sabato 28 febbraio 2015

La Bolla e la fame bestia!

Scialve a tutti! :3
Volevamo fare una vignetta che facesse riflettere e infatti scommetto che state pensando: "Ma perché BCO non si trova un lavoro vero"?

Ad ogni modo, per il ciclo I racconti di mamma BCO™ oggi pubblichiamo un nuovo racconto di mamma BCO
!

La Bolla e la fame bestia. Una fiaba francese!
Tratta da La bella e la bestia (https://it.wikipedia.org/wiki/La_bella_e_la_bestia), nella versione di Beaumont perché quella di Villeneuve è lunga quasi quattrocento pagine e voglio vedervi a leggerla tutta!

Un ricco mercante riccio di insalata riccia viveva in una città francese chiamata Riccione, in Provenza di Boulogne, insieme alle sue tre figlie ricce. Due erano presuntuose e vanitose, mentre la più giovane, che per la sua rotondità avevano chiamato Bolla, era umile e pura di cuore (naturalmente, escludendo il colesterolo). Tutte e tre le fanciulle ricce potevano vantare un gran numero di pretendenti, che in francese si dice coiffeurs, ma mentre le prime due, che in realtà desideravano sposarsi con dei ricconi di Riccione (dei ricchioni?!?), rifiutavano tutti i giovani indistintamente, Bolla si intratteneva con tutti ma proprio tutti e due i suoi spasimanti (ricordiamo che due è un numero e si può scrivere in grande) in amabile e platonica conversazione. Per la cronaca i due pretendenti erano il suo pesce palla Rickymartin™ ed il suo anatroppolo Papaleo™, e a parlare naturalmente era solo Bolla. Per questo motivo Bolla, soliloquio dopo soliloquio, si sentiva sempre più sola e sfogava la sua frustrazione sul cibo, diventando sempre più rotonda. Durante un sfortunato venerdì nero il mercante perse improvvisamente tutte le sue ricchezze e da quel momento più nessun pretendente fu visto avvicinarsi alle fanciulle, se non a Bolla, la quale comunque continuava a dare da mangiare al pesce palla, all'anatroppolo e ad altri animaletti che si erano uniti alla conviviale combriccola. Il mercante, dunque, si trasferì con le sue figlie nelle campagne della Provenza di Boulogne (della «Provincia di Bologna» nel dialetto bulgnaiṡ), dove vissero per alcuni anni nutrendosi esclusivamente di piadina e Squacquerone, che in francese si dice piadéna e squaquaròn e che, tra l'altro, era l'unica parola che sapeva pronunciare l'anatroppolo Papaleo™.

Un giorno il mercante venne a sapere che nella città francese di Milano, che in francese si dice Milàn, era in allestimento una grande fiera sul cibo, dal tema «Nutrire la nutria, energia per il girovita», che in francese di dice Expò. Così decise di andarvi nella speranza di commerciare ancora la sua famosa insalata riccia. Prima di partire, chiese alle figlie se desideravano qualcosa in dono che non fossero gioielli o vestiti sfarzosi, naturalmente. Pensando che stesse scherzando, le due figlie maggiori domandarono gioielli e vestiti sfarzosi. Bolla, invece, si accontentò di chiedere del mangime per animali, di quello di qualità, che non riusciva a trovare nei negozi per vitelloni della parte del paese in cui vivevano; e, già che c'era, un panino imbottito, perché un po' aveva fame anche lei. Arrivato alla fiera, il mercante in fiera scoprì che la sua insalata era stata mangiata tutta dalle nutrie e, pertanto, non ebbe più nemmeno un soldo bucato per comprare alle figlie ciò che aveva loro promesso o per magiare un piatto di bucatini o ancora per fare il bucato o per elemosinare a un bucato.

Triste e sconsolato (il consolato gli aveva negato l'aiuto per rincasare), fece il ritorno a casa a piedi, ma durante il cammino sulla A13 Padova-Boulogne fu sorpreso da una bufera di neve (cosa abbastanza tipica) così fu costretto a cercare rifugio in un enorme autogrill a forma di castello, che in francese si dice Ristop, apparentemente abbandonato. Perlustrando il maestoso maniero, si accorse che esso era pulito e ben arredato con mobili presi all'IKEA (una remota regione della Svezia), ma stranamente non riuscì a trovarvi né servi né sentinelle né una sedia montata nel modo giusto. Passando per il minimarket deserto, tra il bancone dei salumi ed il cestone dei CD di Pavarotti (in vendita a nove euro e novantanove centesimi), trovò l'entrata di una meravigliosa cucina, ove, posto in bella vista, stava un enorme e bellissimo panino-con-la-cotoletta™ (che alla TATA piace assai). Così si ricordò della promessa che aveva fatto alla paffutella figlia minore e, in preda all'entusiasmo, corse a cercare anche un po' di maionese da mettere sopra alla cotoletta. Ma mentre stava per spalmarla come un sol uomo, che in francese si dice come un salàm, fu sorpreso dal padrone del panino (dal padrino?) ed ovviamente dell'autogrill a forma di castello, che era una enorme e terribile bestia (il padrone, non l'autogrill), il quale gli rimproverò di aver ricambiato la sua generosa ospitalità con un tentativo di furto e sentenziò che per questo ora meritava di essere da lui divorato vivo. Il mercante provò dapprima a fare orecchi da se stesso e poi tentò di giustificarsi raccontandogli del desiderio della sua rubiconda figlia, ma fu controproducente perché la bestia, che aveva fame, non volle sentire ragioni e decise di risparmiargli temporaneamente la vita a patto che al suo posto egli portasse al castellogrill™ la giovane, la più in carne, altrimenti sarebbe dovuto ritornare a saldare il suo debito di lì a tre mesi.

