per non aver restituito Autoveicolo (a tempo debito) dopo averlo preso a Nolo (un altro nano).

Frase celebre del giorno:
Tutti in classe ragazzi che riprendiamo le lezioni.
Tommaso Campanella

Proverbio del giorno:
Donna prudente, gioia eccellente. Purché non pruda troppo, però!

Stay guessed!

mercoledì 24 febbraio 2016

Alti e bassi...


Scialve a tutti!
La TATA ha la febbre alta (ma sta guarendo), BCO ha la pressione bassa (ma sta dormendo). Quindi per oggi chiudiamo qui!
Riempitivi!
Riempitivi!
Riempitivi!

Puntata speciale di BCOyager-flash™:
“Lo squalo bianco è razzista?”

Le belle cornicette!
Bella cornicetta N° 53:
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Bella cornicetta N° 54:
Y=.V^+O+^V.=YOTOY=.V^+O+^V.=YOTOY=.V^+O+^V.=YOTOY=.V^+O+^V.=YOTOY=.V^+O+^V.=YOTOY

Bella cornicetta N° 55:
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Frase celebre del giorno:
Solo Puffin ti darà forza e grinta a volontà!
Charlie (Bud Spencer in chi trova un amico trova un tesoro)

Peroverbio del giorno:
L'arancia la mattina è oro, a pranzo è argento, la sera esce con gli amici!

Stay identified!

sabato 20 febbraio 2016

La lampada di Aladinosauro!


Scialve a tutti!
Forse non tutti sanno che BCO e TATA giovedì 18 febbraio hanno festeggiato il loro ventiduesimo anniversario di sodalizio amoroso! Nonostante l'amore (l'arma finale di Miss-Super-Fotografo™) abbia prevalso su tutte le «difficoltà tecniche» (leggasi: «sfighe™») TATA è-ancora-KO™ e BCO è-sempre-KO-di-suo™ (in questo momento ha il famoso-mal-di-pancia™) e quindi oggi pubblichiamo a mo' di riempitivo (e riempie parecchio perché è bello lungo) uno dei famosi racconti-di-mamma-BCO™ che da generazioni aiutano i giovani virgulti a chiudere gli occhi la sera e fare la nanna (per sempre).

La lampada di Aladinosauro!
Un racconto in arabo perché BCO non sa scrivere!
(Il testo della fiaba è tratto, come disse Giulio Cesare, dal sito: lefiabe.com)

Aladinosauro era un Brontosaurus che come me amava i Beatles ed i Rolling Flintstones e che abitava in una città della lontana Aarabbia (un luogo sperduto nella Campania ove tutti, per un motivo o per l'altro, avevano le scatole girate) e che, come BCO, non aveva una gran voglia di lavorare.
Anzi, come BCO, non ne aveva nessunissima voglia, anche perché pesava diverse tonnellate e si muoveva più lentamente di un bradipo. Però la sera andava sempre in discoteca per ascoltare Walk the dinosaur dei Was (Not Was).
Suo padre era un Tyrannosaurus Rex che di mestiere faceva il sarto e per questo motivo tutti lo chiamavano Tyrannosarto. Certo faceva un po' fatica a mettere il filo dentro la cruna dell'ago per via del fatto che era di braccine corte. Non che fosse tirchio: semplicemente per sua natura aveva le zampe anteriori piuttosto corte. Ma a far le asole era un vero mostro! Anzi, era un vero mostro e basta. Il Tyrannosarto rimproverava inutilmente Aladinosauro, incitandolo con veemenza a cercare un'occupazione diversa dal gareggiare in velocità con le lumache (perdendo sempre, tra l'altro)!
"Diventerai adulto e ti dispiacerà d'aver perduto tanto tempo. Agli oziosi vengono brutte idee per la testa, oltre che la forfora!" ruggì il Tyrannosarto alle prese con un cartamodello abbastanza complicato.
"Uffa! Sarà quel che sarà! Se non sarà sereno, si rasserenerà!", rispondeva seccato Aladinosauro che era anche un Brontolosauro.
Estinto il padre, il ragazzone continuò a bighellonare da mattina a sera. E un bel giorno, mentre stava gareggiando come al solito con alcune lumache, gli si avvicinò un forestiero.

"Sei tu il figlio del Tyrannosarto?", gli domandò costui.
"Sì", rispose Aladinosauro:
"Ma mio padre è estinto da qualche anno! Mi ci sono seduto sopra per sbaglio!".
Il forestiero si mise a piangere perché per sbaglio Aladinosauro si era seduto pure sopra di lui:
"Povero fratello mio. Ero venuto qui dall'Africa -dove vivo benedicendo la pioggia in Africa- per riabbracciarlo. Oh, che dolore!" e infatti aveva tutte le costole fratturate.
"Voi dunque sareste mio zio?", si stupì Aladinosauro:
"Non assomigliate a mio padre nemmeno un po'. Somigliate più ad una sogliola!".
Come avrete capito, Aladinosauro non era nemmeno tanto sveglio.
"Comunque venite, vi porto da mia madre." disse e cominciò a camminare al rallentatore in direzione della casa sua e di sua madre.
Nemmeno la madre di Aladinosauro -uno splendido esemplare di Pterodattilo (Pterodactylus) che di mestiere faceva la dattilografa e che tutti, per questo motivo, chiamavano affettuosamente Pterodattilografa- aveva mai saputo dell’esistenza di quello zio-sogliola, il quale tuttavia le piacque assai perché assicurava di volersi prendere cura di Aladinosauro, che lo avrebbe indotto a lavorare, anche forzatamente, e avrebbe fatto di lui una vera donna. Per farla breve anche la madre non sopportava più Aladinosauro!
"Verrai con me. Ti porterò in un posto che sarà la tua fortuna!" disse lo zio dopo aver ripreso un po' di forma e di colore. E preso al guinzaglio Aladinosauro, che in realtà più che andare con lo zio avrebbe preferito rimanere in ozio, lo costrinse a seguirlo.
Camminarono per alcune settimane finché, giunti in una radura distante appena pochi metri dalla casetta di Aladinosauro, il forestiero rivelò allo sfaccendato Brontosaurus chi egli fosse in realtà:
"Non sono tuo zio, ma un mago. Un grosso mago! Un magone! E ho deciso di renderti ricco, anzi ricchissimo, anzi ricchio..." e lì, misteriosamente, il mago interruppe la frase.
Poi, grazie all'aiuto di una cinepresa, riprese:
"Lo vedi questo macigno? È pesante, ma tu riuscirai a spostarlo. Lì sotto c'è una caverna con una cascata di diamanti. Ci entrerai e quell'immenso tesoro sarà tuo!".
Aladinosauro era molto diffidente, un po' perché il magone stava ridendo malignamente da qualche minuto buono ma soprattutto perché avrebbe dovuto lavorare. Aladinosauro non lo sapeva, ma quello era un mago cattivissimo. Talmente cattivo che a confronto Hitler era Gandhi.
Attraverso terrificanti sortilegi e una piccola ricerca su internet il magone aveva scoperto dov'era nascosto il più fantasmagorico tesoro del mondo che contava, tra le tante meraviglie, una piccola lampada a basso consumo dagli straordinari poteri ed una calamita da frigo con sopra stampata in rilievo l'immagine del Grande Puffo. Ma aveva anche scoperto che c'era una pietra a chiudere l'antro nel quale quell'opulento tesoro era custodito e che a sollevarla poteva essere un solo bestione: quella pucciosa creaturina di nome Aladinosauro.
Così, intendeva servirsi di lui.

Per vincere la diffidenza di Aladinosauro il mago, noto anche come «Giancarlo» (non mi veniva la battuta), non esitò a consegnargli un anellone.
"Mettilo al naso e non togliertelo mai. Ti sembrerà strano ma è un anello! Ti sarà d'aiuto in tante occasioni: per esempio se dovessi fidanzarti... In cambio tu per me dovrai fare una cosa: portarmi la piccola lampada a basso consumo che troverai in fondo alla caverna! E se trovassi anche una calamita con sopra stampata in rilievo l'immagine del Grande Puffo...".
Incuriosito e con l'anello al naso, Aladinosauro a quel punto decise di spostare il macigno.
Sotto c'era una scala a chiocciola che scendeva profondissima:
"Bene! Mi piacciono le chiocciole!" disse Aladinosauro al quale le lumache piacevano assai e il ragazzone preistorico discese (lentamente) la siffatta scala. Si trovò così in una grandissima Cavern, piena di Beatles, con degli alberi meravigliosi dai cui rami pendevano, invece dei frutti, grappoli di brillanti, e ce n'erano tanti da riempire, a raccoglierli, una intera televendita trasmessa da qualche emittente locale.