Preso un baule colmo di ogni ricchezza (prosciutti, salami, cioccolato, riviste e un DVD con le prime quattro puntate dei Puffi) che la bestia aveva voluto concedergli, il mercante tornò a casa con una gran pena nel cuore e un certo peso sulla schiena, pensando però che almeno sarebbe riuscito a salutare le sue figlie per l'ultima volta e a vedere qualche bel cartone animato prima di morire. Giunto (sempre a piedi) a destinazione, raccontò l'accaduto alle fanciulle e Bolla, resasi conto che la colpa di tale disgrazia era solo sua, e visto che le piacevano molto le bestioline e soprattutto il panino-con-la-cotoletta™, si offrì di andare al castellogrill™ al posto del padre, per la gioia delle sorelle che in un colpo solo si liberarono dello zoo ambulante che Bolla si tirava appresso, riconquistando le ricchezze perdute, le riviste e i prosciutti.

Dopo lunghi soliloqui, Bolla si recò al castello insieme al padre, al quale la bestia concesse la libertà, intimandogli di non tornare mai più. Con la giovane ed i suoi animaletti, invece, si dimostrò cortese e gentile e offrì a tutti loro di vivere per sempre nel suo castellogrill™, circondati di tutte le ricchezze in suo possesso e soprattutto con libero accesso al fast-food™ ed al minimarket™, pensando che così non avrebbero mai potuto desiderare di tornare nella casa paterna o di andare da qualsiasi altra parte. Regalò a Bolla anche uno specchio magico, che in francese si dice iFòn, in cui avrebbe potuto in ogni momento vedere la sua famiglia chiusa dentro la casa, ascoltare tutto quello che dicevano, farsi due risate ed infine decidere chi doveva rimanere dentro o fuori grazie al televoto. Bolla ed i suoi amici animaletti si trovarono così bene a vivere in quel castello-autogrill™ che tutte le sere la giovane chiedeva alla bestia se voleva sposarla, ma la bestia che in realtà la ospitava solo per il fine ultimo di papparsela, per non mortificarla, le rispondeva che le voleva bene e che sarebbe stato sempre suo amico. Nonostante l'impegno profuso ogni giorno, Bolla non riusciva proprio a superare la cosiddetta «zona amicizia». Del resto la regola dell'amico non sbaglia mai: se sei amico di una bestia non ci combinerai mai niente! "Non vorrai rovinare un così bel rapporto"[cit. Max Pezzali] rispondeva garbatamente, infatti, ogni giorno la bestia a Bolla.

Dopo qualche mese Bolla vide nell'iFòn che suo padre si era ammalato di una fastidiosa congiuntivite contratta dopo essersi toccato gli occhi con le mani sporche di popcorn mentre guardava l'ennesima puntata dei Puffi e pregò la bestia di lasciarla andare a casa in licenza perché potesse tenergli un po' compagnia e raccontargli le puntate che non riusciva più a vedere bene. La bestia alla fine acconsentì, ma la pregò di tornare dopo una settimana, altrimenti sarebbe morto di fame di dolore. Il giorno seguente, al risveglio, Bolla si ritrovò in camera sua nella casa del padre (non che fosse morta), che la accolse con gran Gioia (che era tra le riviste del baule), meravigliandosi che la figlia fosse ancora viva nonostante fosse ingrassata ancora; sapeva bene che, ancor prima di andare a vivere all'ingrasso al castellogrill™, Bolla aveva già grossi problemi circolatori, di insufficienza epatica e di colesterolo alto. Le due sorelle, sposate a famosi calzolai e cacciatori (a dei calciatori?) ma tutt'altro che felici, invidiarono non poco la fortuna della giovine, vedendola in carne e ossa (più in carne che in ossa, a dire il vero) e per di più agghindata così sontuosamente da sembrare un enorme rotolone regina. Così cominciarono a tramar vendetta: costrinsero Bolla a dieta rigorosa e ginnastica. Trascorsa una settimana, le chiesero di restare qualche giorno in più, in cambio di una pastina-crema-e-fragole™. Per via della fame, Bolla acconsentì, ma cominciò ben presto a sentirsi in colpa per aver infranto la sua promessa con la bestia e per aver interrotto la sua dieta, e corse in bagno a vomitare.