Aladinosauro era più ignorante di un protozoo e non sapeva che cosa fossero i brillanti; però il loro luccichio gli piacque così tanto che ne mangiò qualche chilo, rompendosi una fila di molari prima di accorgersi che le pietruzze oltre che luccicanti erano anche piuttosto dure.
Dopo aver pensato al pancino, Aladinosauro vide anche la lampada, che per fortuna era accesa perché se fosse stata spenta di sicuro non l'avrebbe vista. La prese fra i denti ancora sanguinanti e cominciò piano, piano, piano e piano dopo piano a risalire verso l'imboccatura della caverna, dove il mago lo attendeva da diversi giorni, sempre più impaziente.
Era intenzione del magone, non appena ottenuto ciò che gli stava a quore, far ricadere il ragazzo nel baratro per lasciarvelo morire (lentamente).
"Dammi la lampada, Presto!", gli ordinò in modo spiccio il mago.
"Non mi chiamo «Presto» mi chiamo Aladinosauro!" rispose lo «scaltro» sauropode.
"Dammi la lampada, Aladinosauro!", ribadì il mago che stava per perdere definitivamente la pazienza.
"Prova a dirlo con più sentimento: «Aladinosssauro» con un po' più di dolcezza nella «esse»..."
"Prima la lampada!".
"No. Prima dì bene il mio nome! E dopo prova a dire questo: «Se l'arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescoviscostantinopolizzasse, vi disarcivescoviscostantinopolizzereste voi come si è disarcivescoviscostantinopolizzato l'Arcivescovo di Costantinopoli?»".
A questo punto il magone, arrabbiatissimo perché s'era impaperato tre volte di fila alla parola «disarcivescoviscostantinopolizzato», disse una formula magica a caso (tanto è uguale) e l'imboccatura del sotterraneo si richiuse sul povero Aladinosauro che, disperato, piangeva disperato. E mentre piangeva, strofinava con le zampe il suo nasone gocciolante ed inavvertitamente anche l'anello.
Sappiamo già che l’anello era magico... Anzi no, non lo sappiamo. Cavoli, abbiamo dimenticato di scriverlo! Allora, da capo...
L'anello -che era un anello magico- sollecitato a quel modo rivelò subito i suoi poteri. Infatti, in una luce abbagliante, davanti ad Aladinosauro apparve un genio vagamente somigliante a Nicola Tesla.
"Comanda cosa vuoi", disse il genio ad Aladinosauro inchinandosi: "e forse io ti accontenterò!".
"Riportami subito a casa.", fu la richiesta.
In men che non si dica, il ragazzo si ritrovò nello studio ovale della Casa Bianca.
"Intendevo a casa mia!" disse sconsolato il povero Aladinosauro.
"Avresti dovuto essere più specifico, mannaggia! Sai quant'è difficile superare i controlli per accedere a questo posto? Oltretutto siamo pure arabi!" urlò il genio ad Aladinosauro, tentando contemporaneamente di sfuggire dalle guardie del corpo del presidente degli Stati Uniti.

In un altro men che non si dica, il sauropode si ritrovò a casuccia, dalla madre, alla quale mostrò le pietre preziose -recuperate grazie a massicce dosi di magnesia bisurata e ad un enorme enteroclisma- e la lampada a led che aveva con sé.
La donna trasalì, comprendendo la straordinarietà di quanto vedeva ma soprattutto quando avvertì la puzza delle deiezioni di Aladinosauro.
Nervosamente si mise a pulire dapprima il bagno con la calce viva e poi la lampada che, essendo magica... Abbiamo già detto che era magica? OK, non importa...
Oltre ad essere magica la lampada era anche la casa di un genio ancor più potente di quello dell’anello.
Richiamato da quel gesto, il nuovo genio, vagamente somigliante ad Albert Einstein, subito le comparve davanti, vestito da cameriera francese.
"Sono al tuo servizio!" e s’inchinò perché era un genio civile, molto educato:
"Ordina e io forse ti esaudirò!" aggiunse.
"Un hamburger, una coca e una doppia porzione di patatine fritte!" disse Aladinosauro che aveva frainteso tutto...

Fino ad allora, nella povera casa di Aladinosauro si era sofferta la fame, perché la tenera creaturina del Giurassico superiore si pappava sempre tutte le provviste, perciò la Pterodattilografa chiese a quel genio del genio una tavola dell'IKEA imbandita con gustose vivande e buon vino in brick.
Immediatamente la tavola fu apparecchiata: una tavola principesca che ritornò tutti i giorni, due volte al giorno e qualche volta anche a merenda.
Sostenuto dalla buona sorte, Aladinosauro smise di oziare e lavorò, proprio ora che non gli serviva più lavorare -dimostrando ancora una volta le sue scarse capacità intellettuali e di giudizio- e si dette buon nome: «Apatosaurus» (questa è un po' lunga da spiegare)! La gente giunse persino a lodarlo e a riverirlo, mantenendosi comunque ad una certa distanza quando l'Aladinosauro era costipato.
Un giorno Aladinosauro intravide, non visto (non si sa come), la «bellissima» figlia del Re che usciva a passeggio. Non visto (non si sa come) perché, quando la principessa usciva in pubblico, tutti dovevano rinchiudersi in casa e non ardire di alzare gli occhi su di lei, pena la morte; questo perché la principessa altro non era che uno splendido esemplare di Spinosaurus sempre affamato e alla ricerca di prede. «Rosaspinasaurus» era il nome della «bella» principessina!
Ma la curiosità aveva indotto il giovane a dare una sbirciatina e, non visto (non si sa come), intravista la principessa, se ne innamorò a prima vista:
"Madre, voglio sposare la principessa!".
"Oh, povero figlio mio. Sei impazzito?", disse la donna, visibilmente incassata.
"Mai stato più in senno, madre!" disse Aladinoeccetera.
La madre alzò gli occhi al cielo, pensando che non era poi questa grande garanzia quanto appena espresso dal figlio.
Aladinosauro proseguì:
"Ecco qui una ciotola di brillanti..." ed istintivamente (un istinto vecchio di milioni di anni) la madre si tappò il naso!
"Vai in udienza dal Re, il famoso Re «Ttile», che ti riceverà (spero). E tu, offrendogli un dono così strabiliante ed appetitoso, gli dirai che glielo mando io e che voglio sposare la di lui figlia!".
Tremando di paura per l’ardire di andare a dire direttamente quel che doveva dire, la madre di Aladinosauro si recò dal Re Ttile, e fece ciò che le aveva detto il figlio più o meno nell'ordine giusto.
Visto l’inestimabile tesoro recatogli in dono, il re dapprima svenne per via del cattivo odore, e poi, ripresosi anche lui con una cinepresa, si rallegrò.
"Sei furba!" disse alla madre di Aladinosauro, scambiandola per una Velociraptor.
Se regalava simili ricchezze al suo Re, quel giovane ben poteva essere il pranz... lo sposo della principessa, pensava il Re, che tutti chiamavano affettuosamente «Lizard King»!
Per celebrare degnamente le nozze, Aladinosauro strofinò la lampada e chiese al genio di costruirgli un palazzo più bello di quello del Re.