Così, dopo circa un mesetto, ritornò al castello, dove trovò la bestia agonizzante di dolore, con forti crampi allo stomaco per via della fame. Per tutto il mese, infatti, la bestia, sempre più smaniosa di papparsi Bolla, aveva mangiato esageratamente poco, per non guastarsi l'appetito, e si era ridotta in fin di vita. La bestia stava letteralmente morendo di fame. Bolla pregò la bestia di non morire, non perché fosse pagana, ma perché, come detto, voleva sposarlo. Bolla, dopo la dieta forzata, era dimagrita ed era passata da «bolla» a «bella come una principessa» (da calendario Pirelli) ed infatti, non appena la vide, la bestia s'innamorò perdutamente di lei, ricambiando i sentimenti d'amore della giovine. Improvvisamente la bestia sparì e al suo posto comparve un bellissimo cuoco francese, che in francese si dice le coq française, a cui una strega alla quale in passato aveva inconsapevolmente servito una «'mpepata e cozze» andate a male (durante una puntata di Biohaz@rd Chef), per punizione gli aveva fatto un terribile incantesimo, provocandogli dapprima il classico colpo della strega e poi trasformandolo in quell'orribile mostro che Bolla aveva conosciuto e amato per via che le piacciono tanto gli animaletti. La maledizione si sarebbe spezzata o perlomeno si sarebbe fatta molto male solo quando una (bella) donna avesse voluto sposarlo (di sua spontanea volontà, naturalmente). Bolla e il cuoco francese (che era anche un principe, ma questo fatto è di secondaria importanza) aprirono una catena di ristoranti Sushi all-you-can-eat nella rinomata località francese di Rimini, situata vicino a Boulogne sur Mer, dove vissero felici per il resto della loro vita insieme al padre della giovine (che continuò a fornir loro insalata riccia), mentre le due malvagie sorelle, divorziate, prima presero i voti (la prima sette, la seconda sei meno meno) e poi si chiusero in un convento, diventando così sorelle-sorelle e assumendo i nomi di Suor Passata e Suor Dina.

Larga la foglia, stretto il litorale,
viver con le bestie non è poi tanto male!


Stay approved!

mercoledì 25 febbraio 2015

La settimana del BCO!

Scialve a tutti! :3
Oggi va un po' così, quindi vi beccate la settimana del BCO: sette, diconsi sette inutili strip, una più stripposa dell'altra (che non vuol dire niente ma ormai siamo arrivati a questo punto quindi va bene ugualmente)!









Però dovreste apprezzare almeno il fatto che questa volta vi risparmiamo la puntata di Biancaneve e i 777 nani™ e il solito proverbio del giorno! XD

Stay pulled!

sabato 21 febbraio 2015

E via con scuse a caso!

Scialve a tutti! :3
Anche oggi TATA non c'è!
Son qua da solo e pertanto ho programmato una grammatica per il Polygen appositamente studiata per l'occasione che ha generato questo bell'elenco di venti scuse (tra le tante possibili e che reitererò in futuro per sopperire ad altri vuoti intelletuali) per giustificare la mia pochezza:

  1. E che cavolo... Al momento non me la sento di scrivere un articolo decente...
  2. Attualmente non me la sento di pensare a un testo decente de Lo Zibaldone di BCO e TATA!
  3. In questo preciso istante non ho l'energia per costruire un post decente perché ho già deglutito il rospo e oltretutto penso che me ne andrò al mare...
  4. Io sono Peppa Pig![citazione necessaria]
    Al momento non me la sento di immaginare un articolo decente de Lo Zibaldone di BCO e TATA perché sono costernato e inoltre vivo solo per respirare.
  5. Questa è SPARTA![cit. 300]
    Proprio adesso non ho il potere di pensare a un post decente.
  6. Al momento non ho l'energia per costruire un testo decente.
  7. Uffa! Ora non me la sento di indovinare un post decente de Lo Zibaldone di BCO e TATA...
  8. In questo preciso istante non me la sento di imbastire un testo decente perché ho già deglutito il piano di fuga!
  9. Questa è SPARTA![cit. 300]
    Oggi non me la sento di imbastire un testo decente de Lo Zibaldone di BCO e TATA!
  10. Attualmente non ho la forza per scrivere un post decente de Lo Zibaldone di BCO e TATA perché ho già deglutito il veleno e oltretutto ho l'enfisema!
  11. Proprio adesso non ho l'animo di pensare a un testo decente perché devo salvare il mondo da una minaccia aliena.
  12. E che cavolo... Al momento non ho il potere di imbastire un articolo decente de Lo Zibaldone di BCO e TATA perché ho già ingurgitato il popcorn e oltretutto ho la TATA in testa.
  13. Ora non ho l'animo di indovinare un vaneggiamento decente de Lo Zibaldone di BCO e TATA.
  14. HELP![cit. Beatles]
    Attualmente non ho la forza per scrivere un articolo decente.
  15. Mi dispiace! Proprio adesso non me la sento di scrivere un articolo decente de Lo Zibaldone di BCO e TATA perché ho già ingurgitato il piano di fuga.
  16. Xdono![cit. Tiziano Ferro]
    Oggi non me la sento di impostare un vaneggiamento decente perché ho già ingoiato il popcorn e inoltre ho il nulla assoluto in testa...
  17. Al momento non me la sento di pensare a un vaneggiamento decente de Lo Zibaldone di BCO e TATA perché sono costernato e inoltre vivo solo per guardare la pubblicità!
  18. HELP![cit. Beatles]
    Proprio adesso non ho la forza per indovinare un vaneggiamento decente!
  19. Ora non me la sento di impostare un post decente!
  20. Sono spiacente! Attualmente non ho l'energia per pensare a un post decente perché ho già ingurgitato il rospo...
Sul serio le avete lette tutte?!?
Bravi!
Ne volete ancora? (si sente un «NOOOO!» in lontananza ma viene ignorato)
Allora vi ricordo che nel blog potete trovare sia la prima che la seconda generazione di generatori (non fa una piega) automatici di post de Lo Zibaldone di BCO e TATA!
E ora, il momento che tutti voi stavate attendendo con ansia (come si attende con ansia una colica renale) e cioè la famosa serie di cartoni animati giapponesi che nel 1973 ha aiutato gli Stati Uniti d'America a ritirare le proprie truppe dal Vietnam[cit. completamente falsa]: Biancaneve e i 777 nani!™

Biancaneve e i 777 nani!™
(dalla versione giapponese a puntate degli anni '70)
Episodio 11 - Pallavolo - il nano sportivo.
In questa puntata Biancaneve viene invitata al torneo di Pallavolo, il nano sportivo. Biancaneve e Pallavolo, assieme a Mimì e la nazionale di Pallavolo, alla fine vincono l'ambito trofeo.

Proverbio del giorno: "Occhio non vede, pedone investito."

Stay cleaned!

mercoledì 18 febbraio 2015

Speciale 21° anniversario del primo incontro fra BCO e TATA!

Oggi è una giornata speciale perché ricorre il 21° anniversario del primo incontro fra BCO e TATA, finito con un bruciante Knockout a 1'25" del secondo round in favore della TATA. Non a caso oggi è anche il mercoledì delle ceneri...
La vignetta di oggi, pertanto, è dedicata al nostro fantastico rapporto (cambio a 5 marce + retro, 4x4 ruote motrici).

A tutti voi, invece, dedichiamo il cartone animato che nel 1972 promosse gli accordi SALT 1 siglati tra Stati Uniti e Unione Sovietica per la riduzione delle armi di distruzione di massa[citazione falsa]: Biancaneve e i 777 nani!™

Biancaneve e i 777 nani!™
(dalla versione giapponese a puntate degli anni '70)
Episodio 10 - Barolo - la nana di origini piemontesi.
In questa puntata Biancaneve conosce la nana Barolo (una delle poche nano femmina presenti nella serie) che, un po' alticcia, le racconta una storia fantastica ma completamente inventata e Biancaneve se la beve.

Viva l'amore!

Per concludere in bellezza, il proverbio del giorno:
"Rosso di sera, mal di testa la mattina."

Stay established!

sabato 14 febbraio 2015

Miss. Super Fotografo vs. il Carnevale di Venezia!


Buon S. Valentino a Tutti!

Nonostante sia la festa degli innamorati, oggi parliamo (si fa per dire) della nostra piccola odissea veneziana (niente a che spartire con l'omonimo bellissimo album dell'ensemble musicale Rondò Veneziano) con uno speciale di BCOyager dedicato al Carnevale di Venezia!

Partenza!
TATA arriva in stazione, misteriosamente in orario. BCO teme si scateni un fortunale.

In viaggio
Durante il tragitto in trenino, BCO non fa a tempo a sedersi che già TATA ha fatto cadere la sua bottiglietta d'acqua minerale sotto i sedili. A rischio della propria vita e di quella degli altri passeggeri, BCO la recupera da sotto i sedili ma, nonostante la bottiglietta sia ancora sigillata, TATA rifiuta eroicamente di bere da essa; secondo TATA infatti la bottiglietta è stata senza alcuna ombra di dubbio irrimediabilmente contaminata da terribili germi patogeni. BCO scambia la sua bottiglietta con quella di TATA, e tutto finisce a tarallucci e vino.

Arrivo a Venezia
TATA recupera una cartina pieghevole ma, nonostante l'impegno, lei e BCO non riescono nemmeno a superare il Ponte degli Scalzi (è il primo ponte che si incontra appena usciti dalla stazione). TATA si fionda sui negozietti vicini alla disperata ricerca di una mascherina.

Negozietti (1^ parte)
Dopo circa un'ora, TATA non ha ancora comprato la sua mascherina ma in compenso compra un soprammobile a forma di pagliaccio.

Negozietti (2^ parte)
Al secondo tentativo, TATA sceglie la sua mascherina, dopo un sofferto ballottaggio che l'ha impegnata sugli scaffali del negozio per ben un'altra ora. I due simpatici e pazienti proprietari del negozio, due santoni di origine indiana, guardando negli occhi il buon BCO, data la sua fisicità tendente allo sferico e la pazienza con cui stava sopportando l'attesa, lo scambiano per la reincarnazione del Buddha e decidono di fare uno sconto alla TATA (ci perdonino gli amici buddisti per la battutaccia).

La nascita di un nuovo supereroe: Miss. Super Fotografo!
Dopo essersi infilata la multicolore parrucca riccioluta da clown, che si era portata da casa, e la mascherina artigianale appena comprata, un piccione radioattivo si posa sopra la TATA che, tutta «energicizzata», scopre di avere un nuovo super-potere: tirare coriandoli. BCO scopre nel frattempo di essere un ottimo attaccapanni (ma lo sapeva già).


Miss. Fotografo Mascherato usa il suo straordinario potere mentre una passante osserva disgustata

La lunga marcia verso P.zza San Marco
BCO eroicamente cerca di guidare TATA verso P.zza San Marco ma l'impresa è titanica. TATA ha in testa un percorso tutto suo e si ferma ad ogni pasticceria, negozio di borse, negozio di maschere e di costumi che incontra per la strada.