E subito, ecco sorgere dal nulla la nuova, meravigliosa dimora di Aladinosauro e della sua sposa: una enorme recinzione elettrificata ad alto voltaggio e chiusa da un enorme cancello sopra il quale s'ergeva la scritta «Cretaceous Park».
Tutto, dunque, sembrava procedere per il meglio. E non ci sarebbero state complicazioni di sorta nella vita dei due -almeno fintanto che la sposa non fosse riuscita ad agguantare lo sposo- se non fosse accaduto che il magone (con il magone) che aveva cercato di ingannare Aladinosauro, rimpiangendo continuamente la lampada perduta, non avesse insistito nei suoi esperimenti con i vari motori di ricerca per sapere che cosa ne fosse stato del «ragazzo», se egli fosse morto davvero nel profondo della caverna.
Seppe così da un forum di paleontologi che non solo Aladinosauro era vivo, ma possedeva, oltre all’anello, anche la lampada a led magica. Perciò, pieno di gastrite e di rabbia, ripartì alla volta dell’Aarabbia.
Quando vide lo splendido recinto di Aladinosauro, una rabbiosa invidia prese a tormentarlo. Non volendosi arrendere alla fortuna dell’altro, si travestì da mercante in fiera, attese che Aladinosauro accompagnasse il re in un lungo, lunghissimo viaggio nei reami vicini, si fece ricevere dalla principessa e, un po' per la sua parlata suadente, un po' per magia, un po' per culo (diciamocelo) la trasse in inganno e riuscì a non farsi mangiare.
Il magone, che possedeva vicino alla ferrovia un ristorantino vegano chiamato «il vegano ristorante», fece credere alla principessa Rosaspinasaurus che aveva problemi di salute e che per il suo bene avrebbe dovuto passare al veganesimo, ma soprattutto che la lampada custodita dal suo «sposo» era una vecchia lampada abbronzante senza valore: gliela avrebbe cambiata con una bella lampada nuova e col libro: «Le straordinarie proprietà del risotto coi broccoli» scritto da BCO e TATA.

La principessa, ignara di tutto, accettò.
Avuta ch'ebbe fra le mani, finalmente, la lampada magica, il magone ordinò al genio di trasportare il recinto di Aladinosauro, con tutti i suoi abitanti, TOTO compresi, in Africa. E il genio non poté far altro che ubbidire perché era buono.
Non appena tornato dal viaggio e non vedendo più né il sontuoso recinto né la principessa, Aladinosauro, dopo solo qualche settimana ed un paio di visite dall'oculista, comprese (per buona parte) ciò che era accaduto.
Ma non si perse d’animo: si abbandonò solamente ad un pianto disperato. E nell'asciugarsi il naso con la zampa con il solito fare burino, strofinò nuovamente l’anello magico (l'abbiamo scritto, vero, che era magico?) che aveva ricevuto tanto tempo prima dal magone e che sempre portava al naso, perché s'era dimenticato di levarselo a suo tempo.
Rapido apparve il primo genio, quello che lo aveva salvato dalle guardie del presidente degli USA, con indosso la divisa dei carcerati del campo di detenzione di Guantanamo.
"Riportami subito qui mia moglie e il mio recinto, ovunque essi siano", gli ordinò Aladinosauro.
Gli rispose il genio:
"Sicuro di volerlo?" e poi aggiunse:
"Ogni tuo desiderio per me forse è un ordine, padrone. Ma questo non posso esaudirlo. Perché l’incantesimo è stato compiuto da quel gran genio del mio amico, il genio della lampada, che è molto più potente di me e che pulirebbe forse il filtro soffiandoci un po'!".
"E allora portami dalla principessa!", disse Aladinosauro.
"Ma sei veramente sicuro di volerlo? Voglio dire: è uno Spinosaurus, cavoli! Un carnivoro! E tu sei un erbivoro! E i carnivori mangiano gli erbivori! Lo hai presente, questo?"
Di fronte allo sguardo assente ed interrogativo di Aladinosauro, il genio alzò gli occhi al cielo, fece spallucce, ed in men che non si dica (cioè in «non si dic»!), magico servitore e dinosauro erano già in Africa, nel recinto, al fianco della sua sposa disperata, in lacrime, perché davanti a lei v'era in bella mostra una ciotola di insalata e qualche carota.
La felicità dei due, quando si riabbracciarono, è facile da immaginare ed anche divertente a pensarci su.
"E adesso ci riprendiamo pure la lampada!", disse Aladinosauro cercando di sfuggire ai morsi della principessa Rosaspinasaurus che a sua volta cercava di sfuggire ai morsi della fame, dopo averle confidato la sua lunga, lunghissima avventura «on the rocks» con il magone.
"Ma come? È difficile da immaginare...", rispose lei, dubbiosa e affamata.
"È facile se ci provi! Inviterai il mago per cena, ed essendo egli un grande vanitoso si lascerà conquistare dai tuoi complimenti. E tu gliene farai tanti..."
"Io, Aladinosauro... Fargli dei complimenti!?".
"Sì, mia diletta. E poi te lo mangi!" rispose Aladinosauro, ed aggiunse:
"Infatti ho detto che inviterai il mago per cena!" e fece l'occhiolino alla consorte, strizzando tutti e due gli occhi, però.
"Ho capito!", sorrise la principessa. Anzi, Rosaspinasaurus scoppiò in una vera e propria risata maligna, mentre dietro a lei nuvole grigie s'addensavano scaricando di tanto in tanto lampi e tuoni.
A quella vista il genio ed Aladinosauro si fecero piccoli piccoli.
Tutto avvenne secondo il previsto. Non appena il mago venne biascicato dalla vorace Rosaspinasaurus, Aladinosauro, che fino ad allora s’era tenuto nascosto (non si sa come), venne... fuori, tolse la lampada dalle mani abbronzatissime (era anche una lampada abbronzante) del mago che giacevano a terra in una pozza di sangue, e la strofinò. Ed ecco apparire il genio in una nuvola di vapore verde e radioattivo.
"Tu, genio...", disse Aladinosauro.
"Grazie!" disse il genio gongolando.
"Prego!" rispose a sua volta Aladinosauro (perché era educato) e continuò:
"Porta quello che resta del mago dove nessuno lo possa mai più trovare." ordinò Aladinolui.
Ma il genio non fece a tempo a prendere scopa e paletta che Aladinosauro continuò:
"E poi riporta questo recinto, con TOTO ciò che contiene, in Aarabbia".
Così avvenne.
E in Aarabbia, Aladinosauro e la principessa vissero felici e a lungo, sempre rincorrendosi.