Tragedia n°1
TATA ha bisogno del bagno. I due si fermano in un locale specializzato in tramezzini e organizzano lì il primo campo base della giornata. TATA riesce finalmente ad andare al bagno mentre BCO con un poderoso morso riesce a rovesciare mezzo ripieno del suo tramezzino prosciutto-cotto-funghi-e-maionese sul pavimento, disgustando due anziani turisti di origine asiatica che se ne vanno. Per fortuna anche il pavimento del locale è di cotto e BCO, non accorgendosi della differenza, continua a mangiare.

Pausa alla pasticceria
TATA si ferma ad una pasticceria attratta dall'odore di biscotti. Inutili le proteste di BCO, ammansito da una pastina con crema e fragole. Dopo aver deliberatamente portato all'esaurimento nervoso una giovane commessa a furia di domande su questo o quel dolcetto, TATA si commuove e promette di tornare per comprare un regalino. BCO alza gli occhi al cielo e fa finta di non aver sentito.

Ponte dell'Accademia: 1st encounter!
Dopo solo due ore e mezza di marcia «forzata», TATA e BCO incontrano la prima maschera e sfruttando il suo potere di super fotografo, TATA comincia a fotografare come una pazza!

Ponte dell'Accademia: Tragedia n°2
Mentre fotografa alcune maschere sul Ponte dell'Accademia, durante un acrobatico scambio di obbiettivi, TATA fa cadere uno dei tappi che proteggono le lenti giù per il canale, centrando in pieno un barcone, che stava passando sotto al ponte proprio in quel momento. Per fortuna non è esploso anche se, in lontananza, TATA percepisce il coraggioso capitano del barcone sporconare in un dialetto sconosciuto.

Negozio d'arte (1^ parte)
TATA è tutta intenta a fotografare maschere d'arte in un rinomato negozio di Venezia mentre BCO, nell'attesa, cerca nella sua mente un modo per non impazzire.

Negozio d'arte (2^ parte)
Credendo di ostruire la visuale delle opere esposte nel negozio alla macchina fotografica di una turista straniera, BCO e TATA compiono svariate manovre acrobatiche, degne di una puntata dei Power Rangers, nel tentativo di non finire nell'inquadratura. Alla fine i due «amichevoli fotografi di quartiere» scoprono che la turista voleva fotografare proprio la TATA mascherata. La fama di Miss. Super Fotografo ha ormai oltrepassato i confini dell'italico suolo.

Arrivo a P.zza San Marco
Dopo una interminabile serie di scatti acrobatici, e dopo sole altre due ore di marcia «forzata» dal passo di TATA, il «dinamico duo» raggiunge P.zza San Marco. Il disappunto e la tristezza si impadroniscono di BCO quando il «quarantenne-meraviglia»TW scopre che l'abbreviazione P.zza significa Piazza e non Pizza.

Si scatena l'inferno
BCO e TATA combattono a lungo contro il freddo e la calca nel tentativo di fare qualche scatto decente alle maschere che sfilano per P.zza San Marco. La parrucca multicolore di TATA permette a BCO di non perdere di vista la sua super-compagna-d'avventuraTW, ma soprattutto di non confonderla con i bimbi che popolano la piazza.

BCO e TATA incontrano una famiglia giapponese
Utilizzando lo speciale potere «Marcel Marceau», a furia di gesti i due «cavalieri oscuri» chiedono e ottengono a una gentile signora il permesso di fotografarla nel suo tradizionale abito giapponese. In cambio, BCO e TATA, gli X-MEN-padaniTW, vengono fotografati a loro volta. La fama di Miss. Super Fotografo e della sua-palla-al-piedeTW sta raggiungendo ogni angolo del mondo.

La tragedia incombe
Il sole comincia a scendere lungo Canal Grande e BCO, come un sol uomo giusto per rimanere in tema, avvisa la «fotografa d'acciaio» che è ora di cominciare a rientrare. Ma qualcosa non va! La nostra eroina sembra come ipnotizzata! Si stanno forse ripetendo i misteriosi fatti di Milano? Riusciranno i nostri eroi a ritornare a casa? TATA dovrà nuovamente fermarsi per andare al bagno? Le risposte, ovviamente...

...

...ve le diciamo subito: , ancora e «potete scommetterci il c**o»!

La grande prova
BCO riesce a strappare TATA alla folla e alla sua trance ipnotica, quando un malvagio negozio di borsette («malvagio» dal punto di vista di BCO, ovviamente) ipnotizza nuovamente l'incredibile Miss. Super Fotografo. La tirchieria di BCO salva TATA dal comprare una borsetta da sessanta euro (scontata) ricordandole che sono poveri e che ha già speso abbastanza in souvenir e per la maschera che le ha conferito straordinari poteri, come la capacità di rendersi invisibile quando è in presenza di una scolaresca. TATA ritorna in se stessa, ricordandosi che da grandi poteri derivano grandi responsabilità ma soprattutto dei suoi doveri verso la società come, per esempio, le bollette da pagare.

In viaggio verso la Stazione (1^ parte)
Spossati dalla difficile prova della borsetta, BCO e TATA, gli eroi di tutti i bimbi dopo Peppa Pig ed i Teletubbies, stabiliscono il secondo campo base della giornata in una paninoteca. Entrambi fanno un bisognino.

In viaggio verso la Stazione (2^ parte)
Come ogni supereroe Miss. Super Fotografo mantiene sempre le sue promesse e costringe BCO a fermarsi nuovamente alla pasticceria dei biscotti per comprare, stranamente, dei biscotti da portare a casa. La commessa, al solo riveder TATA, si mette a piangere. TATA è anche lei commossa dalla reazione della commessa e, in segno di gratitudine, decide di rifare tutte le domande sui biscotti che aveva fatto durante la visita mattutina.

In viaggio verso la Stazione (3^ parte)
La «coppia-che-scoppia-ma-non-scappa»TW ha quasi raggiunto la stazione ma stavolta è BCO che, ormai allo stremo delle forze e complice l'oscurità, sbaglia una curva e finisce, leggermente fuori rotta, sul Ponte di Calatrava. Il treno partirà entro pochi minuti! Comincia la folle corsa!

L'arrivo al treno
BCO e TATA arrivano spalla a spalla al binario-cinque della Stazione di Venezia e tagliano infine il traguardo con tre minuti di anticipo, freschi e riposati: BCO sembra uscito da un esorcismo mentre TATA ha un attacco d'asma. Sarà il capotreno a decidere attraverso il fotofinish il vincitore. Alla fine il treno parte (con cinque minuti di ritardo): si torna a casa!

Perdonateci la grammattica sgrammatichata ma se sapevamo scrivere mica facevamo i supereroi!

Nella prossima puntata di BCOyager:
Misteri in cucina: se sfilo la spina ad un pesce, poi devo metterci dentro le pile?
Davvero la moglie del Minotauro si chiama Gioia Tauro?
Per un'operaia, la vita è tutta rose e viole? Lo chiederemo all'ape Maya.
Se un barista sbaglia a fare il caffè, è possibile correggerlo con la grappa?
Lazzaro è il santo protettore degli zombie?

Stay loved!

mercoledì 11 febbraio 2015

Speciale Carnevale!


Visto che domani è giovedì grasso, oggi parleremo delle maschere italiane!

Il testo originale che abbiamo usato come riferimento è tratto da questa pagina:
http://parliamoitaliano.altervista.org/le-maschere-italiane-la-commedia-dellarte/

Le maschere itagliane - La commedia dell’arte

La maschera ha sempre caratterizzato il costume degli attori e dei supereroi ma è molto apprezzata anche dai sub. Molte volte è stata usata per mettere in risalto la personalità di un personaggio in scena o nelle beauty farm per idratare ed ammorbidire in profondità pelli secche, aride e sciupate dall'inarrestabile avanzare del tempo.
Con la commedia dell’arte, in Italia hanno avuto molto successo alcune maschere che esprimevano le virtù e i difetti delle persone, fino ad essere dei veri e propri rappresentanti, a volte, dell’immagine di alcune città italiane.

Ecco alcune delle maschere più famose in Italia:

Arlecchino
Arlecchino è intelligente ed infatti fa scherzi e rompe le scatole a tutti ed ha sempre fame. È il servo semplice e sincero molto spesso di due padroni. La sua città è Bergamo (ancora non è noto se si tratti di Berghem de sura o de sota) ed è probabilmente per questo motivo che rappresenta la cultura veneziana[cit. senza prove sicure].

Contrasto
La maschera di contrasto è il tipico travestimento del fotografo che ha sbagliato la messa a fuoco. Di solito è confezionata da un grafico.

Balanzone
Balanzone sa tutto (ma questo è tutto quello che sa) e parla di tutto. Quando parla è molto pesante, un po' per via dell'alito ma soprattutto perché usa molte frasi in latino sui generis e la filosofia per fare discorsi senza logica. È l’immagine del laureato pedante: s. m. e f. e agg. [prob. der. del lat. pes pedis «piede» (dall’accompagnare a piedi), raccostato a pedagogo]. Per questo è la maschera che è legata a Bologna, che si considerava la capitale della cultura e del Lambrusco.

Mascherina
Mascherina è conosciuta dai più intelligenti o dalle persone più acute, che la riconoscono spesso, e naturalmente dai fans dei Litfiba.

Capitan Spaventa
Capitan Spaventa viene da Genova, urlando. È un soldato sognatore colto e giusto, belìn! È uno spadaccino temerario che terrorizza i suoi avversari al grido di: "Molto appropriato, combatti come una mucca!" (dite la verità, vi aspettavate un «Vaffa'», vero?).

Zorro
Zorro (volpe in lingua spagnola) è un celebre personaggio dell'immaginario, un eroico giustiziere mascherato e abile spadaccino, poi ritiratosi a vita privata nel suo mulino, le cui gesta si svolgono nella California nel periodo del dominio spagnolo. È noto per aver combattuto contro Maciste ma anche e soprattutto per essere la risposta per antonomasia alla domanda: "Da cosa ti travesti a Carnevale?".