Fin!

Frase celebre del giorno:
Geronimooo!
La moglie di Geronimo

Peroverbio del giorno:
Vale più la pratica con il bollo da 15 euro.

Stay divided!

mercoledì 17 febbraio 2016

Incidente di percorso per BCO e TATA!


Scialve a tutti!
Oggi l'orgoglioso-duo™ BCO e TATA è KO a causa di un piccolo incidente, pertanto non trasmetteremo il documentario che tutti voi aspettavate sulla vita degli elefanti al polo nord:



Trasmettiamo invece uno tra i tanti episodi della serie a cartoni animati giapponese che ha conquistato il quore di milioni di bambini in tutto il mondo solo per rivenderli poi al mercato clandestino degli organi[cit. falsa come un falso invalido]: Biancaneve e i 777 nani!™

Biancaneve e i 777 nani!™
(dalla versione giapponese a puntate degli anni '70)
Episodio 47 - Glicerolo, il nano C3H8O3.
In questa puntata piuttosto drammatica Biancaneve si siede accidentalmente sul nano Glicerolo, uccidendolo. Tormentata dai sensi di colpa Biancaneve si chiude in bagno, rimanendovi per tutta la giornata in preda a forti dolori e spasmi.

Frase celebre del giorno:
Cameriere vorrei più ghiaccio nel mio cocktail, per cortesia!
Anonimo passeggero (appagato) del Titanic

Proverbio del giorno:
Tira più un capello di donna che mezzo capello di donna.

Stay collected!

sabato 13 febbraio 2016

MSX - SCREEN 1 Rectangles of ASCII characters by BCO (BASIC)!


Continua la serie di video assolutamente inutili realizzati dal BCO quest'estate sul tema «programmini in MSX BASIC»! Questa volta il programma realizzato malamente dal BCO ordina perentoriamente all'MSX (in emulazione sull'ottimo programma OpenMSX) di disegnare rettangoli d'amore interamente costituiti da caratteri ASCII e di cambiare anche il colore dello sfondo ogni volta che viene reinizializzato premendo la barra spaziatrice (phew!)! Ed ecco a voi il famoso video:



La musica che sentite in sottofondo è Splash Wave, tratta dal gioco Out Run, versione MSX, la quale naturalmente non fa parte del programmino di BCO ma è stata aggiunta in post-produzione nel video (sempre dal BCO, n.d.BCO).