Gianduia
Gianduia è, ovviamente, la maschera di Torino e da lui arriva il nome del cioccolato gianduiotto che fa rima con Lingotto ma non con FIAT (che è comunque un cremino con cioccolato alla gianduia). È un cavaliere, ha coraggio, adora mangiare bene e il buon vino. Del vino conosce tutto. È anche intelligente e furbo ed infatti ha spostato la sua fabbrica a Detroit[cit. senza senso].

BCO
BCO è una maschera di sangue se non porta la TATA al centro commerciale o se semplicemente apre bocca perché viene subito picchiato dagli amici (del resto, basta vedere cosa scrive). È pigro e gran divoratore di Pizza.

Meneghino
Meneghino è la maschera di Milano. È l'immagine del servo rozzo però onesto, che vuole rimanere libero dalla forfora e bello nei capelli. Non abbandona il suo popolo quando deve lottare, è sempre disposto a criticare gli aristocratici e, per essere imparziale, tifa sia Milan che Inter.

Pantalone
Pantalone è un vecchio, ricco e brontolone commerciante di baccalà mantecato e di fegato con le cipolle, che vive a Venezia. Nonostante abbia ricevuto la visita di tre spiriti lo scorso Natale, è rimasto il solito taccagno, ostrega! Ed infatti come ogni buon vecchio pantalone è logorato in fondo.

Colombina
Colombina anche lei è di Venezia ed è la fidanzata di Arlecchino, anche se lui vuole evitare il matrimonio per motivi fiscali. È una serva intelligente e maliziosa. Bravissima a risolvere i casini che provoca Arlecchino. Anche detta «Colombina Motta», «i palummeddi» o «pastifuorti», tende a sparire durante il periodo pasquale, per una serie di motivi non noti[cit. anonima o non nota].

TATA
TATA è la maschera tipica dei centri commerciali italiani visto che è sempre là. È famosa per le sue foto, per i suoi ritardi e perché è coccola.

Pulcinella
Pulcinella è la maschera di Napoli. È anche l’immagine del napoletano: non solo perché l'appiccica al posto della foto tessera nella carta di identità[cit. inventata] ma soprattutto perché anche se ha molti problemi ha sempre un grande sorriso. È anche il servo povero che dice la verità ai padroni, però ridendo, cosicché non si capisca la gravità di quel che dice ma anche perché fa buon sangue. Ha la gobba e il naso grande ed è per questo che gira senza casco.

Ferro
La maschera di Ferro (?, ? - Parigi, 19 novembre 1703) fu un individuo la cui identità non è mai stata realmente accertata e del quale vi sono notizie storiche che dicono che fosse un prigioniero durante il regno di Luigi XIV. Altri ritengono che si tratti di un celebre cantautore e produttore discografico italiano o ancora un elemento chimico. È conosciuto anche come «Braccio di» o «Popeye».

Rugantino
Rugantino è quello che risponde che è meglio perdere un amico che una buona risposta. Definito «er mejo der colosseo», è buono, «parac**o» però a volte pigro. Rappresenta la Roma popolare, piena di sentimenti di solidarietà e giustizia, la Roma che ci fa piangere e abbracciarci ancora, che se specchia dentro er fontanone, ma rappresenta anche colui che regge er moccolo. Anche lui per essere imparziale, tifa sia Roma che Lazio.

Ossigeno
La maschera ad ossigeno è un semplice dispositivo collegato a un recipiente contenente ossigeno, che viene applicato temporaneamente sulla bocca e sul naso. Solitamente quando si indossa questa maschera non si è mai in una bella situazione e quindi non è un travestimento di Carnevale molto popolare[cit. non esattamente necessaria].

Pierrot
Spesso confuso con l'ispettore Poirot[cit. misteriosa], il suo nome è il francesismo della maschera Pedrolino. È l'immagine del servo pigro anche se intelligente. Critica i padroni e a volte fa il contrario di quello che chiedono, quando crede che sbaglino. È anche l’immagine dell’uomo innamorato e malinconico probabilmente perché non batte chiodo. È molto pallido per via dell'emofilia e sul suo viso c’è sempre una lacrima che fa capire molte cose.[cit. Bobby Solo]

Concludendo: secondo Pirandello -considerando che l'individuo «veste» personalità diverse a seconda del luogo e del tempo in cui si trova- è sempre Carnevale.

Citazioni colte (a caso, di qua e di là) a parte, è giunto il momento di passare alla serie che nel 1972 si occupò della promozione pubblicitaria della Magnavox Odyssey[cit. falsa], la prima console per videogiochi al mondo appena uscita sul mercato: Biancaneve e i 777 nani!™

Biancaneve e i 777 nani!™
(dalla versione giapponese a puntate degli anni '70)
Episodio 9 - Patibolo - il nano giustiziere.
In questa puntata, a causa di un errore giudiziario, Biancaneve viene condotta da Patibolo, il nano giustiziere. Biancaneve evita la condanna capitale e diventa amica di Patibolo dopo averlo battuto per cinquanta volte consecutive agli scacchi e al gioco dell'impiccato.

Per questa volta saltiamo il proverbio del giorno!

BUON CARNEVALE A TUTTI!

Stay admired!

sabato 7 febbraio 2015

Una puntata a caso di BCOyager!

Visto che negli ultimi giorni BCO e TATA (soprattutto BCO) non hanno combinato niente di rilevante (e visto che ci ho parecchio sonno) puntata senza alcun scopo di lucro di BCOyager!
In questa puntata:
- Conosceremo un pupazzo di neve famoso per le sue freddure!
- Il mondo del passato è fatto di pezzi di verdura tritata?
- Scopriremo perché tutti gli studenti universitari maschi sognano di incontrare una topa da biblioteca!
- Si può morire durante la luna di miele? Ne parleremo con la vedova di un diabetico.
- Ed infine Scopriremo perché ai masochisti piace farsi tatuare una mosca sul collo!

Ed ora, la serie che nel 1971, dopo aver visto i protagonisti lavorare in miniera, ha ispirato la Intel a creare il 4004, il primo microprocessore monolitico commercializzato della storia[citazione falsa]: Biancaneve e i 777 nani!™

Biancaneve e i 777 nani!™
(dalla versione giapponese a puntate degli anni '70)
Episodio 8 - Trespolo - Il nano treppiedi.
In questa puntata Biancaneve è in piena crisi esistenziale. Biancaneve viene soccorsa dal nano Trespolo che le dà sostegno e pieno appoggio.

Ed ora, con l'aiuto del proverbio del giorno, vincerò!

Proverbio del giorno:
"Nella botte piccola c'è poco vino."

Stay enjoyed!

mercoledì 4 febbraio 2015

TATA non c'è! (di TEK)

Non avendo né argomenti, né la TATA, a porTATA di mano (anche un po' guardando alla mia vita e agli avvenimenti di questi ultimi mesi) ho pensato di esternare i miei pensieri a riguardo sfruttando le mie inimitabili (per fortuna) doti di bardo con una canzone a tema.

TATA non c'è!
(da cantare sulle note di «Laura non c'è», la famosa canzone di NEK)
di TEK, cioè quella testa di legno di BCO.
(tratta da un'esperienza di vita vissuta)


TATA non c'è,
se l'è presa a male:
vuol che la porti al centro commerciale.
Io sono qua,
che mi chiedo il perché
devo per forza andare là.
Poi torna e dice: "Niente pizza!",
fa male e lei lo sa,
ma le serve la passata!
TATA non c'è,
capisco che
è già in auto che aspetta me.
Io sto da schifo
perché vorrei
starmene a casa per i fatti miei.
Volevo starmene sul cesso
ma vuole andare là.
Il mio intestino è occluso!
Non posso andarci adesso!
Non vuoi:
"C'è da fare la spesa, lo sai!"
Per non saltare il pasto, ahimè,
devo andare in quel posto
con te, assieme a te!

TATA dov'è?
La lista ce l'hai?
spingo il carrello accanto a lei.
Giuro non ci ho
pensato mai,
di fiondarmi sui saldi al grido di: "Banzai!".
Lei si muove tenendomi sottobraccio,
e il mio corpo non è più mio!
Così non ce la faccio!
Io dovrei andare al cesso, lo sai,
ma c'è questo commesso, tra di noi!
Sono un po' maldisposto, povero me!
Mi sa che ceneremo con il tè.
Con il tè!

Forse se
fingessi una trombosi,
penso che
potrei scappare!
Credo che
mi devo rassegnare:
se c'è un'offerta speciale,
lei c'è!

[pezzo di bravura]

Non vorrei preoccuparti ma è un'emergenza,
troppa gente attorno a me:
sto per perdere conoscenza!

Io dovrei andare al cesso, lo sai,
ma mi serve il tuo permesso, lo so.
E resto un po' perplesso, dici che:
"Vorrei ma ora non posso, c'è il due per tre!"

Io dovrei andare al cesso, lo sai,
qua me la faccio addosso, lo so.
Ti guardo un po' depresso, dici che:
"Mi dispiace ma non posso, c'è il due per tre!"
Due per tre!


La cosa incredibile e paradossale è che nonostante nel testo sia palese l'impossibilità ad evacuare da parte dell'autore la canzone faccia veramente caga... sì, insomma, stimoli in quel senso!
A proposito, vorrei scusarmi per il linguaggio un po' crudo. Nella fattispecie, mi scuso con l'utenza tutta per l'uso di parole poco piacevoli come: "cesso", "schifo" (tra l'altro presente anche nel testo originale), "trombosi", "BCO" e "due per tre"!

Poi...

Tanto per cercare di dare un'apparenza di serietà a questa alcova di parole, aventi pure un senso ma disposte a caso, che risponde al nome di Lo zibaldone di BCO, segnalo (velocemente) l'uscita la versione stabile numero 0.91 di Inkscape, il software di disegno vettoriale open source che tra le altre cose io e TATA usiamo per produrre la nostra strip! :)

Ed ora, la serie che nel 1971 ha dato a Freddy Mercury l'idea per il nome «Queen»[citazione falsa]: Biancaneve e i 777 nani!™

Biancaneve e i 777 nani!™
(dalla versione giapponese a puntate degli anni '70)
Episodio 7 - Spettacolo, il nano artista.
In questa puntata Biancaneve fa la conoscenza del nano Spettacolo, un nano girovago che la conquista. Spinta dall'ammirazione, Biancaneve conoscerà anche Replica, la sorella gemella di Spettacolo.

Proverbio del giorno:
"L'amore è cieco, ma si fa strada tastando."

IMHO, questo è meraviglioso (n.d.BCO)!

Stay danced!