Frase celebre del giorno:
Quando vi dissi: «Cerchiamo di mettere a fuoco il problema!» non intendevo questo!
Giovanna D'Arco

Proverbio del giorno:
Rosso di mattina, sarebbe un po' presto per bere.

Stay talked!

mercoledì 10 febbraio 2016

Mancanza cronica di novità.


Scialve a tutti!
L'astuto-duo™ BCO e TATA non ha novità rilevanti di rilievo in rilievo da segnalare sui rilievi a parte il fatto che ci siamo persi completamente il carnevale! Sigh!

Due belle cornicette per festeggiare la fine del carnevale:

Bella cornicetta N° 51:
ovoO*OovoO*OovoO*OovoO*OovoO*OovoO*OovoO*OovoO*OovoO*OovoO*OovoO*OovoO*OovoO*Oovo

Bella cornicetta N° 52:
UY+YUT=TUY+YUT=TUY+YUT=TUY+YUT=TUY+YUT=TUY+YUT=TUY+YUT=TUY+YUT=TUY+YUT=TUY+YUT=TU

Va ora in onda (si fa per dire), tanto per riempire il buco (si fa per dire), un episodio tra i tanti (l'alternativa era una televendita di meridiane da polso) della serie a cartoni animati giapponese che nel 1970 collaborò alla pubblicazione di Let It Be, l'ultimo album dei Beatles[cit. falsa come la fine del mondo prevista per il 21/12/2012]:Biancaneve e i 777 nani!™

Biancaneve e i 777 nani!™
(dalla versione giapponese a puntate degli anni '70)
Episodio 46 - Cocuzzolo, il nano che è una cima.
In questo episodio Biancaneve decide di praticare dell'alpinismo arrampicandosi fin sul cocuzzolo del nano Cocuzzolo, famoso tra in nani per essere una cima a fare nodi alle cime (è stato sia negli alpini che in marina). Giunta quasi sulla sommità del nano Biancaneve purtroppo inciampa nel nano Ciottolo, rovinando a valle in men che non si dica.

Frase celebre del giorno:
Impara a parcheggiare meglio, cretino!
Anonimo

Proverbio del giorno:
Bacco, tabacco e Venere riducon l'uomo sul lastrico.

Stay agreed!

sabato 6 febbraio 2016

Crema di zucca e carote con crostini di pane!


Scialve a tutti!
Per la rùbrica, rubrìca o rubricà Biohaz@rd Chef una ricetta di TATA ma che ha inventato il BCO ma che comunque è di TATA (scritta da TATA con lo zampino del BCO) perché voleva tanto mangiarla!

Crema-di-zucca-e-carote™ con crostini di pane!
Andare al supermercato (questo fa sempre bene! n.d.TATA)(non è vero! n.d.BCO).
Comperare al banco frigo la crema-di-zucca-e-carote™ già pronta!
Tornare a casa con la crema-di-zucca-e-carote™ perché è fredda (va mantenuta in frigo).
Lasciare in frigo la crema-di-zucca-e-carote™ fino alla data di scadenza; nel giorno della sua perfetta scadenza «calarla» in una pentola aggiungendo un pochino (pochino) di acqua perché nel frattempo si sarà un po' raggrumata! Cucinare la crema-di-zucca-e-carote™ per quattro o cinque minuti (come indicato nella confezione della crema-di-zucca-e-carote™).
Spegnere il fuoco. Se non ci si vede più, accendere la luce.
Tirare fuori dal congelatore qualche pezzo di pane avanzato. Tutti infatti abbiamo del pane avanzato nel frigidaire! Dal momento che è freddo chiudere il congelatore (se è estate tenerlo aperto, n.d.TATA)(perché? n.d.BCO)(perché fa fresco ed è piacevole! n.d.TATA).
Scongelare il pane nel microonde se ce l'avete, altrimenti aspettare che si scongeli (ci vorrà qualche ora).
Tagliare il pane a dadini con un coltello da maniaco omicida (viene meglio sogghignando)!
In una padella fare un leggero soffritto con un po' d'olio e quanto basta di: sale, pepe, origano e aglio in polvere (ma va bene anche quello normale). Quando l'olio risulta (dalle analisi di laboratorio, n.d.BCO) caldo mettere a rosolare i pezzi di pane precedentemente tagliati a dadini (con i ditini! n.d.BCO)! Per capire se l'olio è caldo, buttare un pezzettino di pane (il che non ha molto senso!). Mettere poi in bocca: se vi scottate vuol dire che è caldo!
Dopo un po' che rosolano i pezzi di pane è arrivato il momento dell'assaggino (non è che devono mescolare un po' TATA? n.d.BCO)(bé prima l'assaggino! n.d.TATA): se dopo aver inserito il bocconcino di pane nella bocca (possibilmente la vostra, n.d.BCO)(sì! n.d.TATA) produrrete una fila di «M» a ciclo continuo, del tipo come quando un vitello beve il latte e poi dice: «Mmmmm, che buono!». vuol dire che i vostri crostini saranno pronti.
Spegnere il fuoco.
Versare la crema-di-zucca-e-carote™ nei piatti (piatti fondi, comprati con i vostri fondi) e lanciarvi sopra da una certa distanza i crostini. Se centrate il piatto avete diritto a mangiarli se no, no!
Regolare con un filo d'olio ed ingoiare tutta la pappa.
Muu (o «Moo», per chi mastica l'inglese, o ancora «Mou» per chi mastica solo caramelle Mou)! È buonissimo!
Specialmente se i crostini li fa il BCO!



Qui ci sarebbe stata la foto ma abbiamo mangiato tutto prima di scattarla (n.d.BCO e TATA)!

Frase celebre del giorno:
Scusate il rutto ma ci stava tutto.
BCO

Proverbio del giorno:
Più si chiacchiera, meno si respira.

Stay selected!

mercoledì 3 febbraio 2016

Cornicette ASCII e nient'altro!


Scialve a tutti!
Grazie ad un discreto numero di brave persone che hanno deciso che è bello far perdere tanto tempo ad il-permaloso-duo™ BCO e TATA, il-maccheronico-duo™ BCO e TATA non ha avuto il tempo di scrivere un post degno di essere vissuto. Quindi come al solito vi beccate delle belle cornicette ASCII:

Bella cornicetta N° 41:
YM'X'MYo=oYM'X'MYo=oYM'X'MYo=oYM'X'MYo=oYM'X'MYo=oYM'X'MYo=oYM'X'MYo=oYM'X'MYo=oY

Bella cornicetta N° 42:
 : |_| : |_| : |_| : |_| : |_| : |_| : |_| : |_| : |_| : |_| : |_| : |_| : |_| :

Bella cornicetta N° 43:
M-O=W*W=O-M+v+M-O=W*W=O-M+v+M-O=W*W=O-M+v+M-O=W*W=O-M+v+M-O=W*W=O-M+v+M-O=W*W=O-M

Bella cornicetta N° 44:
.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.o+o.

Bella cornicetta N° 45:
'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'M*M'

Bella cornicetta N° 46:
XvXHMHXvXHMHXvXHMHXvXHMHXvXHMHXvXHMHXvXHMHXvXHMHXvXHMHXvXHMHXvXHMHXvXHMHXvXHMHXvX

Bella cornicetta N° 47:
*U*UYU*U*UYU*U*UYU*U*UYU*U*UYU*U*UYU*U*UYU*U*UYU*U*UYU*U*UYU*U*UYU*U*UYU*U*UYU*U*

Bella cornicetta N° 48:
*T*YTY*T*YTY*T*YTY*T*YTY*T*YTY*T*YTY*T*YTY*T*YTY*T*YTY*T*YTY*T*YTY*T*YTY*T*YTY*T*

Bella cornicetta N° 49:
HoooH.X.HoooH.X.HoooH.X.HoooH.X.HoooH.X.HoooH.X.HoooH.X.HoooH.X.HoooH.X.HoooH.X.H

Bella cornicetta N° 50:
YTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTYTOTY

La frase celebre del giorno:
Il trapianto è andato bene e spero di non avere mai una crisi di rigetto.
Riccardo Cuor Di Leone

Proverbio del giorno:
Non tutti i pazzi stanno al manicomio. Qualcuno deve pur scriverli questi proverbi!

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